Catania: un tempo per uno, l'avremmo vinto, meritatamente
Un derby pieno di significati, un derby che peggio non poteva cominciare.
Dopo appena quattro minuti la gara è già in salita e, al Renzo Barbera, il Palermo va in vantaggio: calcio di punizione dalla trequarti, batte Miccoli che mette al centro dove c'è Migliaccio che anticipa Terlizzi e fa goal.
Il Palermo continua a pressare, cerca quasi disperatamente il raddoppio e ci prova all’ottavo con Kjaer di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo con il pallone che finisce sul fondo.
La prima occasione per il Catania capita al decimo ed è sui piedi di Morimoto che, ricevuta palla proveniente dalla sinistra da Llama, cerca una conclusione al volo che finisce abbondantemente alta sopra la traversa.
Ancora Palermo in avanti: Miccoli per Pastore che in diagonale spedisce di poco a lato.
A metà tempo arriva l’occasionissima per il raddoppio della squadra di Zenga: Miccoli entra in area, salta un paio di avversari e scarica col destro trovando la traversa.
Nel mezzo qualche buona opportunità per i rossazzurri con conclusioni dal limite di Morimoto ma Sirigu non riesce neanche a riscaldare i guantoni. A farlo potrebbe pensarci Mascara sul finire di tempo con un calcio di punizione da buona posizione: siamo sui venti metri, barriera non posizionata alla perfezione, il pallone è a girare ma alto e si spegne sul fondo.
La ripresa comincia con un doppio cambio nelle file rossazzurre: dentro Jorge Martinez e Ciro Capuano, fuori Terlizzi e Llama. Si passa dal 3-5-2 al 4-3-3.
L’inizio di ripresa è promettente, il Catania entra in campo con spirito diverso, d’attacco, alla ricerca del pareggio. La prima occasione è sui piedi di Alvarez che calcia dal limite sul fondo, ma sfiorando il goal.
E’ un altro Catania, è un Catania che corre senza sosta, che mette anima e corpo su ogni pallone e che trova meritatamente il pareggio: Morimoto tenta la conclusione, Sirigu respinge corto. Sul pallone si avventa Martinez che mette dentro.
Cambio azzeccato per Atzori, squadra che cresce minuto dopo minuto ma che, col passare del tempo, rischia anche qualcosina come quando al ventesimo il Palermo va vicino al goal su una mischia che si conclude con un calcio di punizione per il Catania, causa fuorigioco.
Ma, nel finale, Mascara batte una punizione sulla trequarti, tocca Martinez di testa e il pallone va in rete. Esultano tutti, nessuno protesta ma Romeo annulla. Nessuno ne capisce il motivo, sembra un fallo di mano, in realtà è fuorigioco anche se Spolli non tocca. E' una questione di interpretazione: "influenzare un avversario” significa impedire ad un avversario di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la visuale o i movimenti o fare gesti o movimenti che, a giudizio dell’arbitro, ingannino o distraggano un avversario. Ad ognuno la sua interpretazione.
Un altro episodio che, chiamatelo sfortuna o come volete, toglie due punti ai rossazzurri che fermano il Catania a quota nove, a tre punti dell’ultima e dalla terzultima. |di Fabio Alibrio - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 145 volte