Zamparini a Coverciano. Totti: divinItalia. E Gattuso decide. Modello Parma. Coutinho star
Premessa: Maurizio Zamparini mi sta simpatico. Premessa bis: Palermo e il Palermo gli devono tanto, anzi tutto. Premessa tris: quando si arrabbia, Uragano Maurizio erutta più dell'Etna e del Vesuvio contemporaneamente. Tre premesse per sintetizzare la mia simpatia. Ma ci sono dei limiti, dei paletti inchiodano Zamparini. Non mi riferisco al fatto che sia un mangia allenatori, termine che tra l'altro Zamparini respinge come il migliore Buffon in volo da un palo all'altro. Anche se le statistiche lo inchiodano senza la possibilità di trovare mezzo alibi. Quello che non capisco di Zamparini è il metodo che lo porta a giudicare un allenatore in tre minuti, a cambiare idea tre minuti dopo, a rimangiarsela cinque minuti dopo. Ha preso Zenga riempiendolo di lodi e io mi permisi di scrivere che caratterialmente non avrebbero avuto lungo vita: hanno gestito i momenti difficili violentandosi, avrebbero voluto dire (soprattutto Uragano Maurizio) e non hanno detto, ma era normale immaginare che prima o poi il tappo sarebbe saltato. Ed è saltato. Quando, circa dieci giorni fa, Zamparini disse che l'eventuale esonero di Zenga per fare posto a Delio Rossi era una follia, un'invenzione, in quel momento ho capito che Delio Rossi sarebbe stato il nuovo allenatore del Palermo. Infatti. Ho un precedente di non troppi anni fa: ero a Genova nella primavera del 2003, inviato per il Corriere dello Sport, quella notte la Sampdoria tornò in serie A. Nella bolgia di Marassi mi arrivò una telefonata: "Guarda che Silvio Baldini sarà il nuovo allenatore del Palermo, c'è la firma". Telefonai in redazione, chiesi spazio (e lo ottenni) per una ribattuta. Anticipai quella notizia, Zamparini andò su tutte le furie e disse che "era un'invenzione, un atto di terrorismo giornalistico", ricordo come se fosse ieri. Mi telefonò Nedo Sonetti, a quei tempi allenatore in carica a Palermo, e mi disse che avevo preso un abbaglio assicurandomi che la firma sul contratto per il rinnovo in Sicilia sarebbe stata una formalità. Naturalmente Baldini andò a Palermo e io memorizzai che quando Zamparini si arrabbia e quasi insulta significa che hai beccato la notizia. Delio Rossi è un'ottima scelta per il Palermo e mi auguro (gli auguro) che non vada in discussione dopo due pareggi, il rischio c'è. Mi dispiace che Zamparini abbia buttato dalla finestra tanti (tantissimi) soldi per gli allenatori, avrebbe quasi potuto prendere – risparmiandoli – un Messi per il Palermo. Siccome dice non voler interferire sugli aspetti tecnico-tattici, e invece interferisce, gli manca soltanto Coverciano per coronare un sogno. Zamparini prenda il patentino a Coverciano, così risparmierà un sacco di soldi. E lo dico senza ironia, ma con l'affetto e la simpatia che ho verso una città fantastica come Palermo.
