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2009-11-20

Cannavaro: «La Juve al completo se la gioca con tutti»


Fabio Cannavaro a tutto campo ai microfoni di Juventus Channel per il Filo Diretto con i tifosi. Il difensore della Juve e capitano della nazionale parla ovviamente della squadra bianconera, delle polemiche che sono seguite al suo ritorno, delle ambizioni per questa stagione con il club e in azzurro e, per stare più sull’attualità, del furto perpetrato ieri sera dalla Francia ai danni dell’Irlanda nel ritorno dello spareggio per le qualificazioni mondiali. Argomento sul quale Cannavaro non fa il finto diplomatico, sparando a zero su Henry e sui francesi: «Mi dispiace molto per Trapattoni e anche perché dall’altro lato (la Francia, ndr) ci hanno sempre criticato per le vicende del nostro calcio, ma penso che a livello di fair play ieri hanno peccato un poco. Però è difficile contenersi quando si è in campo, ma almeno avere la decenza di non esultare troppo potevano avercela. La Francia è stata fortunata perché ha trovato giocatori con grande cultura sportiva come gli irlandesi, ma la partita sarebbe stata da fermare».
Visto il contesto, è comunque la Juve al centro del dibattito. Cannavaro anche in questo caso non ha paura a esporsi. E a un ascoltatore che gli chiede se la squadra bianconera al completo sia alla pari con Inter, Manchester United, Barcellona e Real Madrid, risponde senza esitazioni: «La Juve al completo se la gioca con tutti, perché Ferrara ha a disposizione una rosa grandissima». Sono molti gli spettatori che chiedono conto a Cannavaro del “tradimento” del 2006, quando passò al Real Madrid, e parlano delle polemiche seguite al suo ritorno di questa estate. Fabio non si sottrae alle domande: «Devo essere sincero - dichiara - in giro ho avuto sempre manifestazioni di affetto da parte dei tifosi. L’errore quando ci fu mia all’epoca della mia cessione. Non ci fu tempo per spiegarla. All’epoca fu fatta di tutta un’erba un fascio di quelli che andarono via. Ora sono tornato abbiamo spiegato i motivi. Sono rientrato in un ambiente dove mi ero già trovato benissimo, un ambiente che mi aveva dato tanto, che conoscevo bene e dove avevo lasciato tanti amici. La cosa importante adesso è la voglia e l’impegno che uno ci mette tutti i giorni. Nei miei riguardi nei due anni che sono stato qui si era creato un attaccamento impressionante, c’era un affetto enorme e capisco che quell’affetto quando sono andato via per qualcuno può essere diventato odio». «Quando uno veste questa maglia deve puntare sempre al massimo, perché la storia di questa società te lo impone». Cannavaro così illustra le sue ambizioni per la stagione in corso.
E quando gli viene domandato se è tornato per vincere subito o per contribuire a costruire un gruppo che possa vincere nei prossimi anni, non ha dubbi: «Mi auguro che si vinca subito - dice Fabio - ma penso che l’importante sia cercare dare sempre un esempio importante ai giovani, soprattutto a quelli che ti guardano dopo giorno in allenamento e a tavola a pranzo e a cena. Io quando ero giovane cercavo di copiare i trucchi del mestiere da gente come Ferrara e Maldini. Mi è andata bene: cercavo di capire gli atteggiamenti positivi e penso che quello sia il più bell’esempio che si può dare a un giovane». Per Ferrara la sconfitta col Napoli, da molti considerata il punto più basso della stagione juventina fino a questo momento, è stata particolarmente dolorosa: per come è arrivata, per chi l’ha causata e perché dall’altra parte c’era il fratello. «Mi ha bruciato tanto soprattutto per il modo in cui è venuta. Vincevamo 2-0, ma nel secondo tempo abbiamo smesso di giocare e abbiamo permesso al Napoli di fare tre gol. Perdere non piace a nessuno, ma il Napoli è stato bravo e ha sfruttato l’occasione e quindi dobbiamo fargli i complimenti». La Juve di Ferrara deve ancora lavorare tanto per essere pari a quella pressoché invincibile di Capello. Cannavaro ne è consapevole: «La Juve di Capello è stata costruita negli anni ed è arrivata a un livello veramente alto con tantissimi campioni. La finale mondiale l’ha dimostrato: in campo c’erano nove o undici membri di quella squadra. Questa Juve è una squadra con tanta rabbia che sta cercando di costruirsi giorno dopo per giorno per lottare contro una squadra (l’Inter, ndr) che in questo momento è più forte. Non è cambiato lo spirito della squadra, della società e dello spogliatoio. Per quanto mi riguarda, la mia posizione è cambiata perché adesso gioco a destra mentre con Thuram giocavo a sinistra, ma per il resto vedo poche differenze, perché c’è sempre una difesa a quattro in una squadra che cerca sempre di imporre il suo gioco». In questo momento al fianco di Cannavaro gioca un Chiellini in grandissima forma, soprattutto in attacco. E come possibile erede di Fabio molti indicano Ranocchi del Bari. A proposito del suo attuale compagno, ecco il parere di Cannavaro: «Tempo fa feci una battuta su Thuram, che ogni tanto andava in avanti, poi arrivato a un certo punto gli si appannava la vista e non riusciva a fare gol. Giorgio ultimamente riesce invece a far bene in attacco. Finché ha la forza per andare avanti e soprattutto per ritornare va tutto bene. La mia presenza gli dà tranquillità? Può darsi. La tranquillità è importante, perché ti permette di fare cose inimmaginabili. Nella mia carriera ho attraversato periodi difficili come quando stavo all’Inter. Avevo perso la stima per me stesso. È bastato cambiare ambiente e in dieci giorni sono rinato».
Quanto a Ranocchio, ecco il commento del centrale bianconero «Ne stanno parlando bene. È un giocatore giovane, che in questo inizio di campionato sta facendo benissimo col Bari. Certo non bisogna paragonare sempre un giovane a un veterano perché sono sempre storie diverse e poi si mette troppa pressione addosso ai giovani e si rischia di non farli crescere con tranquillità. Dipende da lui. Il campo da qui 15 anni dirà chi sarà il prossimo difensore della nazionale». Ultimo capitolo della lunga conversazione con Cannavaro dedicata alla nazionale. Innanzitutto, il capitano azzurro interviene sulla polemica sulla possibile convocazione di Amauri: «Ama in questo inizio di stagione mi ha impressionato per la sua voglia e la sua professionalità. Se sta bene, può cambiare volto alla squadra. Lui in nazionale? Io non penso che sia contestato. La verità è che i giornalisti sono bravi a creare dei tormentoni. Amauri ha fatto una scelta un anno fa. La Federazione e il gruppo conoscono le sue qualità. Quanto a Del Piero, non penso sia ignorato da Lippi. Semplicemente da inizio stagione non è ancora sceso in campo, quindi bisogna aspettare le solite grandi prestazioni del nostro capitano per segnalarlo al ct. Cassano? Un altro tormentone. Antonio è un bravissimo ragazzo e un giocatore forte, che però sa che bisogna rispettare le scelte di Lippi e soprattutto bisogna rispettare i giocatori che convoca, perché invocando sempre Antonio si manca di rispetto ai giocatori che vengono scelti. Totti? Non c’entra il fatto che non ha disputato le qualificazioni. Penso che sia Francesco sia Nesta abbiano fatto una scelta dolorosa per tutto il gruppo, ma non penso che torneranno indietro».
|Redazione Juventus News - Fonte: www.juventusnews.tk| - articolo letto 140 volte


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