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2009-11-23

Sua maestà Totti!


I latini dicevano “Per aspera sic itur ad astra”, ovvero la via che porta alle cose alte è irta di ostacoli: ma ciò non pare proprio il caso di Totti che sta spazzando via ogni barriera che gli si pone innanzi, infortuni compresi. Prostriamoci allora al cospetto del nuovo monarca del calcio italiano che sta riscrivendo la classifica dei cannonieri di sempre della Massima Categoria.
Quello che Francesco Totti sta realizzando in queste prime battute di stagione continua ad assestarsi su valori assolutamente eminenti, non più equiparabili ad un dignitario di Corte ma addirittura ad un Re del football.
Difatti il romanista occupa al momento i vertici della graduatoria bombers (agguantato il temperato Di Natale) con 9 reti su 8 partite e, cosa che più di ogni altra cosa rivendica la propria rilevanza, l’8° in assoluto fra i cannonieri storici del massimo torneo, 187 reti, ad un tiro di schioppo dal celeberrimo tiratore scelto Beppe Signori, che rispetto all’ex Pupone non poté vantare gloria al di là della frontiera italica. Pur non essendo deputato alla finalizzazione dell’azione, Totti sta ghermendo sempre più le sembianze di bomber di razza, malgrado le primavere comincino ad essere tante anche per lui, ben 33. La decorosa carriera del numero 10 della Roma sta assurgendo a leggendaria proprio nell’ultimo lustro, quando gli infortuni hanno cominciato a rendergli la vita grama, precludendogli diversi gettoni, e in coincidenza con l’addio alla Nazionale che, sarà un caso, da quando le si è congedato ha forgiato un crescendo da oscar dello sport, specie dal punto di vista realizzativo. Ormai la sua media gol è da capogiro, raffrontabile ai mostri sacri del passato.
Ogni domenica che transita in calendario Totti è sempre più letale ed incute rispetto mescolato a terrore agli avversari, che non sanno a che Santo votarsi per smorzarne la carica esplosiva. Un Totti così si candida per entrare fra i primi 3 bombers di sempre della A. Quota 200 dista 13 reti, e magari già quest’anno potrà raggiungerla senza tanti patemi. A quel punto gli si porranno innanzi solamente Baggio, Altafini, Meazza, Nordahl e l’irraggiungibile (per ora) Piola, fermo da decenni a quota 274 (290 comprendendo l’ante Girone Unico).
La sua stratosferica condizione non è più accreditabile ad una parentesi felice della sua carriera, non è frutto di qualcosa di provvisorio, visto che si protrae da diversi anni, cambiandone la figura: da buon calciatore che era a leggenda del calcio italiano ed internazionale. Totti mi ricorda una sorta di catacresi, dove in un certo qual senso l’eccezione diviene regola, ovvero la grandezza sfoderata in un match è riproposta in tanti altri incontri, lungi dall’essere circoscritta in pochi mesi. Con lui in scena un ipotetico regista cinematografico per allestire gli effetti speciali non avrebbe bisogno di disporre di un Animatronic: Totti è già da se un effetto molto ma molto speciale.
La Roma di oggi è più che mai vincolata alla sua verve: se Totti è out lo è anche la compagine giallorossa, mentre se Totti si veste da Superplayer la Lupa diviene un colosso del calcio, quasi una fortezza inespugnabile. Con Totti in campo tutto è possibile, ed ogni pessimistica previsione si eclissa davanti alle sue giocate d’altri tempi. Certo, non salterà mai l’uomo come Del Piero (a proposito, bentornato!), non avrà mai la classe di molti suoi antesignani del ruolo (da Meazza a Baggio), ma i numeri, quelli sì non suscettibili di interpretazioni soggettive, lo pongono al di sopra di ogni sospetto di “normalità”.
È un peccato che sia al servizio di un team che non gli rende giustizia come dovrebbe: un conto è dilettarsi alla Roma ed un altro sarebbe giocare nella Juventus, ma dalla vita non sempre si può (o si vuole) avere tutto. Totti ha scelto di vivere a Roma, in una sorta di prigione dorata che gli ha precluso tanta gloria e tanta notorietà che gli avrebbero valso ad esempio il Pallone d’Oro, ma evidentemente era quello che il fantasista giallorosso si augurava più di ogni altra cosa; d’altra parte non sempre si ha la fortuna d’indossare i colori per cui hai fatto il tifo da bambino, fra l’altro appartenenti alla città natale…
Se la Roma sogna di tornare ai vertici di competenza altrettanto si può proferire del Parma: altro che salvezza, dopo il successo corsaro a Firenze tutti si aspettano il colpo grosso dei ducali. Colpo Grosso, in senso figurato, con un pizzico di sproporzione alla vera natura della vittoria, che riesce alla Juventus, 1-0 all’Udinese proprio giovandosi del ritorno al gol dell’ex terzino del Lione e dell’Inter, nel giorno del rientro di Del Piero. Inter che non si genuflette dinnanzi a nessuno, tanto meno dinnanzi al Bologna, matato con severità, 3-1, palesando ancora una volta le mille risorse cui i nerazzurri possono disporre, da Milito a Cambiasso. A gonfie vele anche il Milan che ritrova la continuità che contraddistingue i team blasonati.
|di Albertosig - Fonte: www.calciomagazine.net| - articolo letto 196 volte


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