E’ arrivata così anche la terza sosta del campionato per gli impegni della nazionali. Per il popolo rossonero decisamente più serena delle precedenti e menzione particolare spetta al mister Leonardo; il recupero di punti, gioco, fiducia non può che essere merito anche suo. Così come era stato duramente criticato dai media in generale così oggi dev’essere reso protagonista del momento positivo che sta attraversando la squadra. I giudizi di inizio stagione erano stati piuttosto duri, negativi, lo si giudicava uno yes-man, aziendalista, privo di esperienza, catapultato in panchina senza aver mai allenato in carriera con idee di gioco vicine al suo Brasile, al Brasile di Santana. I risultati non arrivavano, la squadra deludeva non solo sul piano dei risultati ma anche e soprattutto sul piano del gioco; ecco dunque le critiche feroci della stampa, per fortuna non dei tifosi rossoneri, non si aspettava altro che l’esonero, le dimissioni, il dopo Atalanta – Milan sembrava il capolinea della sua avventura rossonera. Ed invece la sua caparbietà, il suo proseguire senza ascoltare i vari rumors esterni, la difesa della società ma anche, sottolineiamolo, la sua preparazione tattica e le sue idee di gioco hanno allontanato le più disparate perplessità. La striscia positiva dell’ultimo mese indica il Milan come terza forza del campionato e prima in classifica del girone di Champions League; i rossoneri hanno disputato 7 partite vincendone 5 e pareggiandone 2, pareggi che alla fine potevano essere vittorie. Ed il merito è anche del mister.
Convinto dello schema con le tre punte, due esterne, Ronaldinho e Pato, ed una centrale, Borriello ed Inzaghi, ha proseguito con tale schieramento anche nei momenti più delicati della gara, abbandonandolo solo nei finali di partita; ha riportato Ronaldinho ad essere considerato indispensabile, a porlo al centro del gioco, a ridargli quella voglia di giocare che sembrava smarrita; ha recuperato Oddo come esterno di destra, giocatore che pareva di passaggio a Milanello; ha optato per Seedorf non trequartista ma giocatore utile sia come centrocampista che come attaccante aggiunto; ha dato fiducia a Dida in porta dopo l’episodio di Madrid, giocatore a cui nessuno avrebbe affidato nemmeno la porta di casa. Insomma ha saputo rigenerare una squadra che ad inizio stagione sembrava spenta, priva di idee, quasi incapace di reagire alle prime difficoltà. E quindi onori e meriti a Leonardo, perché è troppo facile attaccare il mister se le cose vanno male e poi non voler risaltare le capacità nello schierare la squadra o nel preparare la partita. Certo, a volte le sostituzioni appaiono tardive, ma quanti altri allenatori non incorrono in questo tipo di errore, se di errore trattasi. L’augurio è che le precedenti esperienze di Sacchi prima e Capello poi siano di buon auspicio, entrambi accolti con scetticismo dalla critica e poi vincenti e convincenti in panchina. Forse la rosa giocatori era, sia di qualità che anagraficamente, migliore di quella di Leonardo, ed allora ripensiamo alla stagione del centenario, il 1999, Zaccheroni in panchina, rosa discreta, senza grandi individualità, se non il solo Leonardo nelle vesti di calciatore, squadra ignorata e non considerata competitiva nei pronostici, ed annata poi conclusa a Perugia il 23 maggio 1999. Come? Per la risposta consultare l’almanacco rossonero. Buona lettura!. |di Piergiorgio Danuol - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 155 volte