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2009-11-21

Antonio Conte, l'equilibrista senza rete


Cari tifosi, si riprende il campionato in una situazione di classifica non rassicurante, siamo terz'ultimi a nove punti e in piena zona retrocessione.
A chi dare le colpe?
Da un recente nostro sondaggio, i tifosi hanno puntato l'indice contro la società per quasi il 47% dei votanti. Bè, non vogliamo discutere il voto popolare, però non possiamo nasconderci dietro un dito e non vedere negl'infortuni a raffica, le cause di queste ultime partite sciagurate che hanno portato lo zero in casella in tre partite disputate. Ora però l'infermeria si sta svuotando, in difesa stanno per rientrare Manfredini ed è ormai pronto Paolo Bianco. In attacco Conte potrà contare, dopo la partita di Siena, su tutti e tre gli attaccanti che lotteranno per un posto da titolare. In difesa sarà una scelta difficile non rompere gli equilibri psicologici di Federico Peluso, indicato dallo stesso Conte un potenziale forte, forte difensore centrale. Tenerlo fuori per una partita sbagliata contro la Juve sarebbe una mazzata tremenda per il giovane centrale neroazzurro e francamente non se la meriterebbe assolutamente.
Peluso in primis sa di aver sbagliato, ha chinato il capo, si è trincerato dietro un silenzio personale e si è rimesso a lavorare più forte che mai, pronto per un riscatto immediato fin da domenica. Sarà in attacco la patata più rovente da dover gestire per mister Conte, con un Acquafresca in forma come ai tempi di Cagliari, Tiribocchi in costante crescita e spesso a segno nelle ultime partite disputate e con Doni, sulla carta, "insostituibile" e "intoccabile", giungerà l'ora da notte di lunghi coltelli e importanti decisioni per il mister salentino. Decisioni importantissime che potrebbero far esplodere una bomba nelle quattro mura amiche di Zingonia. Che Doni non ami star fuori è ormai assodato, anche con una gamba, lui vorrebbe essere sempre presente e parlagli di carta d'identità e di periodo di poca forma fisica lo scalda moralmente. Il problema che il suo surriscaldamento potrebbe far riscaldare anche le acque di Acquafresca, rendendolo "acquabollente" e di conseguenza creare attriti interni che andrebbero a scapito di tutta la squadra. Stiamo parlando d' ipotesi, Conte dovrà fare l'equilibrista su un filo di lana senza rete di protezione, giungerà l'ora dove dovrà dimostrare che davvero non guarderà in faccia a nessuno e farà le sue scelte in base alla forma del signolo giocatore. Secondo noi, che non ne sappiamo nulla di tattica e moduli, Doni non è una punta, per cui un cambio di modulo per farlo giocare trequartista è impensabile, Conte lo considera, come l gioco delle tre carte dove il banco ne esce sempre vincitore, lo considera una punta, dunque, considerata l'attuale forma dei tre pretendenti allamaglia di titolare d'attacco, è proprio Cristiano Doni, il candidato numero uno a sedersi in panchina
Con quali conseguenze però?
Un terremoto potrebbe far vacillare i muri del centro di Zingonia, qualcuno ha già sbuffato per la preparazione "innovativa" e "particolare" dello staff di Conte e se in questa situazione non dovessero arrivare i risultati, siamo di fronte ad una polveriera pronta a d esplodere. Qui, più che mai, vedremo se Conte sarà all'altezza di gestire uno spogliatoio di serie A, se ne uscirà vincitore da questa sfida, le porte dello spogliatoio di Vinovo potrebbero davvero aprirsi in prospettiva futura. La nostra sensazione, per trovare gli equilibri, non per questo giusti, sarà tener fuori l'anello "debole" dei tre attaccanti.
Chi?
Andiamo per esclusione: Doni è il capitano unico, indiscusso, amato, lodato e chi più ne ha più ne metta, tenerlo fuori è impensabile, Acquafresca è approdato a Bergamo per giocare con continuità e se possibile, facendo bene, aumentare il suo valore di mercato, se così non sarà, a gennaio tornerà a Genova, ma a quel punto, chi vorrà un Acquafresca che ha "fallito" a Bergamo e con un reparto attaccanti affollatissimo come quello dei grifoni? Ci sarebbero conseguenze nefaste che chiamerebbero in causa un giro di presidenti, procuratori e società.
Chi rimane?
Ebbene si, Simone Tiribocchi, partito fin dall'inizio come terza punta, non ci sarebbero troppe remore a rimetterlo seduto, zitto e buono ad aspettare il suo nuovo turno.
Ingiusto?
Bè, parlare di giustizia nel calcio è impresa ardua, non ci rimane che attendere e vedere gli eventi, Conte è chiamato ad affrontare, non sul campo, ma nello spogliatoio una finale di Coppa del Mondo, sa che si sta giocando il suo futuro da grande allenatore proprio qui a Bergamo, in questi casi si dice "vita mia e morte tua", Conte la penserà così di fronte a certe scelte in cui verrà coinvolto Doni?
Ai posteri l'ardua sentenza.
|di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 125 volte


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