Il gioiello di Cassano e il cuore non bastano: a Livorno arriva l'ennesima scoppola (3-1)
Speravamo di arrivare alle feste natalizie tornando a far punti in trasferta dopo una serie di disfatte consecutive, dando continuità al pareggio interno contro la Roma, invece siamo costretti a commentare l’ennesima debacle. È vero, stavolta, contrariamente alle precedenti sconfitte, la squadra ha lottato, dato tutto in campo, dall’altra parte sarebbe stato difficile immaginare il contrario, poi, con tutto il rispetto per gli avversari, il Livorno, tecnicamente e tatticamente, non è paragonabile a Genoa e Milan, capaci di spazzarci via senza problemi.
Se poi aggiungiamo che gli uomini di Cosmi erano costretti a rinunciare al loro tandem offensivo, composto da Lucarelli – Tavano, beh le premesse per far punti a Livorno c’erano tutte. Invece la sfortuna, fasi di blackout mentale, le consuete amnesie difensive ed eccessiva alternanza di gioco nell’arco dei 90’ ci sono costate un nuovo stop.
Cosmi, già privo dell’attacco titolare, deve rinunciare almeno inizialmente all’influenzato Pulzetti, al suo posto dentro Bergvold, mentre spetta a Candreva il compito di supportare l’unico riferimento offensivo, ovvero Danilevicius. Sull’altro fronte Del Neri preferisce Rossi a Ziegler, Accardi viene spostato sulla corsia sinistra, a centrocampo confermato Mannini, in debito d’ossigeno, Semioli in campo dal primo minuto, Bellucci pronto a subentrare. Il centrocampo è luogo di contrasti, continue lotte su palloni vaganti, le fasce sono ben presidiate, gli spazi scarseggiano, le squadre si studiano.
Dopo alcuni tentativi dalla lunga distanza operati da Tissone e Mozart, la Samp passa: Palombo alza un pallone nel cuore del centrocampo, Pazzini di testa prolunga per Cassano, il quale ha una prateria sull’out sinistro, il genio barese se ne va e, a tu per tu con De Lucia, lo supera con un colpo da biliardo sull’angolino opposto, un gioiello, una marcatura che mancava ormai da 4 mesi. Il match si mette nel migliore dei modi, il Livorno è costretto a fare gioco, ma Castellazzi è impegnato unicamente al 26’ da una conclusione da fuori operata da Candreva.
Nonostante gli amaranto non creino grossi pericoli, commettiamo il grave errore di arretrare eccessivamente il proprio baricentro, di tentare di amministrare il vantaggio; al 34’ Filippini sfonda sulla destra, Danilevicius brucia sul tempo i nostri difensori, ma fortunatamente il servizio dell’ex bresciano non è preciso e l’occasione sfuma. È comunque il preludio al pari che giunge al 38’: Rossi prima commette un ingenuo fallo su Filippini sull’out destro, poi si dimentica Rivas nello svolgimento del calcio piazzato, il difensore colombiano arriva per primo sulla sfera e insacca di testa, tutto da rifare, peccato, perché andare all’intervallo in vantaggio avrebbe cambiato completamente le carte in tavola.
Dopo il break la Samp torna molla in campo, mentre il Livorno gioca con il sangue agli occhi e, al primo affondo, passa a condurre: al 46’ Pieri supera in scioltezza Stankevicius, perfetto traversone in area, Raimondi fa la sponda per Danilevicius, che insacca da due passi, approfittando del clamoroso disorientamento di Rossi, Gastaldello e Accardi. Siamo completamente in bambola, sembra di vedere un film visto e rivisto: poco più tardi rischiamo perfino il tris, con Raimondi scatenato sulla destra, il traversone per lo smarcato Candreva è fortunatamente fuori misura, pericolo scampato, ma bisogna darci una svegliata.
