Ci si aspettava la reazione d’orgoglio dei bianconeri, dopo la inopinata e mortificante sconfitta interna contro il Napoli, e dopo la vittoria in CL, è arrivata anche quella di campionato, sul campo dell’Atalanta, ben disposta in campo dalla ex bandiera bianconera, Antonio Conte, che sicuramente teneva a dare scacco alla Juventus, non fosse altro per prendersi una piccola rivincita per il mancato arrivo alla guida della squadra bianconera.
Gara piena di luci, ma che lascia anche qualche ombra, e qualche dubbio, dato che nella ripresa era sembrato che si potesse replicare la rimonta di sabato scorso, con i padroni di casa accorciare le distanze per ben due volte, approfittando dei pochissimi errori difensivi commessi dai bianconeri.
Stavolta però la squadra ha reagito bene e ha reagito immediatamente, con la dovuta cattiveria di chi vuole immediatamente chiudere la gara e togliere ogni speranza agli avversari di una possibile rimonta, finendo addirittura con il dilagare, conseguendo un punteggio che forse fa torto alla squadra di Conte, abbondantemente in partita almeno fino ad una decina di minuti dal termine. LA TATTICA - Juventus scesa in campo con il modulo ormai abituale, 4 – 2 – 3 – 1, Caceres riconfermato a destra, coppia mediana Felipe Melo – Poulsen, linea avanzata Camoranesi – Diego – Giovinco, e Trezeguet unica punta; Atalanta con il 4 – 4 – 2, stile Antonio Conte, ossia modulo con gli esterni di centrocampo molto alti, e gli esterni difensivi anch’essi alti, insomma un modulo che consente di avere almeno sei uomini nella zona di centrocampo.
E’ l’Atalanta infatti che per una ventina di minuti riesce a neutralizzare ogni iniziativa dei bianconeri, e ripartire in modo efficace, anche se con scarsa concretezza nella zona dei sedici metri, anche se qualche buona occasione, fallita di poco, riesce a crearla.
La svolta della gara attorno al 35’ di gioco, nel giro di due minuti la Juve va in gol due volte, ed entrambe le volte l’azione nasce da Grosso, la prima addirittura con un cross dalla destra, nel quale Camoranesi di testa anticipa con grande tempismo la coppia centrale atalantina, la seconda con cross da sinistra, rinviato malamente da un difensore nerazzurro proprio sui piedi di Camoranesi, che dal limite batte di precisione a fil di palo.
L’Atalanta non ci sta, chiude in attacco il primo tempo, costringendo Buffon ad un intervento impegnativo su tiro da fuori, e nella ripresa accenna ad una reazione.
Il gol però arriva, come al solito, in una azione praticamente di contropiede, Cannavaro avanza lasciando un buco centrale, nel quale si inserisce perfettamente un lancio di Guarente per Valdes, che non viene recuperato da Caceres, e batte Buffon, un po’ incerto nell’occasione.
La reazione bianconera è furente, alla immediata ricerca del gol sicurezza, tanto che nel giro di pochi minuti arriva due volte alla segnatura, ma entrambe le reti vengono annullate per fuorigioco, la prima di Felipe Melo, molto discutibile.
Ma il terzo gol arriva lo stesso, con lo stesso Felipe Melo, gran tiro da fuori area, che si insacca all’incrocio dei pali.
Gara chiusa?, No, al contrario.
Ancora una volta la retroguardia bianconera si fa prendere da un lancio in velocità verso Ceravolo, liberissimo in quanto contrastato in ritardo da Grosso, entra in area di rigore bianconera, e batte ancora una volta Buffon, stavolta con un tiro a fil di palo opposto.
Ferrara pensa bene di coprire la squadra, schierando De Ceglie, per dare maggiore copertura sulla fascia, e la mossa si rileva efficace, l’Atalanta non riesce più a creare problemi, mentre la Juventus riprende a controllare la gara e macinare gioco, finendo con il dilagare, dapprima con Diego che sfrutta al meglio un traversone di Camoranesi, e successivamente con Trezeguet, che con il gol di stasera eguaglia Sivori.
IL FATTO - Un’altra goleada, frutto del modulo spregiudicatamente offensivo schierato da Ferrara, ed una prestazione con molte luci, ma come dicevo prima, anche con ombre e dubbi.
Cominciamo dai dubbi.
Incassare due reti, ancora una volta a seguito di cambi di gioco in velocità, in una gara nella quale il centrocampo praticamente ha fatto al meglio il suo dovere, è un segno, a mio giudizio, che qualcosa non funziona a dovere.
E’ ovvio che va meglio sistemata la fase difensiva, soprattutto quando il gioco si sviluppa o potrebbe svilupparsi sulle fasce: credo che sia il solito vizio di questo modulo di gioco, che come ho avuto modo di dire, rischia di spezzare in due la squadra.
Ma questa volta la coppia mediana ha funzionato a dovere, garantendo copertura alla difesa e interdizione a centrocampo, Camoranesi spesso è tornato in copertura, idem Giovinco, idem lo stesso Diego, quindi il reparto ha mostrato di essersi ben messo in campo, di avere buona propensione anche al sacrificio e alla copertura.
Quindi credo sia un problema di fase difensiva in senso proprio, ossia di corretto schieramento della retroguardia in situazione di ripartenze avversarie con palloni a tagliare il campo, e di migliore copertura degli esterni, sia da parte dei nostri centrali difensivi, sia anche dai nostri centrocampisti.
Rovescio della medaglia, il gioco offensivo funziona a dovere, avere tre mezze punte di grande tecnica, esalta sia il gioco del collettivo, sia anche il rendimento dei singoli, a cominciare dal Camoranesi stratosferico, a finire a Giovinco, sicuramente in fase di maturazione importante per la squadra.
Ha funzionato il filtro a centrocampo, la difesa è sembrata meglio coperta a lungo; la squadra va anzi al gol con una facilità impressionante, 14 reti in tre gare, da quando si schiera questo modulo, non possono essere casuali, per non contare anche qualche realizzazione
Soprattutto la squadra ha mostrato cinismo, ha fatto sfogare gli avversari, li ha colpiti a prima occasione utile, ha cercato immediatamente di mettere al sicuro il risultato, e riuscendoci, a ben vedere.
Proprio per questo, i due gol bergamaschi sono un pochino indigesti.
Ma ad ogni modo si è vinto, largamente, e per ora va bene cosi. |di Antonio La Rosa - Fonte: www.juventusnews.tk| - articolo letto 158 volte