Si torna a parlare di calciomercato. Inevitabile. La sconfitta contro il Palermo ha fatto scattare più di un campanello d’allarme. Contro i siciliani il Milan non ha giocato male, ma ha patito la loro migliore organizzazione di gioco. La loro brillantezza. L’undici di Leonardo è parso poco lucido. Per nulla reattivo. Come se l’effetto sorpresa fosse già terminato. Consegnato alla storia. Adesso bisognerà farsi coraggio. Reagire. Altrimenti faremo la fine della Juventus. Non siamo da scudetto e neppure da finale di Champions League. Lo sappiamo. Sappiamo pure che questo non può che essere un anno di transizione. Un progetto come il nostro necessiterebbe almeno di tre anni di duro lavoro per cominciare a dare qualche frutto. Qualche risultato. Oggi il Milan è una buonissima squadra cui è giusto accreditare parecchi margini di miglioramento. Una squadra competitiva già abbastanza rodata. Ma non ancora compiuta. Non ancora completamente assemblata. Il nostro percorso è appena iniziato. Galliani si è sbilanciato. Si cerca un forte punta esterna in grado di alternarsi sia con Ronaldinho che con Pato. Pandev sarebbe il massimo. Vedremo. Il secondo posto rimane alla nostra portata. Poi nel calcio può accadere di tutto. Pure che l’Inter butti via un Campionato, a nostro avviso, già (purtroppo) vinto. I sogni lasciamoli ad altri. La realtà è che soffriamo troppo quando ci imbavagliano a centrocampo. Quando ci pressano e ci costringono in inferiorità numerica proprio in quella zona nevralgica del rettangolo di gioco. Soffocando, di fatto, le nostre fonti di gioco. Il nostro calcio. La nostra rosa non è ricca come quella dell’Inter. Bisognerà intervenire. Manca Thiago Silva e non riusciamo a sostituirlo. Soffriamo. E lo stesso dicasi per giocatori importanti come Pato che pure ci sembra, tra tutti, quello maggiormente in debito d’ossigeno. Quello più stanco. Contro il Palermo si è mangiato un gol già fatto. Non è da lui. A gennaio si compra. Animo, dunque. E’ già qualcosa. Il 4-2-1-3 è un modulo spregiudicato e divertente sul quale vale la pena insistere. Ci piace. Contro il Palermo, a centrocampo, qualcosa non ha funzionato. Gli uomini di fascia non hanno assistito come avrebbero dovuto i centrocampisti. Pirlo e Ambrosini hanno arrancato. Non sono riusciti a produrre le solite geometrie. Il solito calcio. E neppure a tamponare le scorribande avversarie. Un film già visto. Suggeriamo un 4-3-3 più abbottonato. Almeno in qualche partita. La nota positiva è giunta ancora una volta da Ronaldinho. Dinho deve a Leonardo e al suo “credo” calcistico la sua rinascita. La sua affermazione. Ha giocato benissimo. Da vero Campione. Il problema è il turn over che Leonardo si ostina a non considerare. Sbagliando due volte. Primo perché spreme a dismisura i giocatori della prima squadra. Soprattutto i “senatori”. E poi perché non responsabilizza abbastanza i così detti panchinari. Le seconde linee. Non giocano quasi mai. Non si sentono parti del progetto. Non si sentono importanti. Il Palermo ha vinto meritatamente. Ci ha battuti utilizzando le nostre idee tattiche. Il nostro calcio. Possesso palla, pressing feroce, gioco sulle fasce. A noi basta una giornata storta di Pirlo, Seedorf e/o Ambrosini per andare in bambola. Per consegnarci armi e bagagli agli avversari. Questo non è concepibile. Quelli del Palermo pressavano ovunque e chiunque. Il loro calcio spumeggiante ci ha messo in grande difficoltà. Ragionare non era facile. Complimenti a Delio Rossi, davvero un bel Palermo. Sabato ci aspetta la Fiorentina di Gilardino. Le batterie vanno ricaricate subito. Il recupero di Thiago Silva appare indispensabile. Urgente. Favalli ci sembra alla frutta. Bonera deve recuperare smalto e condizione. Kaladze non ne vuole sapere di lasciare il Milan. Albertazzi, per Leonardo, non sarebbe ancora pronto per la prima squadra. Come Verdi, come Merkel, come Pasini. Come lo stesso Zigoni. Ottimi giovani da far crescere con calma. Intanto Gattuso ha rinnovato fino al 2012. Immaginare un Milan senza Ringhio sarebbe stato difficile. Doloroso. Chi non vuole rinnovare è Pirlo, deciso a ridiscutere il proprio contratto alla scadenza naturale dello stesso (2011). Borriello ci è parso stanco pure lui. Svolge un lavoro immenso. Basilare. Noi butteremmo nella mischia il Cacciatore. Ha voglia di spaccare il mondo e si vede. Di certo non lo cederemmo mai. Questo è davvero un buonissimo centravanti. Non ci convince la faccenda Paloschi. Galliani non sembra straveda per lui. Vorremmo tanto sbagliarci, ma l’obiettivo del Milan ci sembra Mariga. Anche perché in rampa di lancio c’è un certo Zigoni. Fortissimo pure lui, dateci retta. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 179 volte