Tra il 53’ e il 56’ Del Neri prova a scuotere i suoi: dentro Bellucci e Ziegler al posto di Semioli e Tissone, dal 4-4-2 si passa al 4-3-1-2, con Ziegler a far diga a centrocampo con Palombo e Mannini, mentre il Bello agisce da rifinitore dietro alle due punte. Impieghiamo una decina di minuti prima di prendere le giuste distanze tra i reparti e prendere confidenza con uno schema tattico piuttosto insolito, al quale ci si affida quasi soltanto in situazioni di emergenza. Una volta prese le misura, cominciano ad arrivare le occasioni da goal, la reazione stavolta c’è: al 63’ Cassano scarica per Bellucci, immediata sponda al volo per Pazzini, bravo a superare De Lucia in uscita, ma, da posizione defilata e a porta sguarnita, incoccia il montante, la deviazione sulla linea dell’ex Miglionico ci regala soltanto il corner.
È un buon momento, spingiamo sull’acceleratore, Cosmi se ne accorge e si copre, inserendo Pulzetti al posto di Candreva, lasciando l’isolato Danilevicius là davanti. Il Pazzo ha una voglia pazzesca di gonfiare la rete, ma prima non trova lo specchio della porta, su servizio in profondità di Accardi, poi, su assist al bacio di Cassano dal fondo, viene anticipato sul più bello da Miglionico, quando sarebbe stato un gioco da ragazzi insaccare da due passi. Del Neri fa ricorso all’ultimo cambio, inserendo Zauri per lo spaesato Rossi, ma al 74’ riusciamo a confezionare un regalo per gli avversari: Stankevicius prima perde palla in maniera più che ingenua, poi commette due falli nella stessa azione, il direttore di gara estrae il secondo giallo, per il lituano la gara termina qua.
Con uno schema altamente offensivo e in inferiorità numerica, lasciamo inevitabilmente campo agli avversari, pericolosi con Pulzetti al 75’, prodigioso Castellazzi di piede, ma sfioriamo ancora il pareggio, prima con Cassano, debole conclusione centrale dopo un sublime controllo in corsa di Bellucci, poi al 90’ con una conclusione da fuori di Mannini, sulla quale De Lucia si rifugia in corner. Durante il terzo dei 4 minuti di recupero i padroni di casa chiudono definitivamente la sfida, con il terzo sigillo di Danilevicius alla Samp in poche settimane, su servizio del neo entrato Marchini, poco dopo che era stato risparmiato il secondo giallo a Miglionico.
Al triplice fischio finale esplode l’entusiasmo del Livorno, capace di bissare l’exploit di Catania e compiere un importante passo in avanti nella lotta per non retrocedere. In casa Samp invece, a parte il ritorno al goal di Antonio Cassano, non ci sono motivi per sorridere: in difesa si commettono troppe ingenuità, il centrocampo è privo di idee, mentre l’attacco fa una fatica incredibile a concretizzare le occasioni create, oggi più frequenti del solito. La consapevolezza di aver lottato non può bastare a vedere il bicchiere mezzo pieno: dopo la pausa natalizia ci aspetteranno Palermo e Napoli in grandissima forma; il cuore, da solo, potrebbe non bastare.
LIVORNO – SAMPDORIA 3-1
RETI: 14’ Cassano (S); 38’ Rivas (L), 46’, 93’ Danilevicius (L)
LIVORNO [3-5-1-1]: De Lucia; Perticone, Rivas (80’ Knezevic), Miglionico; Pieri, Bergvold, Mozart, Filippini (77’ Marchini), Raimondi; Candreva (65’ Pulzetti); Danilevicius (A disp: Dionisi, Cellerino). All. Cosmi.
SAMPDORIA [4-4-2]: Castellazzi; Stankevicius, Rossi (71’ Zauri), Gastaldello, Accardi; Semioli (53’ Bellucci), Palombo, Tissone (55’ Ziegler), Mannini; Cassano, Pazzini (A disp: Fiorillo, Cacciatore, Franceschini, Pozzi). All. Del Neri.
ARBITRO: Celi di Campobasso.
AMMONITI: Rivas, Miglionico, Raimondi (L); Zauri (S)
ESPULSO: 74’ Stankevicius (S) per doppia ammonizione.
NOTE: pomeriggio freddo, spettatori presenti 9.500 circa, con un migliaio di blucerchiati al seguito. |di Diego Anelli - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 155 volte