La Lazio si ritrova: al San Paolo un pareggio salutare... malgrado la classifica
La Lazio respira. Ordinata e concentrata, la compagine di Ballardini frena la corsa del Napoli, uscendo indenne dal San Paolo. Finisce 0-0 e si allungano ad 11 le gare senza successo. E' un “brodino caldo in pieno inverno” (ora è terz'ultima posizione a quota 12 insieme a Bologna, Livorno e Atalanta), che regala, però, ossigeno vitale ad una Lazio in crisi. Rinforzata, almeno momentaneamente, la posizione del tecnico ravennate, che ora può guardare ai prossimi impegni (Bologna, Salisburgo e Roma) con maggiore fiducia. Un pareggio a reti bianche che sottolinea l’ormai cronica difficoltà di andare a rete, ma restituisce quella sensazione di compattezza ed organizzazione di gioco che mancava da tempo. Resta finalmente inviolata la porta di Muslera, anche grazie al convincente ritorno di Stendardo.
C’è il tutto esaurito nell’infermeria capitolina che, oltre a Bizzarri, Siviglia, Dabo e Perpetuini, accoglie anche l’ex Francelino Matuzalem, rimasto a curarsi nella capitale, e a Stephan Lichtsteiner, che parte dalla panchina a causa di una fastidiosa lombalgia. Stringono, invece, i denti Baronio e Foggia. L’emergenza induce Ballardini all’ennesima rivoluzione tattica che si traduce in un 3-4-2-1 speculare allo scacchiere di Mazzarri. Il tecnico ravennate rinuncia ai 4 difensori, avanzando Kolarov sulla linea dei centrocampisti, e ripescando Cribari. Il brasiliano compone il terzetto difensivo con il confermato Radu e la novità (annunciata) Stendardo. Il centrale napoletano ritrova una maglia da titolare con la Lazio dopo due anni di “dissidenza” (l’ultima apparizione in campionato era stata il 20 gennaio 2008 proprio al San Paolo contro gli azzurri). A metà campo Brocchi slitta sulla destra, con Baronio e Mauri che compongono la cerniera centrale. Ma le sorprese in casa Lazio non sono finite, perché in avanti Foggia e Zàrate agiscono alle spalle di Julio Ricardo Cruz (in dubbio fino all’ultimo per un affaticamento muscolare) che a sorpresa scalza capitan Rocchi. Il bomber veneto, a secco da 11 gare, parte dalla panchina.
Mazzarri scioglie l’unico dubbio della vigilia a favore di Zuniga che, nonostante sia reduce da uno stato influenzale, viene preferito al più offensivo Datolo per sostituire sulla sinistra lo squalificato Aronica. Per il resto è confermatissimo il 3-5-2: Campagnaro, tornato abile ed arruolato, riprende il suo posto in difesa, al fianco di Cannavaro e Rinaudo. A metà campo i centrali sono Gargano e Pazienza (preferito a Cigarini) con Maggio a destra ed Hamsik libero di sostenere Lavezzi e Quagliarella. Ancora panchina per el tanque Denis pronto a subentrare.
Napoli ha ritrovato la voglia di sognare, l’assalto degli ultimi giorni ai punti di vendita ufficiali ha partorito un San Paolo stracolmo di entusiasmo in ogni ordine di posto (trasferta vietata ai sostenitori laziali). Sessantamila spettatori, quanti ce n’erano la sera della vittoria contro il Milan, che fin dall’inizio spingono gli azzurri ad acuire lo stato d’ansia biancoceleste. Già nelle prime battute, i padroni di casa assumono l’iniziativa al cospetto di una Lazio concentrata ma contratta. Al 7’ arriva il primo brivido sull’asse Pazienza-Maggio. Sul lancio lungo del mediano, l’ex esterno doriano brucia l’opposizione Kolarov e si presenta a due passi da Muslera. Provvidenziale l’uscita bassa del sudamericano che evita lo svantaggio lampo. I capitolini non riescono a ripartire in modo organico e allora al 10’ ci prova Zàrate con la consueta iniziativa personale: spunto e destro da posizione proibitiva, ma sfera che sorvola, non di molto, l’incrocio. L’episodio scioglie i nervi dei romani che si propongono con più continuità negli spazi. Foggia da una parte e Kolarov dall’altra, costringono Zuniga e Maggio ad una accurata fase difensiva. Intanto Zàrate scalda i motori e al 30’, prima manda a vuoto Campagnaro e Pazienza, poi dipinge una traiettoria insidiosa, che non arriva a metà a causa del gomito alto di Rinaudo in piena area di rigore. Tutto regolare per Saccani e ammonizione per il furibondo argentino. Sbollita la giustificata rabbia, Maurito si carica sulle spalle i suoi. Ci riprova al 36’ con un destro dal limite facile per De Sanctis, ma soprattutto si muove senza soluzioni di continuità intorno alla “boa Cruz”, creando i presupposti della pericolosità in compartecipazione con Foggia. Si chiude così, con una Lazio viva il complicato primo tempo del Napoli.
Schieramenti confermati alla ripresa delle “ostilità”, con Lavezzi che prova a rispondere con la sua vivacità al primo tempo convincente del dirimpettaio Zàrate. Al 5’, ficcante duetto del Pocho con Quagliarella, ma il mancino dell’argentino sorvola la traversa. Ballardini si sbraccia perché assiste ad una Lazio tornata molle e passiva, mentre il Napoli, fomentato dalla bolgia del San Paolo, aggredisce a testa bassa il fortino capitolino. E allora all’11’ il tecnico ravennate corre a ripari, inserendo Lichtsteiner per Foggia. Diventa una Lazio conservativa, con 5 difensori (al 24’ Diakitè sostituisce Cribari) e tre centrocampisti. Mazzarri vuole trasformare in paura la prudenza biancoceleste, inserendo il più offensivo Datolo in luogo di Zuniga. Al 17’ proprio l’ex Boca Juniors pennella un bel cross per la torsione area di Quagliarella che manca il bersaglio da buona posizione. 3’ dopo entra in partita Hamsik: lo slovacco, fin lì in ombra, verticalizza al bacio per la velocità di Lavezzi. L’argentino brucia Lichtsteiner, ma non il ritorno dell’ottimo Stendardo, autore di un esordio impeccabile. Al 22’ scocca l’ora di German Denis che rileva lo stanco Pazienza incrementando il potenziale offensivo di un Napoli voglioso dei 3 punti. La compagine di Ballardini subisce a fasi alterne, ma copre il campo con ordine, fornendo la sensazione di una compattezza ritrovata. Nell’ultimo quarto d’ora, il Napoli prova con la forza dei nervi e l’apporto degli esterni ad aprire la scatola laziale che, nonostante la stanchezza, tiene botta fino al 4’ minuto di recupero, quando in piena area una mano galeotta di Cruz, pareggia in extremis i dubbi da rigore. E' un pareggio che fa morale per i biancocelesti, nonostante una classifica davvero da brividi. |di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 120 volte