Atteggiamento sbagliato della squadra, il cambio di modulo, qualche errore dei singoli che poi si è rivelato decisivo: qual è l’imputato principale della debacle di Catania?
La scarsa resa atletica: era una squadra sgonfia, molto sgonfia. Il modulo è un alibi, spesso. In campo si correva poco e si contrastava poco.
Stiamo continuando ad assistere ad un Bologna a due facce: in casa i punti arrivano mentre fuori casa il copione è sempre diverso. Come mai?
Fuori casa si pensa sempre che sia più difficile giocare: cioè solitamente si viene aggrediti, in realtà poi i campi di serie A sono tutti uguali. Bisogna aggiungere anche che a Catania era stato scelto un assetto più prudente e quindi più attendista per portare a casa lo zero a zero: che a nove minuti dalla fine, sia pure immeritatamente, era il punto che la squadra teneva in mano.
Prima si parlava della scarsa resa atletica. Domani, a maggior ragione contro questo Cagliari, servirà un Bologna che sia esattamente l’opposto di quello visto al Massimino…
Speriamo. Sono passati quattro giorni, che non sono molti, però soprattutto in casa bisognerà fare una partita un po’ più energica. Ma suppongo che riusciranno a farla.
C’è stato quindi tempo per recuperare?
Si, quello senz’altro. Poi si parla di un certo turnover, quindi tre-quattro giocatori freschi magari possono dare nerbo.
Che idea si è fatto di questi primi giorni di mercato? Da un lato si dice che non ci sono soldi, dall’altro si fanno tentativi per giocatori come Macheda e Kaladze…
Sono tutti prestiti, quindi non comporterebbero un esborso se non dello stipendio: che però nel caso di Kaladze penso sia piuttosto elevato. In questi mercati spesso si sfruttano occasioni, e sono svendite da parte di altri club. In questo momento la serie A ha tutte rose eccedenti e così come il Bologna deve vendere giocatori per alleggerire un libro paga pesante e presenze in spogliatoio che non giocano mai, la stesa cosa accade anche in altri club più titolati. Mi sembra che Baraldi stia cercando di infilarsi tra queste eccedenze, poi probabilmente rimarrà un sogno: ad esempio l’Inter ha molti giocatori ma scopri che poi vanno a giocare nel Manchester o a Marsiglia.
Il primo acquisto sembra essere poi Buscè…
Esatto, dopo si torna alla realtà e si scambia il trentaquattrenne Tedesco con il trentaquattrenne Buscè - due mesi in più, per la statistica - e quello è il mercato vero, ci si sveglia adesso.
Vale la pena sacrificare Osvaldo, uno dei pochi giovani che può avere qualità e futuro?
In teoria no, perché già dodici mesi fa ci fu presentato come un grosso colpo di mercato e oggi è un pacco da spedire assolutamente in giro. Però bisogna fare i conti con la realtà e probabilmente in quel settore il Bologna ha qualche eccedenza. Posto che Di Vaio sia titolare, posto che Zalayeta resti, per Osvaldo non c’è posto. Poi Adailton è più o meno un attaccante che sta andando bene e quindi lì hanno proprio fatto un discorso di numero e deciso che di quattro uno sia di troppo. La nomination è caduta su Osvaldo ma se hanno un’offerta buona per Zalayeta magari la nomination cade su Zalayeta. |di Cinzia Saccomanni - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 131 volte