Ad Udine l'ennesimo passo indietro: Floccari illude la Lazio, Di Natale la raggiunge
10 Gennaio 2010…110 anni e un giorno di Lazio…la gente si è ritrovata ieri al Gran Teatro di Tor di Quinto per festeggiare la propria Amata…un popolo immenso ha voluto rivivere momenti di pura e vera Lazialità…ma il giorno dopo è già campionato, e tanti ragazzi, presenti alla serata, questa notte sono partiti alla volta del Friuli per non lasciarLa mai sola, soprattutto in un momento di così grande difficoltà…Udine, trasferta lontana, a volta impervia, ma carica di ricordi, belli, emozionanti, da brividi che infondono fiducia per il match odierno…dalle prodezze di Veron alle bordate di Ledesma, passando per le storiche goleade...
Per l’incontro con la squadra di De Biasi, il tecnico biancoceleste Davide Ballardini decide di schierare una formazione a trazione anteriore: confermato il tridente in linea Rocchi-Floccari-Zàrate provato nell’ultimo allenamento nel quartier generale di Formello, a centrocampo Fabio Firmani vince il ballottaggio con Christian Brocchi per il posto da intenditore al fianco del regista Roberto Baronio. Dal canto suo, invece, l’allenatore friulano deve fare a meno di uno degli uomini chiave del proprio scacchiere tattico, Gaetano D’Agostino, mentre recupera il capitano Antonio Di Natale che forma la coppia d’attacco con l’altro partenopeo Floro Flores.
La prima sortita offensiva è di marca bianconera con il tentativo di Floro Flores da fuori area con una conclusione abbastanza debole al 5’. L’Udinese inizia la gara con il giusto piglio, sia per determinazione che per carattere. Nei primi 10 minuti la Lazio cerca di contenere le sortite della squadra di casa senza creare particolari preoccupazioni alla difesa avversaria. Il tecnico romagnolo, viste le difficoltà nel penetrare centralmente, chiede ai propri attaccanti di sfondare sulle rispettive fasce di competenza, dove la velocità di Zàrate e Rocchi potrebbe mettere in seria difficoltà i terzini Zapata e Lukovic. Al 15’, alla prima occasione del match, la Lazio passa: punizione dal vertice sinistro di Baronio, la testa di Sergio Floccari ha la meglio su tutti ed insacca il pallone per il vantaggio biancoceleste. Al 17’ la risposta dell’Udinese: Floro Flores ci prova al volo su un cross proveniente dalla destra ma la sua conclusione si perde sul fondo alla sinistra di Muslera. Due minuti più tardi è ancora la squadra di De Biasi, autentica dominatrice della scena, a farsi pericolosa, con Inler, che con una gran conclusione da fuori area tenta di sorprendere il portiere laziale, ma senza fortuna. La Lazio non riesce ad imporre il proprio gioco e fatica nel costruire iniziative che possano preoccupare Handanovic. Al 26’, quindi, l’Udinese agguanta il pareggio: egregia punizione calciata dal rientrante Antonio Di Natale che si insacca alle spalle di Muslera. Tutto da rifare, quindi, per la formazione capitolina. Al 33’, però, è ancora una volta la squadra di casa ad andare vicina alla segnatura: prima con lo stesso numero 10 che prova ad approfittare di uno svarione difensivo tra Rocchi e Siviglia, poi con Pepe che serve un pallone invitante in mezzo all’area ma l’estremo difensore biancoceleste anticipa Floro Flores. La Lazio continua ad essere troppo schiacciata nella propria metà campo, non riesce a tener palla, Rocchi e Zàrate risultano piuttosto spaesati, mentre Floccari è sin troppo isolato lì davanti. L’Udinese continua a premere sull’acceleratore ed al 37’ Muslera è chiamato alla sensazionale parata sulla conclusione violenta da pochi passi di Sammarco, lasciato colpevolmente solo dalla retroguardia ospite. Cinque minuti più tardi Di Natale pennella un pallone col contagiri all’interno dell’area laziale: Floro Flores prende il tempo a Stendardo ma calcia debolmente verso Muslera che non ha problemi ad agguantare la sfera. A 30 secondi dal termine il primo acuto di Mauro Zàrate: calcio piazzato dal limite dell’area ma il pallone sorvola la traversa di pochi centimetri. Con questa occasione si chiude una prima frazione di gioco caratterizzata da una Lazio abbastanza arrendevole e chiusa nella propria trequarti, nonostante le tre punte, e da un Udinese molto intraprendente e spigliata che, a tratti, grazie alla velocità dei propri interpreti, ha messo in seria difficoltà la formazione romana.
