Una sconfitta bruciante quella subita dai bianconeri a Bordeaux, che oltre a lasciare l’amaro in bocca, ridimensiona forse in modo irreversibile le ambizioni della squadra in campo europeo.
La vittoria dei francesi non fa una grinza, anche se maturata per un evidente errore di Buffon e resa più netta solo a tempo scaduto, perché è il frutto di una evidente superiorità tattica sul campo, di maggiore concentrazione e cattiveria mostrata per tutti i 90’, nonostante siano state poche le vere azioni da rete degne di nota.
E forse è proprio questa la nota più dolente, perché la Juventus ha subito due reti quando gli avversari avranno creato in tutto non più di tre – quattro azioni da rete degne di nota, ma nel corso di una gara nella quale i bianconeri mai hanno dato l’impressione di poter cambiare il corso della gara: hanno sì avuto una piccola impennata d’orgoglio a metà ripresa, potevano anche pareggiare su un delizioso pallone servito da Del Piero a Diego, tutto solo ad un paio di metri dalla porta, ma sarebbe forse stato un risultato bugiardo che probabilmente avrebbe mascherato i limiti di una squadra che finora, a parte alcune parentesi brillanti, mai ha dato l’impressione di poter essere padrona del campo e di poter comandare l’andamento della gara, qualunque sia stato l’avversario, in Italia o all’estero. LA TATTICA - Juventus schierata con il solito 4 – 2 – 3 - 1, e con una formazione praticamente titolare, grazie ai rientri di Sissoko e Del Piero, schierato nella linea avanzata di centrocampo con Camoranesi e Diego; stesso modulo schierato dal Bordeaux.
Diverso però il modo come il modulo si realizzava in campo, dato che mentre la Juve tendeva a mantenere fin troppo bassi i due mediani, quasi ad esclusiva copertura della difesa, il Bordeaux approfittava tenendo alti i suoi due mediani, Diarra e Menegazzo, permettendosi dunque di attaccare a pieno organico e di potersi mettere praticamente a 4 in fase d’attacco.
Per fortuna la retroguardia bianconera teneva al meglio, concedendo pochissimi spazi sia al temuto Chamakh, sia ai centrocampisti offensivi avversari, per cui occasioni da rete vere e proprie non se ne vedavano, anzi la prima occasione ghiotta l’aveva proprio la Juventus, con Chiellini, che di testa sfiorava la traversa.
Rischio nel finale per i bianconeri, ma Buffon non si faceva sorprendere in uscita da Chamakh, respingendo il suo tiro.
Nella ripresa i bianconeri sembravano più intraprendenti, ma proprio nel momento migliore arrivava il vantaggio dei francesi, su calcio piazzato dalla sinistra, lievemente corretto da Menegazzo, che sorprendeva Buffon, sembrato incerto nell’occasione.
La Juventus provava a recuperare il risultato, con Diego protagonista, ma una sua conclusione veniva respinta dal portiere, e successivamente non riusciva a correggere a rete da pochi passi, e a porta ormai sguarnita, un pallone delizioso servitogli da Del Piero.
Praticamente era questo l’ultimo acuto dei bianconeri, che pur provando a velocizzare il gioco, anche con l’ingresso di Immobile e Giovinco, non costruiva altre azioni da rete di rilievo, subendo anzi, a tempo scaduto, la rete del raddoppio francese.
IL FATTO - E adesso dovremo giocarci tutto nell’ultima gara, contro il Bayern Monaco, in una sorta di spareggio nel quale avremo sì due risultati a disposizione, ma proprio per questo gli avversari, non avendo nulla da perdere, potranno essere molto più spregiudicati e rischiare il tutto per tutto.
Insomma situazione non compromessa, ma certo da non dormirci sonni tranquilli sopra.
Per carità, anche in caso di pareggio la situazione sarebbe stata identica, ma quello che lascia molto perplessi, è il rendimento medio della squadra in Europa, mai convincente, e non a caso nelle due vittorie conseguite, contro il Maccabi, il risultato è stato sempre ottenuto di misura, e con prestazioni non propriamente da antologia.
Certo, si potrebbe pure inserire questo rendimento dei bianconeri, nel più ampio quadro di rendimento poco brillante delle squadre italiane in europa: basti pensare che la capolista del campionato è per adesso terza nel suo girone, dunque anch’essa a rischio eliminazione, obbligata a vincere l’ultima in casa; che il Milan sta meglio, può anche pareggiare l’ultima a Zurigo o paradossalmente perderla se il Marsiglia non vince, o addirittura perde l’ultima; che solo la Fiorentina, non brillantissima da ultimo in campionato, ha passato il turno, ma non è certa del primo posto in girone.
Come dire, anche se passano tutte e 4, potrebbero passare tutte da seconde, o tre da seconde, e al termine di una fase poco esaltante per il calcio italiano e che lascia sperare ben poco sugli esiti della presente edizione di Champion’s League.
Ma questo non può diventare un alibi o una giustificazione per i bianconeri.
Lo scorso anno i bianconeri, con Ranieri in panchina, ed una squadra ritenuta non diversa come potenziale da questa, forse anche più debole, vinse alla grande il suo girone, battendo due volte il Real Madrid, con una straordinaria prestazione al Bernabeu: e questo in una fase della stagione, nella quale le cose in campionato si erano messe male.
Quindi mi pare evidente che, almeno in Europa, ma anche in campionato, la Juventus abbia fatto evidenti passi indietro, e che ci sia una vera e propria crisi di identità, dato che la cosa preoccupante di questa squadra è che spesso non sappia reagire quando si trova in difficoltà o quando si trovi sovrastata dagli avversari, insomma non sa cambiare pelle in corsa.
E come aggravante, mi pare che Ferrara stia provando a trovare soluzioni ma senza logica, avventurandosi in scelte estemporanee, non certo meditate, ma quasi appellandosi alla fortuna, e solo così si spiegano i cambi effettuati nella ripresa.
C’è solo da sperare che d’ora in avanti, con l’organico praticamente al completo, il nostro tecnico possa con continuità provare un modulo di gioco, e apportare le necessarie correzioni: per dirne una, se deve insistere con il 4 – 2 – 3 – 1, mi pare evidente che non si possa fare a meno di Giovinco; che se Del Piero e Diego debbono giocare assieme, non possono farlo certo in questo modulo, ma va provato il rombo di centrocampo; che se Amauri continua nella sua involuzione, ci troveremmo di fatto senza attaccanti per adesso, anzi con il solo Immobile, giocatore della Primavera, a dovere essere schierato.
Ad ogni modo, da qui fino a Natale ci si gioca gran parte della stagione, sia in Europa, sia all’interno dei confini nazionali. |di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 134 volte