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2009-11-08

Bologna: il punto con Walter Fuochi


Domenica scorsa contro la Roma sono di fatto emersi tutti i limiti del Bologna Quelli legati al gioco, che non sono propriamente una novità, ma anche quelli caratteriali vista la mancata reazione dopo la prima rete dei giallorossi. Qual è la cosa che preoccupa di più?

Tutti e due, sia il gioco sia il carattere. A Roma personalmente direi il carattere: una squadra che deve salvarsi, con quella mollezza è inaccettabile. Sembrava quasi rassegnata al suo destino, una squadra senza agonismo. Quello è stato, secondo me, il peggio della partita dell’Olimpico.

E di che cosa può essere figlia questa mollezza?

Non vorrei che fosse figlia della rassegnazione, sarebbe molto pericoloso. Auguriamoci fin dalla partita col Palermo di essere smentiti da una squadra che non si sente rassegnata.

In settimana è stato ufficializzato l’incarico di Maglione. Per la squadra può essere un’investitura che fa chiarezza o invece che ingarbuglia ancora di più la situazione?

Visto che ormai Maglione si sapeva che era arrivato, tanto vale sapere che cosa fa. C’era una parentesi aperta che era la sua squalifica, che adesso è stata chiusa. Maglione ha ricevuto l’investitura e almeno tutti sappiamo, e soprattutto là dentro sanno, che cosa Maglione fa. Poi Maglione andrà anche giudicato per quello che fa e per come lo farà, al di là del fatto che sulla sua estrazione ci sono indizi piuttosto nitidi. Per quanto lui si affretti a dire che non è figlio di nessuno e non è diretto da nessuno.

Contro il Palermo Colomba sembra intenzionato a schierare il tridente. Può essere una mossa giusta, visto che in contropiede il Palermo può essere micidiale? Non rischia di essere un po’ troppo scoperta, la squadra?

Io amo le squadre un po’ coperte, però bisogna anche dire che in casa bisogna fare la partita. E poi tridente non significa che tre giocatori stiano fermi là davanti ad aspettare la manna dal cielo. Sono abbastanza propenso a non ingabbiare il calcio nelle formule: i giocatori poi in campo si muovono, non sono gli omini del calciobalilla. Mi auguro che l’atteggiamento sia quello giusto, al di là delle formule, e tutti abbiano voglia di correre, di lottare e di disporsi in campo come la partita suggerisce.

Questi cambi di moduli continui come possono essere interpretati?

Come l’ennesima spia di incertezza, ma anche qui abbiamo solo delle conferme. Che questa sia squadra e una società incerta, lo dicono tante altre cose.

In casa Palermo c’è un Succi non protagonista. Dispiace vederlo un pochino in disparte…

Dispiace soprattutto non vederlo con questa maglia: lui voleva venire qui, il Palermo voleva darlo qui, alla fine solo il Bologna ha deciso di non prenderlo qui Chissà perché. Forse per i costi, immagino o perché bisognava lasciare il posto a qualcun altro di riconosciuta scuderia. Le vie del mercato sono infinite, poi non sono neanche così misteriose.

E’ arrivato Appiah e l’ostacolo più duro da superare sembra quello del transfer. Lei che idea si è fatto della vicenda?

Che Appiah sia inseguito da gente che ce l’ha con lui ormai è evidente. Poi bisognerà stabilire da che parte stanno i torti e le ragioni, però qualche causa l’ha avuta, qualche causa l’ha in corso e quindi che non sia un giocatore con un passato e un presente pacifico è ormai assodato. Poi c’è l’aspetto fisico. Aspettiamo tutti con qualche ansia di vederlo in campo, siamo tutti piuttosto spaventati per due precedenti inquietanti. Di Cesar disse che non era più un giocatore l’allenatore che l’aveva voluto, Mihajlovic, e forse bisognava a questo punto anche fargli qualche domanda in più. Su Mutarelli ci avevano raccontato che aveva dei problemi di tesseramento quando i più accorti avevano parlato di problemi fisici. Mutarelli è andato a due a cilindri quel poco che ha giocato e poi si è rotto quindi le perplessità non erano del tutto campate in aria. Auguriamoci invece che Appiah scoppi di salute e sia il meraviglioso giocatore che era qualche anno fa. Però qua ci stiamo sempre facendo degli auguri: ci auguriamo sempre che accada il meglio però spesso accade il peggio.

Ci vorrebbe qualche certezza in più insomma…

Esatto.

Parliamo anche del nuovo stadio visto lo stop che c’è stato negli ultimi giorni. Un bene o un male?

Bisognerebbe stabilire se c’è necessità e urgenza di avere un nuovo stadio a Bologna in un periodo in cui mancano molte altre cose: e la risposta è evidentemente no. Perché i 15.000 che vanno al Dall’Ara bastano, perché i disagi per il quartiere erano molto più accentuati 20 o 10 anni fa e adesso ormai la partita della domenica è una passeggiata di salute. E quindi qui la risposta è che non serve il nuovo stadio. Poi ci è stato detto che gioverebbe all’economia del club, però non abbiamo visto tracciati, piani molto precisi di finanziamento del club. Si può ingenerare il sospetto che l’attuale proprietario una volta chiuso quell’affare decida di veleggiare verso altri lidi. Insomma ci sono diverse questioni sospese. Mi pare anche che la volontà politica prevalente sia quello di non farlo, a meno di quelli che la Federcalcio ha pudicamente definito miracoli o attese di miracoli. E quindi siamo destinati a rimanere al Dall’Ara con una proprietà che non ha molti soldi da investire e che forse si guarderà intorno per vedere di cedere.
|di Cinzia Saccomani - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 160 volte


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