Nella ripresa, lo stadio Friuli, illuminato dalle luci artificiali, vede la prima occasione al 6’ quando ancora una volta Floro Flores si fa trovare smarcato in mezzo all’area biancoceleste ma di testa non riesce ad imprimere la giusta forza al pallone che si perde tra le braccia di Muslera. Al 12’ arriva la risposta della Lazio ancora con Zàrate. L’argentino si esibisce in una pregevole serpentina che semina il panico nella retroguardia bianconera ma il suo tiro a giro di sinistro dal vertice destro dell’area è sbilenco e fuori misura. Intorno al quarto d’ora Ballardini decide di rinunciare al tridente pesante inserendo Stefano Mauri al posto di capitan Rocchi che cede la fascia a Sebastiano Siviglia: una semi-bocciatura quindi per il nuovo modulo utilizzato dal tecnico ravennate. Secondo tempo che non riesce a decollare né da una parte né dall’altra. Le squadre appaiono poco lucide e senza idee, i rispettivi reparti avanzati sono piuttosto statici e i palloni che arrivano dai centrocampisti si perdono spesso e volentieri tra le fitte maglie delle difese. Il copione, però, continua a viaggiare sulla falsariga della prima parte di gara: il pallino del gioco, infatti, rimane costantemente tra le mani di Di Natale e compagni con una Lazio che cerca di difendersi con le unghie e con i denti e che non riesce a trovare le giuste distanze tra i reparti. Al 24’ i biancocelesti provano a mettere la testa fuori dal guscio con Kolarov che mette i brividi ad Handanovic con la solita conclusione mancina, ma l’estremo difensore sloveno è bravo a rifugiarsi in calcio d’angolo. Dopo una serie infinita di errori da parte delle due squadre, la partita si accende e la Lazio ha l’occasione buona per fare il colpaccio: al 44’, ottima iniziativa di Firmani sulla destra, traversone verso il centro dell’area di rigore, Basta si dimentica di Mauri, che stoppa egregiamente il pallone ma perde incredibilmente il tempo per calciare verso la porta friulana e per Handanovic è un gioco da ragazzi raccogliere il pallone. Al primo minuto di recupero, invece, è l’Udinese ad andare vicinissima al 2-1: prima, dopo un pasticcio tra Lichtsteiner e Siviglia su un cross proveniente dalla destra, grazie a Siquiera che tenta la conclusione da pochi passi ma Muslera, con un pizzico di fortuna, devìa in angolo con i piedi; e poi con Di Natale che, a cinque secondi dal termine, si esibisce in una volee di destro che termina la sua corsa sopra il montante della porta capitolina. Bergonzi, dopo 4 minuti di recupero, fischia la fine e Udinese e Lazio portano a casa un buon pareggio: un punto ciascuno che può far comodo ad entrambe le formazioni per allontanarsi dalla zona calda della classifica ma che non consente di dare quella scossa tanto richiesta da entrambe le tifoserie. La squadra biancoceleste, dal canto suo, per l’ennesima volta, compie un deciso passo indietro dal punto di vista del gioco. Dopo la buona prova contro il Livorno, infatti, gli uomini di Ballardini sono apparsi piuttosto timorosi e poco incisivi sotto porta: un problema che li affligge dall’inizio della stagione e sul quale lo stesso allenatore dovrà lavorare e parecchio durante la settimana. Domenica si va ancora in trasferta, stavolta nella difficile Bergamo: servirà una Lazio diversa, concentrata, attenta e soprattutto vogliosa di strappare quei tre punti che fuori casa mancano ormai da quasi cinque mesi. |di Riccardo Mancini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 135 volte