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2009-11-27

E' l'ora del derby: forza Sampdoria, non smettere mai di lottare e farci sognare


Al fischio d’inizio conteranno meno di zero ogni discorso sull’esclusività del Ferraris, sulla storia rossoblu bruscamente interrotta dal 1946, ma comunque sempre presa ad esempio come unica nel suo genere, sul nostro presunto status di forestieri di periferia.
Quando la palla comincerà a muoversi, le barzellette, gli sfottò, le dichiarazioni di onnipotenza lasceranno spazio al campo, nel quale due compagini si daranno, civilmente e sportivamente, battaglia: in palio non c’è soltanto l’occasione per acquisire la superiorità cittadina in una serata, obiettivo storicamente vitale per chi non aveva altri obiettivi da raggiungere oltre a godere delle cadute altrui (Berna, Wembley, Bologna su tutte), ma punti pesanti in chiave europea.
Il derby è sempre il derby, un doppio appuntamento atteso per un anno, per 365 giorni, un giorno dopo l’altro, con ansia, speranze, trepidazione, ironia e orgoglio dei propri colori, ma bisogna anche compiere un passo più avanti, per uscire dal guscio di provincialismo e chiusura da sempre regnanti sovrani nella nostra città. Ci attende una sfida molto equilibrata, contro una compagine alla quale non manca nulla per poterci mettere in difficoltà: qualità, quantità, corsa, spirito di sacrificio, coesione di gruppo e un tecnico capace, duttile, dalle idee chiare. Sarà anche la sfida a distanza Delneri e Gasperini, tra i tecnici maggiormente stimati, innovativi, sempre alla ricerca del risultato da raggiungere tramite il bel gioco.
Sotto questo profilo il derby esula dalla filosofia del divertimento: mai, come in quest’occasione, conta unicamente il risultato, meglio se raggiunto in scioltezza e con disinvoltura, ma nessun tifoso si strapperebbe i capelli se il proprio club si aggiudicasse il derby subendo a lungo l’avversario, ma capitalizzando al massimo le rare occasioni create: fortuna, direbbero gli sconfitti, cinismo, sosterrebbero i vincitori. Al di là delle diverse interpretazioni, un dato è certo: non dipende se, o come si ottiene il risultato, oppure chi compare nella lista dei marcatori: conta vincere, basta vincere, soltanto vincere.
Per appuntamenti simili è vietato effettuare pronostici, non significa nulla aver più punti in classifica, oppure aver vinto gli ultimi derby. Cambiano i volti di numerosi protagonisti, i momenti della stagione, le novità tattiche degli allenatori, le sorprese negli undici titolari, gli stimoli dei subentrati, ma su un dato di fatto è impossibile discutere: spesso e volentieri sono gli episodi a farla da padroni. Il fato e la fortuna sono fattori importanti, ma vanno ricercati con ardore, impegno, abnegazione, spirito di gruppo e determinazione a superare qualsiasi tipo di ostacolo, soprattutto se apparentemente insormontabile.
Al primo minuto saranno 11 gli uomini con addosso la casacca blucerchiata, a loro ci affideremo, a loro trasmetteremo la nostra grinta, la voglia di non mollare mai, il desiderio di scrivere un’altra pagina di storia, nata nel 1946, consolidatasi con dignità e orgoglio nei periodi più duri, capace di portare Genova a trionfare in Italia e in Europa. Non mancano senz’altro i possibili interpreti delle nostre volontà: Luca è sempre in grado di tirare giù la saracinesca nel momento topico dell’incontro, Fabrizio viene trasportato dalla voglia di spaccare il mondo, tipica di un ragazzo della sua età, ma, al tempo stesso, dalla consapevolezza di non compiere il passo più lungo della gamba, migliorandosi e affermandosi senza bruciare le tappe.
