Trenta punti in diciannove partite (contro il Livorno si è giocata la prima di ritorno, ma resta da recuperare la gara di Udine), ne mancano dieci alla quota salvezza, sono quattordici sulla terzultima e appena quattro dalla quarta. Trentuno gol fatti, il sesto miglior attacco della serie A alle spalle di Inter e Juventus. Numeri che fanno girare la testa e fanno sognare in grande i tifosi rossoblù. Qual'è il segreto della squadra di Allegri?
Il segreto è forse che un segreto non c'è. C'è il lavoro settimanale di un tecnico preparato, capace di leggere le partite alla perfezione e, diciamolo, pure fortunato. Dalla linea di porta fino all'area di rigore avversaria il Cagliari è una squadra completa e solida, che sopperisce coi piedi buoni alla carenza di centimetri.
In alcuni momenti il Cagliari, passatemi il paragone, ricorda il Barcellona di Guardiola. Contro il Livorno i rossoblù hanno infilato una serie impressionante di passaggi consecutivi, facendo impazzire gli avversari che cercavano di fare pressing, per poi colpirli con improvvise verticalizzazioni non appena si apriva il varco giusto. La filosofia di Allegri è fare sempre la partita, contro qualunque squadra, in qualunque campo. È il modo di pensare che ha portato questa squadra a battere la Juve a Torino per la prima volta dopo 41 anni e che in questa prima metà di campionato le ha regalato la bellezza di quattro successi esterni. Merito anche di un organico all'altezza di ogni avversario.
Marchetti tra i pali è una sicurezza, il secondo portiere della nazionale italiana solo perché esiste Buffon, sicuro fra i pali, fenomenale nelle uscite. La linea difensiva ha in Astori il suo fiore all'occhiello. Un ragazzo di 23 anni che Galliani vorrebbe tanto riportare a Milanello e che Cellino vorrebbe tanto tenersi stretto ad Assemini. Per lui la nazionale sembra sempre più vicina. Lopez è tornato su ottimi livelli, Canini garantisce un'alternativa importante e si sta sacrificando benissimo in un ruolo che non è il suo, Agostini sta vivendo quella che forse è la sua migliore stagione da diversi anni a questa parte.
La qualità cresce in mezzo al campo dove Conti, Lazzari e Biondini formano un terzetto ben assortito. Il primo tiene in mano il gioco, il secondo inventa, il terzo distrugge le trame avversarie e non disdegna alcuni colpi da funambolo. Ecco, se Astori sembra a un passo dalla nazionale, il Biondo l'azzurro l'ha già trovato. Dietro ai tre “titolari” poi ci sono Dessena, promettente e infaticabile mezzala destra, e un Parola che si è rilanciato alla grande nel ruolo di vice-Conti.
Ma il reparto in cui il Cagliari è più forte è sicuramente quello avanzato. Cossu è uno dei migliori trequartisti della serie A, Matri è diventato un bomber, Nené lo è sempre stato e non ha sofferto l'impatto col calcio italiano, Jeda è semplicemente decisivo. Con lui in campo può cambiare tutto, anche in 10 secondi. Dulcis in fundo c'è Larrivey. L'argentino ha sofferto troppo in questi anni, la solitudine, le difficoltà d'ambientamento, i fischi del pubblico. Cellino non ha mai smesso di credere in lui, Allegri gli ha dato ancora una possibilità. Stavolta el Bati non se l'è lasciata sfuggire. In gol col Napoli, propiziatore del pareggio di Conti contro la Roma, in vacanza a Bologna, splendido contro il Livorno. Larry ha ritrovato se stesso e la fiducia che sembrava aver lasciato per sempre in Argentina, ora è un altro giocatore. Un problema in più per Allegri nel dover scegliere la formazione titolare ogni domenica, una risorsa in più per il Cagliari per puntare in alto, a quell'Europa assaporata per l'ultima volta sedici anni fa. Non è un miraggio né un sogno, ma una possibilità concreta. |di Gabriele Lippi - Fonte: www.tuttocagliari.net| - articolo letto 127 volte