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2009-12-08

Atalanta: quando un silenzio vale più di mille parole


Cari tifosi, chi ci segue da un pò di tempo saprà bene che a volte ci siamo lasciati andare in alcuni commenti e analisi un pò forti nei termini, calcando un pò troppo la mano sui concetti per mettere un pò di sale nella notizia o nelle nostre valutazioni.
Bene, si tende a fare così quando le cose vanno bene perchè si possono accettare più serenamente da parte di tutti, critiche e analisi, ricordando sempre che stiamo discutendo di calcio e non dei destini della Terra.
Viceversa però, sono il primo che quando la situazione si fa difficile, cupa, in cui si respira un area pesante con nubi nere sulla testa, vengo assalito da un senso di protezione nei confronti della parte debole che nquesto caso specifico ha due nomi: Società Atalanta e mister Antonio Conte, presi di mira da un fuoco incorciato dei tifosi, stampa (non tutta) e addetti ai lavori.
Oggi spargere sale sulle ferite aperte della società e Mister sarebbe un atto masochista da parte nostra, preferiamo metterci nei loro panni, cercando in tutti i modi, nel nostro piccolo, di dare il nostro contributo alla causa. Sappiamo benissimo che una dirigenza che parli alla tifoseria e alla stampa renderebbe chiarezza, non farebbe sorgere dubbi e supposizioni legittime o casi di presunti attriti all'interno dello spogliatoio. Tutto questo nasce proprio per una mancanza di dialogo e confronto reciproco giornaliero.
Per contro però è vero che i dirigenti neroazzurri, non possono ogni giorno correre dietro a questa o quell'altra notizia per smentirla o confermarla, questo non è nello stile Atalanta, sia quando si navigava in zona Uefa che quando si era alle soglie della retrocessione. E' sempre stata una società che ha preferito far parlare i fatti, evitando di far dichiarazioni che in questo mondo il più delle volte vengono smentite dai fatti il giorno dopo. Un esempio l'abbiamo avuto nel vicepresidente del Milan Adriano Galliani, che negli ultimi anni ha detto tutto e il contrario di tutto, mandando su tutte le furie i proprio tifosi, trattati come gente con l'anello al naso. A chi non avrebbe fatto piacere, ieri, sentire il presidente Alessandro Ruggeri o Carlo Osti fare il punto della situazione presente e futura?
A tutti presumo, però se non si ha nulla di concreto da dire è giusto tacere. Ha parlato mister Conte, creando per di più polemiche e analisi catastrofiche da parte della stampa, con supposizioni di parlare a nome della società o peggio ancora di parlare per far pressioni alla società, creando malumori tra i giocatori che si sono sentiti dire, tra le righe, che sono dei bidoni non adatti a questo suo modo di giocare e serviranno 4 innesti urgenti. Pensieri legittimi che nel silenzio possono emergere senza opposizione, creando terremoti intorno alla società e allarme nei tifosi. Un altro caso emerso per macanza di comunicazione? Il presunto caso DOni per la sua mancata convocazione a Firenze. Noi prendiamo la versione ufficiale della società che ha dichiarato Doni non utilizzabile per un affaticamento, punto. Tutto il resto sono invenzioni, supposizioni, dubbi che emergono quando si naviga in mezzo ai guai.
L'anno scorso Cristiano Doni è mancato in parecchie partite, ma la squadra volava lo stesso e l'assenza di Doni ricadeva nella normalità delle cose. Quest'anno sembra che gli assenti siano diventati dei fenomeni salvatori della patria, Doni su tutti, ma addirittura diventano indispensabili Tiboni, Layun, Radovanovic, Costinha etc. Ok, è vero che gli assenti hanno sempre ragione, ma in questo caso si sta davvero esagerando. Capitolo allenatore: Conte ci piace molto per carisma, grinta, staff atletico che lo supporta e lo riteniamo un allenatore dal futuro roseo.
