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2010-01-10

Giovani, cuore e un grande Mourinho: vittoria da "Pazza Inter"!


Premesso che scrivo questo editoriale con la bocca ancora asciutta dopo le urla di gioia e felicità che questa sera avrebbero coinvolto anche il più pacato tra gli interisti, la soffertissima e miracolosa vittoria dell'Inter contro il Siena per 4-3 lo ritengo il vero riassunto di cosa sia realmente la Beneamata. A spiegare cosa facessero provare i colori nerazzurri ci era già riuscito l'inno del club, che recita nel suo titolo "Pazza Inter", proprio come quella che abbiamo visto questa sera in un match che sulla carta era il più semplice della stagione, ma che si è rivelato il più insidioso. Dopo un primo tempo strano, la ripresa ha aperto le danze con l'infortunio di Stankovic, come se non bastassero Muntari, Cambiasso e Krhin in infermeria. Emergenza totale, entra quel Marko Arnautovic che è il simbolo di quanto l'Inter sia in difficoltà: da una parte perchè lui solo qualche giorno fa sembrava sul piede di partenza ed ora si ritrova ad essere un elemento considerato, dall'altra perchè anche se Mourinho gli dà fiducia lui è impacciato e spaesato, lo specchio di una squadra in difficoltà. Così, arriva il gol del vantaggio del Siena con quel Massimo Maccarone in serata di grazie, un 2-3 che tra i lenti rinvii di Pegolo, tra i continui pseudoinfortuni di Rosi e Reginaldo e tra le proteste più veniali, si materializza minuto dopo minuto come il risultato più plausibile.
Dopo otto anni, insomma, sembra che Josè Mourinho sia destinato a perdere l'imbattibilità casalinga. E tutti avranno pensato quello che ho pensato io: "Proprio contro il Siena, l'ultima in classifica!". Com'è strano il calcio, signori, In un batter d'occhio Josè si rende conto che tutto quanto ha fatto non basta: in panchina restano solo i 'bambini', come li chiama lui? Ebbene, dentro il ragazzino Alen Stevanovic che il nostro sito sente un pò come un figlioccio, pur di dare una scossa, nella notte più difficile di Mourinho da quando è all'Inter. Sappiamo quanto ci tenga, lo Special One, a non perdere questo suo record leggendario, ma stasera sembra proprio la classica serata storta: il giovanissimo Stevanovic gioca anche bene ma non basta, Sneijder e Milito sono stanchi e sembrano aver già dato, Pandev sente il fiatone e non succede nulla, ma Josè tenta di buttare nella mischia, in avanti, quel Walter Samuel che ha carattere e cuore da vendere. La squadra cerca in tutti i modi il pareggio miracoloso, ma nulla sembra poter sbloccare il risultato e l'ormai perenne sorriso di Malesani, fin quando il genietto olandese non scaraventa in porta con classe e rabbia la punizione, la seconda punizione vincente, che vale il 3-3 al 90' e che fa presagire un recupero infernale, quattro minuti che potrebbero diventare indimenticabili. "E ora cosa s'inventa quel volpone di Mourinho?", m'è venuto da pensare come sarà capitato anche a voi, "Tiene il pareggio, ottimo vista la situazione, oppure tenta il miracolo?".
Poi, nella bagarre sul 3-3, mi è venuta in mente una frase di Mourinho che pronunciò qualche tempo fa, che mi ha tolto ogni dubbio: "Nel calcio come nella vita, chi non rischia non vince". Samuel resta in attacco a fare la punta, si gioca con la difesa a tre e con Zanetti a proteggerla per gli ultimi due minuti. Josè rischia tutto, e con un'azione che non ho avuto la forza di guardare con lucidità, il pallone arriva a quel Walter Samuel che proprio lui ha voluto tenere lì davanti, rischiando l'impossibile, e l'argentino con l'esperienza degna del miglior Milito scaraventa dentro quel pallone bollente, con gli occhi di tutto il popolo nerazzurro addosso. Un'emozione incredibile, una gioia di quelle che solo l'Inter può farti provare. Una vittoria fondamentale, con Milan e Juventus che si affrontano domani e che probabilmente non dormiranno al solo pensiero del miracolo nerazzurro. Una vittoria fortunata, certo, perchè l'Inter non ha mai giocato bene e dietro è stata sempre impreparata e poco precisa, ma una vittoria delineata anche da altri fattori oltre alla buona sorte, tre principalmente. Tralasciando i singoli campioni, come Sneijder o Samuel che ormai sono indescrivibili, sottolineo i giovani, che Josè Mourinho ormai lancia tranquillamente e che danno risposte sempre positive anche in una notte che sarebbe stata da tragedia come questa; il cuore di questa squadra, che ha dimostrato come già con l'Udinese ed a Kiev di non morire mai, e di cercare sempre la vittoria in qualsiasi situazione possibile ed immaginabile, e quello straordinario tecnico chiamato Mourinho.
Già, perchè in pochi avrebbero tenuto quell'assetto così offensivo nelr ecupero dopo che già un pareggio acciuffato per miracolo era più che positivo vista la situazione, ma lui non è come la massa, lui ama rischiare, e sa bene quando deve farlo. Non è uno che rischia sempre, è uno che rischia quando sa che vale la pena farlo, e spesso e volentieri lo fa: tanti meriti vanno a lui, che con una panchina che sembrava un'ultimo anno di liceo e con un'infermeria più piena di una chiesa alla domenica, ha saputo condurre sotto una pioggia torrenziale i suoi ragazzi ad una vittoria incredibile, miracolosa quanto importante. Insomma, per capirci, una vittoria degna dell'appellativo "Pazza Inter"!
|di Fabrizio Romano - Fonte: www.fcinternews.it| - articolo letto 155 volte


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