Lasciatemi godere e sognare ancora con il mio piccolo grande Milan... Dopo tutto cosa è un sogno? E cosa è un tifoso senza un sogno? La passione, che arde e brucia, che ci fa sobbalzare, abbracciare... urlare come matti, alimenta furtivamente il sogno più recondito, quello che, soprattutto in questa stagione, abbiamo avuto paura di raccontare per non essere derisi, per non dare adito a quella ilarità, tanto sana quanta divertente. Spazio dunque al piacere e alla esaltazione della fantasia. Dopo tutto il mondo del pallone è invaso da tanti personaggi buffi e grotteschi per essere considerato troppo sul serio. Che facciano pure i loro stramaledetti affari, divertendosi fra acrobazie di bilanci e furbe plusvalenze, sempre in equilibrio fra contratti faraonici e ipocriti affetti. Tanto a noi resta sempre la parte più magica del gioco più bello: i sentimenti, le emozioni, le speranze... i sogni ancora custoditi gelosamente nell’archivio della nostra coscienza. Eh sì... La vera favola la viviamo noi... nessun mercenario, nessun teorico illuminista potrà farla svanire, ne spogliarci o privarci della nostra passione. E’ vero, ci hanno provato in tutti i modi a svilire aspettative e speranze. Avevano invaso le nostre menti col nulla. La paura di un crollo verticale era da molti condivisa quanto conclamata. Qualcuno, malgrado tutto, sembra soffrirne ancora. Eppure siamo ancora vivi. Il cuore batte a mille... ad un passo dalle vette più alte... a credere e sognare... perché tutto è ancora possibile. Criticatemi quanto volete, ma io continuo a divertirmi come un bambino. La mia squadra sa regalarmi ancora sussulti di gioia ed emozioni incomparabili. Che ci provino ancora a portarmele via, avrò un motivo in più per opporre virtù all’inerzia e al disfattismo.
Ditemi che la scorsa domenica a Catania non avevate imprecato e sofferto quanto e più di me. L’avevamo tirata troppo per lunghe: i tre giocolieri lì davanti non erano riusciti ad eccitarci nemmeno un po’. Poi è bastato un Huntelaar qualsiasi, tirato fuori dal cilindro magico al momento giusto, per farci avere, in appena 60 secondi, una eiaculazione talmente precoce da farci stramazzare di piacere. E che dire della sveltina con la Sampdoria? In 23 minuti di grazia le giocate dei nostri abbattevano gli ultimi spauracchi, con una cavalcata capace di suscitare l’estasi generale. Non so chi più dei campioni, che vestono la nostra gloriosa maglia, saprà regalarci ancora, e per tutta la stagione, emozioni simili, ma sono certo che ne vedremo delle belle, magari portando a casa qualche volta anche delle sberle, ma ci divertiremo e godremo, anche soffrendo, sino in fondo. La visione magica di una stagione che entra nel clou non può che esaltare il piacere del sogno. Per farlo dobbiamo tenerci lontani, sempre più, dalla cultura del nulla. Sganciamoci dai pettegolezzi e dai pregiudizi, restiamo pure comodamente seduti e continuiamo a goderci lo spettacolo. Proprio quando il sangue sembrerà esplodere nelle vene, la palla gonfierà la rete, l’incanto celato assumerà ancora le sembianze di un uomo in calzoncini bianchi e in maglia rossonera.
Non ho consultato fattucchieri o mestieranti maghi, non serve certo la sfera di cristallo per percepire che, comunque vada, sarà una stagione diversa, almeno dalle due precedenti. La sensazione è che alla fine riusciremo pure a vincere qualcosa di importante, non so dirvi cosa e non so spiegarvi il perché... ma sono delle percezioni che respiro quando gioca questa squadra. La mia squadra! Comprendo, gara dopo gara, come le potenzialità non siano ancora del tutto esplose e come tutto possa incredibilmente ribaltarsi a nostro favore. Sarà che ho troppi ricordi, belli e brutti, che mi legano a questa maglia e al suo passato... Saranno le coincidenze. L’ultima quella del 2006, quando la partenza di Sheva paradossalmente consacrò Kakà, portandoci alla settima Champions. Sarà che mi convinco sempre più di un altro paradosso: che oggi il mio Milan possa cantare al mondo “per fortuna che (non) c’è Ricardo” in contrasto con le note della famosa canzone di Gaber. Sarà quel che sarà… ma prepariamoci a qualcosa di eccezziunale veramente! Il fatto poi che un tifoso come Abatantuono non abbia rinnovato l’abbonamento è solo l’esempio della crisi di fede che ha scatenato il nulla durante i mesi scorsi. Anche lui avrà comunque a disposizione il mini abbonamento per rifarsi. Chissà se sottoscrivendolo non riceva una letterina di ringraziamento da Babbo Galliani.
Qualcuno, con più raziocinio e più prudente di me, rimanderebbe queste eccitazioni, quanto meno, alla fine del girone di andata. Le prossime gare di campionato saranno certamente un valido e ulteriore banco di prova per testare le potenzialità della squadra. Lo stesso ostacolo Zurigo dovrà essere saltato senza troppi indugi. Tutte argomentazioni lucide ed opportune ma non sufficienti a contenere l’esaltazione che è stata capace di scatenare la mia fantasia. Mi addormento sognando un colpo di tacco di Ronaldinho, le accelerazioni di Pato, una scivolata di Nesta, la caparbietà di Ambrosini, la classe eccelsa di Pirlo e Seedorf. Gli stessi mugugni di Gattuso mi appaiono in sogno teneri e fanciulleschi. L’armonia, gli abbracci di fine gara, la tensione, la mutualità, la coesione, di questo gruppo di campioni, invitano a sorvolare sulle considerazioni tecnico tattiche, inducono a non fare tabelle di marcia, a non avere una logica compita ma solo naturale immaginazione. Potrà accadere l’inverosimile, ma la storia infinita della nostra amata squadra vive in tutti noi... E lo sarà fin quando, anche solo un tifoso, avrà il coraggio per sognare ancora fantastiche vittorie. |di Giacomo Chillè - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 155 volte