Il problema attuale di Conte è che ha preso in mano una squadra non sua, ci trovano in parte d'accordo coloro che vorrebbero da lui una maggior saggezza tattica, cercando di non tirare la squadra in mezzo alla tempesta a tutti i costi fino a Natale con pessimi risultati, solamente per seguire il suo credo calcistico Avrebbe dovuto (secondo la nostra umilissima opinione), nell'attesa di poter attuare il suo modulo con nuovi arrivi, adattare il suo gioco in base agli uomini disponibili, nessuno si sognerebbe di fare una pelliccia di visone con un pelo di pecora. Il futuro di Conte? scordatevi che la società lo esoneri, prima della fine dell'anno, non solo per motivi squisitamente economici, anche perchè l'Atalanta crede nelle sue capacità. L'unico cataclisma che potrebbe accadere, potrebbe arrivare dall'orgoglio e dalla grande auotostima di questo allenatore che pur di non affondare insieme alla nave e subire l'onta di una retrocessione compromettendo il suo futuro d'allenatore emergente, abbandona prima della fine della stagione, soprattutto se non gli arriveranno quegli acquisti da lui richiesti. Se davvero ci sono malumori negli spogliatoi è giusto che si risolvano al loro interno, se ci sono giocatori demotivati e scontenti è giusto che parlino e si facciano sentire con chi di dovere, il silenzio porta ognuno per la sua strada consapevole di aver dentro di se la parte della ragione, se non c'è confronto non ci saranno mai soluzioni. Capitolo acquisti: Bene, le casse sorridono, ma questo nel mercato del calcio non è il requisito principale, molto spesso sono altri i fattori che possono far arrivare buoni giocatori nella propria squadra. Uno su tutti è la posizione di classfica non compromessa (se giriamo a 15 punti lo sarà fortemente), il progetto e gli obiettivi della squadra. E' la legge del mercato che detta le regole, un giocatore che ha più offerte, valuta innanzitutto l'aspetto economico e su questo non possiamo certo fare la voce grossa rispetto alle nostre concorrenti (Bologna, Livorno e Siena con una nuova società), in seconda battuta valuterà la squadra in cui andrà a giocare e se è fortemente indicata per la retrocessione, ci penserà tre volte a venire da noi.
"Vogliamo giocatori di qualità e pronti a farci fare il salto tecnico e tattico", urlano i tifosi. Qui sorridiamo un pochino, perchè a parole ho sentito in questi giorni i nomi più disparati, Toni, Maresca, Rocchi, Montolivo, Zauri, Natali, Bianchi, Adriano e altri ancora, senza renderci conto che un conto è l'acquisto e un conto è l'ingaggio. Potremmo prendere qualche prestito, ma l'ingaggio poi? Con 500 mila euro di tetto ingaggio, non si può di certo prendere Toni che ne vuole 6 di milioni, questa è follia dettata da chi non è molto ferrato in conti economici e bilanci societari. Dunque come comportarci in tutta questa situazione? Fiducia e pazienza, tanta pazienza, aspettando ancora qualche giorno per saperne di più. L'invito che mi sento di rivolgere alla società è quello di rasserenare i rapporti con i tifosi e la stampa, non è certo creando le barricate che si risolvono le cose, ma cercando di creare con l'esterno rapporti di buon vicinato, senza lasciare cani sciolti in giro, pronti a critiche ingiuriose e false nei vostri confronti. Siamo alle porte del Natale, ma soprattutto di un nuovo anno, dove si fanno di solito sempre progetti positivi e buoni propositi. Ecco, giriamo pagina, resettiamo tutto, attriti, sentenze, accuse, rapporti e ripartiamo tutto in perfetta sintonia e serenità, in fin dei conti si sta parlando di calcio e devono essere gli attori per primi a non esasperare un mondo di per se poco equilibrato e irrazionale.
|di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 172 volte


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