Garics: "Non siamo all'ultima spiaggia ma è vietato perdere"
OSIO SOTTO - "Oggi parla Garics", ci avverte l'addetto stampa Andrea Lazzaroni, "Perchè ha parlato prima di Siena e ha portato fortuna".
Ebbene, attacchiamoci a tutto, anche alla sorte se serve, ma stavolta si rischia grosso, giocarci un talismano alla vigilia della partita contro l'Inter, il pericolo è che l'amuleto Garics possa sciogliersi come neve al sole.
Accettiamo di buon grado l'intervista con l'austriaco Gyorgy Garics che con un tono basso ma molto deciso ci rilascia dichiarazioni per nulla banali.
Contro l'Inter in un momento difficile, è il peggiore degli avversari, vista anche ieri sera contro il Rubin.
Si, sarà difficile, però credo che sia l'avversario giusto, potrà sembrare strano dirlo, ma tutti quanto preferiamo giocare contro l'Inter piuttosto che un'altra volta contro il Siena ad esempio.
Potrebbe essere la partita giusta per dare la svolta definitiva la campionato, ma non sarà semplice.
La sensazione è che non siete abituati a stare li in coda alla classifica, ma la salvezza è a un punto eppure sembra una partita da ultima spiaggia a 5 mesi dalla fine del campionato.
E' vero, io non ho mai giocato per la salvezza, non è un momento positivo e tutti lo stiamo soffrendo, però non siamo all'ultima spiaggia, sicuramente quando perdi o pareggi perdi un occasione per avvicinarti alla quota salvezza, dobbiamo cercare di mettercela tutta per raccogliere punti.
A questo punto non c'interessa giocare bene ma vogliamo fare i punti. In Italia quello che conta sono i risultati ed è vietato perdere non possiamo più permetterci di andare avanti così perchè vogliamo regalare soddisfazioni ai nostri tifosi che ci sostengono sempre e ora giutamente arrabbiati con noi.
Dobbiamo dare delle risposte sul campo per noi che ci facciamo un mazzo (eufemismo ndr) così in allenamento dalla mattina alla sera in settimana, per la società e per i tifosi che se lo meritano.
Che cosa non funziona in questa Atalanta quest'anno?
Abbiamo pochi punti, basta, ci mancano i risultati che l'anno scorso invece c'erano, quest'anno invece è diverso e tanti di noi non si sono ancora trovati e ora siamo in difficoltà, ogni situazione va a nostro svantaggio.
Dunque, come uscirne?
Cercare di trovare nella nostra vita quotidiana, nella preparazione e nella vita calcistica qualcosa da migliorare, metterci maggior impegno per poter andare avanti e raccogliere punti che ci servono.
Come commenti questo sfogo dei tifosi che chiedono maggior mpegno?
L'unica cosa che a noi ci può rimproverare è la mancanza di voglia e impegno, però probabilmente non basta, quindi dobbiamo fare anjcora di più, ciò non significa allenarsi 5 ore piuttosto che 4 o 10 ore al giorno perchè alla fine non porta nulla, ognuno di noi deve cercare di fare nel suo privato qualcosa in più, magari dormire un'ora in più per recuperare meglio, oppure venire più concentrati all'allenamento, dobbiamo tutti dare una mano alla squadra.
Le voci di possibili nuovi 4 arrivi vi hanno turbato, com'è il morale?
Il morale non è dei migliori, quando non ci sono i risultati è ovvio che la società intervenga poi sul mercato per cambiare la rotta, succederà qualcosa e non c'è nulla di nuovo.
Uno può sbagliare una partita, due, poi è chiaro che se non rende sul campo è giusto che venga un altro e la concorrenza alza la qualità.
Ognuno di noi vorrebbe giocare ma a questi livelli chi sbaglia paga, l'alenatore chiede rinforzi ma non può dire che chi c'è non è bravo o all'altezza, noi abbiamo dimostrato in passato di avere qualità ma il passato non conta, conta il presente e il futuro e dobbiamo solo lavorare.
Finisce l'intervista e una cosa è chiara, Garics è uno di quelli che dice quello che pensa senza problemi, ha voluto ribadire un concetto già espresso qualche giorno fa da Josè Mourinho che nel calcio sono solo i risultati che contano.
Questo vale in ogni ambito lavorativo, dove se t'impegno ma non porti profitto, ti congedano con una pacca sulla spalla.
Nel calcio avviene più o meno così, ma all'ennesiam potenza, dove i tifosi spesso passano dalle minacce verbali, alle aggressioni fisiche poi (a Palermo ne abbiamo avuto un esempio).
Va benissimo la contestazione se questa rimane in una logica sportiva, alcuni ci hanno scritto di fare dell'Atalanta la loro ragione di vita, bè, finchè va tutto bene, possiamo far passare questa filosofia, anche se siamo ben consapevoli che c'è ben altro nella vita e altri valori decisamente più importanti da difendere e portare avanti con passione.
L'Atalanta rimanga una passione, da vivere intensamente come svago e hobby, ma se malauguratamente dovessero andar male le cose (tocchiamo tutto quello che avete di prezioso), non ne facciamo un dramma e una questipone di vita o di morte, cerchiamo tutti di riportare il tutto nei giusti binari, con una visione della vita ben più ampia del solo calcio e Atalanta. |di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 139 volte