Cari tifosi, vi scrivo a pochi minuti dalla conclusione di una giornata del tutto negativa per l'Atalanta, sconfitta senza scusanti da una squadra di serie C in Coppa Italia con conseguente eliminazione.
Ebbene, dopo il fischio finale dell'arbitro ne ho sentite di tutti i colori, "Guarente vattene a Firenze", "Doni hai rotto i c...", "Conte vai alla Juve", "Società vergognosa"
Arrivato a casa e connesso a facebook sulla nostra bacheca "atalantanewscom redazione", ho letto messaggi da tifosi a dir poco infuriati.
Potremmo accodarci anche noi al coro di protesta, chiedendo la testa di uno piuttosto che dell'altro, invece quando avviene un terremoto è bene ripartire su ciò che è rimasto in piedi.
Cosa è rimasto? Poco o niente, è vero, però dalle macerie una cosa sicuramente emergerà fin da stasera:L'ORGOGLIO!
Questo non deve mai mancare in qualsiasi uomo, men che meno in un atleta professionista, dove una giornata storta e diciamolo pure, vergognosa, è sempre dietro l'angolo.
Abbattersi e piangersi addosso è inutile, bisogna risollevare subito la testa, tutti insieme, è la fortuna degli sport di squadra di non rimanere soli con se stessi, come avviene in altri sport.
Ora più che mai serve unità di gruppo, a partire da capitan Doni, che anche oggi si è fatto per l'ennesima volta ammonire per proteste.
Non serve alzare i decibel della voce per cambiare il corso di una partita, anzi, si rischia solo di perdere la calma e di perdere la testa, non ragionando più e perdendo la connessione testa/piedi, fondamentale nel gioco del calcio.
Parliamoci chiaro, il Doni e Guarente visti oggi non ci sono ancora, Doni in questo modulo non riesce a giocare, si vede lontano un chilometro che s'impegna come un ossesso, vorrebbe ma non può.
Problema fisico? mentale?
Non lo so, sta di fatto che solo con l'intelligenza di un uomo di 36 anni si potrà uscire da questa situazione.
Se Doni capirà che il suo ruolo è fondamentale nello spogliatoio, indipendentemente dal fatto che lui giochi o meno, questa squadra andrà lontano, ne siamo certi.
E' inutile criticare uomini come Caserta o Madonna, sappiamo che più dio tanto non possono dare per limiti tecnici fisiologici, qui bisogna che il capitano dia l'esempio e faccia un passo indietro per permettere alla squadra di farne due avanti.
Conte esprime il suo gioco migliore con un 4-4-2 classico con due attaccanti di ruolo, questo è un 4-4-1-1, è inutile nasconderci dietro un dito.
Invitiamo, nel nostro piccolo, alla calma, niente catastrofismi, tutti noi sapevamo che la Coppa non l'avremmo vinta, ma una serata indimenticabile l'avremmo vissuta volentieri, è dalla partita con la Juventus e la Fiorentina in coppa Italia, che non si vivono atmosfere magiche e di emozioni storicamente memorabili.
Nessuno pretendeva di vincere la coppa, ma essere competitivi fino in fondo, questo si, c'è modo e modo di uscire da una competizione e uscire come lo si è fatto oggi da maledettamente fastidio.
Ok, dobbiamo voltare subito pagina, tra due giorni fortunatamente si ritorna in campo, non ci sarà più il Lumezzane ma la Roma.
Abbiamo visto oggi come le motivazioni nel calcio sono tutto, oggi le avevano di più gli avversari, domenica ne avremo mille di più noi. |di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 145 volte