L'ex Sabatini: "La Lazio deve trattenere Zàrate, a quelli come lui va concesso qualcosa...
Lazio-Palermo, la partita dei sentimenti ed amarcord. Non solo Rossi e Ballardini contro il loro passato, ma anche il ritorno del diesse Walter Sabatini. Questa sera, l’ex dirigente biancoceleste, intervenendo sulle frequenze di Radio Incontro, si espresso su alcuni temi scottanti di casa Lazio: “Certamente nella Lazio succedono cose strane ed imprevedibili. Si è partiti da una stagione trionfale, con un trofeo così importante vinto in maniera fragorosa. Può succedere di incappare in stagioni sbagliate”.
Il giorno del suo addio alla Lazio Sabatini si congedò lasciando in dote alcuni consigli, probabilmente mai raccolti: “Si, evidentemente sono caduti un po’ nel vuoto, ma è normale che sia così altrimenti sarei rimasto se alcune cose fossero state affrontate in altra maniera. In ogni caso, la Lazio, in una stagione così inquieta, ha ancora le energie e le risorse per mettersi in corsa. Ancora oggi, pur avendo perso qualche giocatore, ha all’interno del proprio organico risorse in abbondanza”.
Al Palermo come nella Lazio esistono casi delicati, riguardanti calciatori (Simplicio e Bresciano, ndr) che essendo in scadenza di contratto potrebbero svincolarsi a fine stagione. Ma la gestione di tali vicende sembra esser trattata in modi differenti: “Penso che bisogna prender atto che nel calcio le scadenze contrattuali esistono – sottolinea Sabatini - . Vanno affrontate con molta serenità o quanto meno con una serenità sufficiente per non creare qualche guasto. Noi abbiamo delle situazioni simili a quelle della Lazio, ma le viviamo con tranquillità, sapendo che Simplicio potrebbe addirittura finire alla Roma. L’ho appreso dolorosamente qualche giorno fa, ma con questo non si abbassa la stima che abbiamo nei suoi confronti e non sarà discriminato. Naturalmente tenteremo di recuperare e se non sarà possibile andremo avanti con lui fino alla scadenza fisiologica del contratto. Se con Rossi Pandev e Ledesma avrebbero giocato? Non lo so e non lo voglio neanche dire. Con lui cerco di non parlare delle questioni della Lazio, lui è ancora molto coinvolto. E’ molto facile dall’esterno produrre soluzioni, poi invece quando ci sei dentro magari non è lo stesso. Quando si gestisce un gruppo di persone è evidente che con qualcuno si perde”.
L’attuale diesse rosanero dice, poi, la sua anche sulla vicenda che ha visto coinvolti Mauro Zàrate e Davide Ballardini: “Zàrate è un giocatore particolare, se l’intervento dell’allenatore è stato educativo potrebbe anche essere condivisibile, ma non lo drammatizzerei tanto. E’ evidente che ad un certo tipo di calciatore bisogna accettare delle cose che ad altri non vengono concesse. Fa parte della storia del calcio, fatto salvo che non va mai superato il limite tollerabile. Detto questo, è auspicabile che Zàrate torni a fare bene, possibilmente non domani. Io penso che abbia voluto fare una cosa forte, evidentemente avrà avuto l’esigenza. Poi bisogna sempre contestualizzare. Ballardini per esempio a Palermo non ne ha mai avuto bisogno. Il conduttore magari qualche volta ha bisogno di usare questi metodi. A volte è anche vero che a Roma le vicende siano tirate per i capelli in modo eccessivo, non vedo l’esigenza di istituire un procedimento contro l’allenatore”.
La paura dei tifosi biancocelesti è che la situazione innescatasi possa portare ad un allontanamento di Zàrate dalla Lazio: “Non credo che sia possibile. La Lazio ha già avuto degli incidenti di percorso e non ne vuole altri. Giocatori come Zàrate devono necessariamente restare per ripartire e per riprendere un percorso che in qualche maniera ha avuto una interruzione. Non penso che la Lazio si voglia privare del giocatore, ma penso anche che lo stesso debba allinearsi alle esigenze di una società come questa”.
L’ultima battuta è dedicata al tanto discusso spogliatoio biancoceleste: “Queste cose sono presenti in tutti i club. A volte c’è una polverizzazione all’interno del gruppo di antipatie e simpatie. Non è una persona sola che può indirizzare gli stati d’animo, tutti devono lavorare. A volte succedono cose e non te ne accorgi, all’interno di un gruppo di lavoro a volte succede che si imbocchi un discorso sbagliato. E’ importante avere giocatori carismatici e dirigenti importanti che uniscono, come le “salcicciate” di Peruzzi qualche anno fa. A volte è anche la composizione dell’organico che rende difficile la gestione del gruppo. A volte succede che la leadership sia talmente frastagliata o inesistente che diventa tutto più difficile”. |di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 118 volte