Daniele sta dimostrando a tutti che la scorsa stagione è stata un’annata sfortunata per l’intera squadra, perché il suo rendimento, a partire dal goal decisivo alla prima di campionato a Catania, ha finora conosciuto rarissime battute d’arresto. A seconda delle scelte del mister, Stefano e Marco sono pronti a rispondere presente all’appello: il primo punta sull’esperienza e sulle precedenti stracittadine, il secondo sul maggior spazio finora ottenuto tra gli 11 titolari, sulla freschezza anagrafica e sulla fame di successo. Reto potrebbe rappresentare l’asso nella manica: traversoni dal fondo e soprattutto insidiose punizioni potrebbero aprire nuovi sbocchi alla manovra blucerchiata.
Al Marco elvetico e al bomber Daniele spetterà il compito di volare sulle corsie esterne, creare la superiorità numerica e aprire la difesa avversaria: lo svizzero ha l’occasione giusta per garantire maggiore concretezza alle proprie iniziative, mentre l’ex partenopeo vede la porta con straordinaria facilità, il suo feeling con il goal potrebbe tornare seriamente d’attualità. L’Angelo Blucerchiato è invece il simbolo dell’ambiente, della squadra, della società, di ognuno di noi tifosi: Angelo è la Sampdoria. Ha la fascia da capitano attorno al braccio, il cuore blucerchiato che pulsa a grande ritmo, i piedi caldi per sradicare la sfera all’avversario e sventagliare a favore dei compagni. Il setto nasale si è fratturato, ma Andrea, seppure mascherato, dovrebbe esserci, è disposto a tutto pur di non mancare all’appuntamento atteso da un anno in città. Per lui sarà il primo derby, ma siamo certi che non verrà tradito dall’emozione: al debutto dal primo minuto ha sfidato l’Inter Campione d’Italia con la personalità di un veterano, la caparbietà di un lottatore, la classe di un campione.
Potrebbero essere proprio questi i veri protagonisti del derby, perché maggior parte delle attenzioni rossoblu saranno concentrate sui pericoli pubblici numero 1: Giampaolo e Antonio. Nell’ultimo derby il Pazzo rimase a secco, adesso è un’altra Sampdoria, le occasioni fioccano, lui ci ha abituato da sempre a castigare in area di rigore, è pronto a festeggiare a modo suo, per la pazza gioia dei suoi sostenitori, per la pazza disperazione dei suoi avversari. Lui vuole lasciare il segno. Può e deve essere anche la gara di Fantantonio. Il genio barese è riuscito ad evitare quel giallo che gli avrebbe fatto saltare per squalifica la stracittadina; contro il Chievo ha mostrato importanti segni di ripresa, è carico, è voglioso di far saltare per aria qualsiasi gabbia preparata ai suoi danni, a dribblare gli avversari come birilli, Maggio ringrazia ancora. La squadra deve giocare per Antonio, lui deve dare il tocco di genio, la pennellata dell’artista, prendersi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà, e contribuire alla riscossa.
I protagonisti potrebbero essere più di 11: Franco e Damian stanno recuperando, soprattutto l’ex clivense, a gara in corso, potrebbe rivelarsi la carta a sorpresa, il jolly, l’arma in più a disposizione per il mister al fine di ripresentare il suo 4-4-2 con i migliori interpreti in organico. Senza dimenticare la sampdorianeità del Bello Bello, la fame di spazio e goal di Nicola, al quale sono stati finora concessi soltanto scampoli di partite.
E allora forza Sampdoria, gioca con il sangue agli occhi, imponi il tuo gioco, dimostra di che pasta sei fatta, non smettere mai di lottare e farci sognare. Noi della Gradinata Sud ti inciteremo in maniera incondizionata e senza soste, come da tradizione: per gli oltre 90’ saremo una cosa sola, tutti con la maglia blucerchiata addosso, il cuore doriano pronto a soffrire e gioire, chi in campo, chi in panchina, chi sugli spalti. Forza ragazzi, la storia della Sampdoria vuole conoscere i nomi dei suoi nuovi eroi.
|di Diego Anelli - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 151 volte


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