Le sconfitte che fanno più arrabbiare sono quelle in cui si perde semplicemente perché non si è fatto quasi nulla per evitarlo. A Barcellona l'Inter non aveva neppure giocato, in casa Juve lo ha fatto con supponenza. M'importa poco che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, pesando occasioni ed episodi in campo. In realtà, se una capolista si comporta in campo con la puzza sotto il naso, come un nobile invitato suo malgrado a quei festival dell'Unità di una volta, rischia di prenderle. Dirò di più: comincio a pensare che all'Inter un vantaggio in classifica costantemente tra i 6 e gli 8 punti faccia male. Meglio avere i rivali più vicini e giocare le partire per vincerle, non per gestirle. Per l'Inter questa è stata la partita delle inutilità: inutile l'applauso ironico di Mourinho all'arbitro Saccani, che dopo nemmeno venti minuti lo ha espulso, inutile la scelta di vivacchiare sul pareggio, inutili gli ingressi di Balotelli, inguardabile, di Amantino Mancini e di Materazzi nel finale. Tutta nella prima mezz'ora la polpa del match con il 'gollonzo' della Juventus dopo mischia davanti a Julio Cesar e deviazione vincente di Chiellini secondo tabellino insieme al prematuro addio alla gara di Mourinho. Poi il pareggio di Eto'o su traversone di Stankovic. Ad inizio ripresa l'Inter ha continuato a non pungere e, sul rovesciamento di fronte, Marchisio è stato bravo a raccogliere una corta respinta di Julio Cesar e a saltarlo. Come sempre Juve-Inter è stata accompagnata da puntuali recriminazioni da una parte e dell'altra, con Saccani che non ne ha azzeccata una. Dei due possibili rigori non concessi in avvio è parso più grave quello in area bianconera con Cannavaro a trattenere Samuel che quello precedente in area nerazzurra con Muntari a sbilanciare Sissoko. Potevano starci entrambi, ma Saccani non li ha concessi. Ha poi fatto lo stesso nella ripresa, sorvolando su un contatto più che dubbio di Caceres su Milito. Ma l'Inter più che a lamentarsi, come fanno gli altri, i deboli, deve prendersela anche con sè stessa: Mourinho perde credibilità nelle sue lezioni di vita a SuperMario se poi riesce a farsi cacciare ad inizio partita e Balotelli, una volta subentrato, si è fatto notare solo per aver simulato un colpo al volto su una doppia gomitata di Felipe Melo, giustamente espulso. Sul tabellino trova spazio pure l'indegna gazzarra a cinque minuti dalla fine, con Chivu e Sissoko da una parte, Buffon e Thiago Motta dall'altra ad affrontarsi in duelli rusticani. E poi ci si chiede perché gli spalti di ogni stadio siano zeppi di imbecilli! Cose di campo dicono loro, cose da evitare dico io. Meno male che Buffon si è reso protagonista anche di un bel gesto facendo invertire all'arbitro Saccani una rimessa laterale, ma non ho memoria di altro fair-play in campo e neppure fuori, visto che Mourinho, dopo essere stato cacciato, ha pensato di essere in Inghilterra e ha fatto come Arsene Wenger che, espulso in Manchester United-Arsenal del 30 agosto scorso, era andato a vedersi il resto della gara in pedana accanto ai tifosi di casa, senza alcun problema di ordine pubblico. Qui il gesto di Mourinho è stato vissuto come una provocazione, perché siamo in Italia, ossia nel Terzo Mondo e nei nostri stadi ci vanno più cinghiali che persone perbene. Nel concitato finale, la Juve ha ritirato i raccattapalle come si usa nei campi minori a difesa del vantaggio, così Amantino Mancini ci ha messo un minuto esatto per andare a raccogliere un pallone oltre i cartelloni, ma fa parte del gioco e, per dirla tutta, l'ex-romanista non è certo un fulmine di guerra. Una scelta incomprensibile di Mourinho è stata proprio la sostituzione di Cambiasso con Mancini. C'era Vieira eventualmente, ma ormai è andata. Il campionato non era mai stato chiuso e ora con gli inseguitori più vicini, l'Inter ha l'obbligo di smetterla di essere presuntuosa. A Torino, piaccia o no, si è anche stabilito un primato: le 100 giornate da capolista solitaria dal 2006-07 ad oggi. |di Gianluca Rossi - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 202 volte