Pro&Contro (dopo la 16° giornata): più rabbia che sconforto
Buio, buio intenso nella Catania sportiva di oggi. Una notte fredda, dolorosa e lunga, che pare infinita ad ogni schiaffo subito dal primo zimbello che si trova a passare. E fa proprio male, perchè vedersi schiaffeggiare da “squadracce” (perché tali hanno dimostrato d'essere) che corrono insieme a noi per lo stesso obiettivo non va proprio giù.
Giù, invece, ci siamo noi, ultimi, come non capitava da tanto, tantissimo, tempo. Per una piazza a cui è facile esaltarsi, ed ancor più deprimersi, questa situazione non è sicuramente favorevole. Più per il piazzamento, più che per la distanza dal quart'ultimo posto, non si riescono a trovare le motivazioni per cui squadre modestissime come Siena e Livorno ci abbiano tolto tutto quello che ci eravamo prefissati come “bottino della speranza” per poi costruire in gennaio qualcosa di più “serio”.
Zero è quello che si raccoglie, una cifra priva di valore, un numero che non giustifica e tantomeno da alibi, che ha dei responsabili.
Accanimento, giusto, legittimo, incontrastabile. Rabbia che, oggi, prevale allo sconforto .
PRO - La nota positiva in queste giornate viene da chi, su quegli spalti, ogni maledettissima domenica, ci lascia l'anima. Tornati ad avere un “organizzazione” a produrre quel sostegno continuo, non più sporadico, che contraddistingue il Massimino. Ottantotto minuti di sostegno, passione , patemi e dannazioni, poi lo sfogo, doveroso, frutto della frustrazione del sentirsi inermi dinanzi a tutto ciò, nonostante la fiducia ed il sostegno, checché ne dicano lor signori sull'affetto della gente verso la propria maglia.
CONTRO - Quel che ha fatto la differenza, tra i tanti errori, in questi ultimi due scontri diretti è stato proprio quell'elemento che il Catania non ha, l'alternativa in attacco. Senza Lucarelli e Tavano il Livorno ha avuto pronto Danilevicius (decisivo) e quando al Siena Maccarrone e Ghezzal non bastavano ha potuto contare su Calaiò e Paolucci (decisivi entrambi).
Stranezze del calcio che lasciano sbigottiti quando ci si ritrova all'assedio finale con Spolli e Plasmati coppia centrale d'attacco. Dettagli che hanno deciso partite cruciali per la corsa alla salvezza dove non basta creare l'occasione, dove fu bravo Atzori quanto lo è Mihajlovic, ma buttarla dentro, e lì la “presunzione” non basta.
SU - Jorge Martinez è uno dei pochi che cerca di creare superiorità numerica puntando l'uomo. Sbaglia, anche lui, molte volte nell'intestardirsi nel dribbling infilandosi nella ragnatela di Cosmi. E' l'unico dei suoi ad non aver avuto l'opportunità di metterla dentro, a quanto pare l'unico in grado di riuscirci al momento.
GIU' - Giuseppe Mascara Leader e valore aggiunto è tutto quello che ci si aspetta da lui prima di ogni partita. Sbaglia tutto. Espulso per due ammonizioni banali (la seconda evitabile per un “capitano”), fa la differenza, si, per gli avversari, non punta mai l'uomo, i suoi tocchi “di prima” sono spesso imprecisi e prevedibili. Bisogna capire dov'è rimasto, se al Barbera di Palermo o all'Arena Garibaldi di Pisa, in modo che qualcuno lo vada a prendere.
Rimane da giocare l'ultima gara del 2009 contro la Juventus all'olimpico di Torino. Squadra ferita sì ma non come lo è il Catania. I rossazzurri hanno dimostrato sempre voglia di venir fuori da questo terribile periodo, le occasioni per venir via dalle difficoltà sono state create con l'abnegazione di tutti, sfortuna o errori che siano non l'hanno consentito.
C'è un segnale che però va estrapolato dall'ultimo match, la reazione caparbia al gol subito, cosa che raramente capitava in passato. C'è voglia, quindi, di battersi e sputare sangue fino all'ultimo ed i sostenitori sono adesso chiamati a una nuova sfida per esser anch'essi partecipi e decisivi a questa impresa, credendoci, contro tutto e tutti, insieme , fino alla fine. Speranza che, per il nostro futuro, prevale alla rabbia. |di Seby Maini - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 135 volte