Fine novembre è un momento strategico per il mercato. Aggiornamento Lazio: Rever non convince perché è un po' lento e soprattutto non è un centrale di sinistra, alla Materazzi per capirci, la Lazio probabilmente lo cercherà in Italia magari non rispettando al cento per cento l'identikit tattico (nuovo assalto a Canini?), poi prenderà un mediano alla Sissoko – nella speranza di reintegrare Ledesma – e un altro attaccante. Confermo la pista Suazo per il Catania, è il vero sogno e Lo Monaco crede che non sia irrealizzabile, piacciono anche Succi (promesso al Bari) e Nicola Pozzi della Sampdoria. Spero che tutti prendano esempio dal mercato del Parma: equilibrato, competitivo, non troppo dispendioso (se rapportato ai circa 50 milioni spesi dal Napoli), a caccia di scommesse sulla carta vincenti (Panucci e Zaccardo). Il Parma è un esempio perché Leonardi lavora e non fa chiacchiere, mentre Ghirardi ci mette una bella cassaforte – senza buttare i soldi dalla finestra – e Guidolin alla console perfeziona l'aspetto tattico. Sono giorni delicatissimi quelli che sta vivendo Rino Gattuso: sinceramente non mi risulta, come ho letto, che la sua decisione di restare o meno al Milan dipenda dal fatto di essere titolare domenica sera a Catania (ammesso e molto non concesso che sia disponibile). Non avrebbe senso: se gioco una partita non vado via, altrimenti chiedo di essere ceduto. Bisognerebbe conoscere a fondo Ringhio per arrivare al nocciolo del problema: qui si tratta di capire se Gattuso si sentirà ancora importante nell'ambito del progetto Milan, oppure se è scivolato – nelle sue sensazioni, non nelle parole di Leonardo o Galliani – in terza o in quarta fila. Basterebbe la seconda fila per decidere di andar via, io spero che Gattuso abbia il supporto e le sensazioni necessari per archiviare qualsiasi tentazione di tagliare la corda. Dopo aver fatto i complimenti a Leonardo (la tappa con il Marsiglia è fondamentale per una svolta stagionale) resto dell'idea che se il Milan prendesse uno specialista difensivo di fascia destra o sinistra farebbe un salto di qualità enorme. Poi sono tormentato dai dubbi e dalle domande che spesso non hanno risposta. Prima domanda: ma perché si parla sempre di Amauri in Nazionale e mai di Thiago Motta che è un signor centrocampista? Seconda domanda: cosa hanno fatto di male a Siena per meritarsi un presidente da mille e un disastro? Terza domanda: ma siamo sicuri che decidere di mettere sul mercato Cigarini dopo aver speso undici milioni e una parte del cartellino di Garics sia una decisione saggia? Sapete come la penso su Cigarini: avevo preventivato, e lo dico con la massima modestia, i problemi di inserimento. E avevo anche detto che quei soldi non li avrei spesi. Ma adesso prima di tagliarlo, e di tagliare Zuniga senza averlo utilizzato una volta nel suo ruolo (fascia destra, non sinistra), ci penserei abbastanza. Cigarini più Zuniga: oltre venti milioni cash, mica bruscolini. Quarta domanda: fossi Mazzarri, farei di tutto (e di più) per recuperare Quagliarella. Come? Al limite cambiando modulo, acquistando una prima punta vera. Quagliarella ha fatto la prima punta a Udine in altre situazioni tattiche, con Pepe e Di Natale ai fianchi cambiava tutto, è evidente che vada messo nelle condizione di tornare il fantastico specialista emerso in terra di Friuli. Anche cambiando posizione ad Hamisk: a me piace più alto che basso, ma – ripeto – la priorità resta il recupero di Quagliarella. Due pensierini finali. Francesco Totti il Divino per una DivinItalia: il suo terzo gol al Bari, come la prodezza di Pato, sono gemme che ti fanno innamorare del calcio anche quando hai voglia di disintossicarti per colpa di Lippi, Abete o Collina. E' chiaro che inciderà parecchio la condizione di Totti nella prossima primavera, ma portarlo in Sudafrica è una priorità, esattamente come mettere le catene nel bagagliaio quando vai in perlustrazione sul Passo del Tonale a metà gennaio. Altro argomento: alla luce delle cose che ho visto e che mi hanno raccontato, sono molto curioso per lo sbarco di Coutinho in Italia. Un amico espertissimo di calcio brasiliano mi ha soffiato che sarà la rivelazione dei prossimi anni, un incrocio tra Zico e Baggio, un incrocio che produrrà un autentico fenomeno. L'Inter deciderà cosa fare, per il momento non fidatevi troppo delle clausole da 30 milioni per Neymar: mi stupirei se in Italia qualcuno si esibisse in tal senso. Il ragazzo è bravo, ma il gioco non vale quella montagna di soldi. Coutinho, invece, è stato un affarone: riscontri tecnici, immediati, per buongustai. |di Alfredo Pedullà - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 157 volte