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2010-01-18

Atalanta: una notte da Champions


La vittoria di ieri è stata un'iniezione di fiducia incredibile, una vittoria che ha messo le ali ai piedi dell'Atalanta, ai tifosi, alla città e agli addetti ai lavori.
Una vittoria che purtroppo, dovendo inseguire in classifica, ci ha dato un mezzo sorriso dopo aver sentito il risultato del Catania con la Sampdoria e soprattutto del Bologna a Firenze.
I presupposti, ieri, per vedere un'altra Atalanta c'erano tutti, cambio dell'allenatore, rapporti tra società e stampa(quasi tutta) ricuciti e serenità intorno all'ambiente ritrovato in pochi giorni.
Serviva un ultimo tassello fondamentale ed era la risposta dei giocatori in campo che puntualmente è arrivata appena l'arbitro ha dato il fischio d'inizio, mettendo alle corde la Lazio come faceva Mike Tyson con i suoi avversari,pochi minuti e spettacolo finito, al 9' del primo tempo 2 a 0 e partita virtualmente in ghiaccio.
Dopo il terzo gol siglato da Padoin, il secondo tempo è diventata pura formalità, l'Atalanta ha inserito il pilota automatico e ha portato a Zingonia tre punti fondamentali per le speranze di salvezza.
Un grande Doni al limite della commozione, ha ridato grinta ed entusiasmo ad un ambiente dimesso e un Doni così, a parer mio, considerata la partita che avremo tra 48h, l'avrei tolto a 20' dalla fine per condergli un pò di riposo e una standing ovation più che meritata.
Era l'occasione giusta per testare la condizione fisica di Chevanton e dare un'ultima chance a Robert Acquafresca.
Nessun problema, quando c'è la testa e il morale ritrovato, la stanchezza non la si sente e ora a Bologna serve una squadra in salute e in ottima condizione fisica, come abbiamo visto ieri. La cura Ventrone forse non avrà inciso sulla testa, ma sulle gambe probabilmente si.
Prima di guardare all'imminente futuro, parliamoci chiaro, la Lazio di ieri è stata davvero una lazietta, un'acquila che somigliava più ad un pulcino indifeso, una squadra che è venuta a Bergamo con un modulo suicida è uscita dalla trincea senza l'elmetto, ed è stata impiombinata dalle truppe neroazzurre affamate di rivincita.
Neanche il tempo di cenare e già si deve pensare al Bologna, perchè la serata di mercoledi è una di quelle partite che valgonmo una stagione, una partita da affrontare come una finale di Champions, il giorno (mercoledi), c'è, l'orario (18), quasi, speriamo di ritrovare anche l'Atalanta che negli ultimi anni di sera non ci ha dato molte soddisfazioni.
Dovendo inseguire, purtroppo, non possiamo permetterci di guardare solo a noi stessi ma anche ai risultati e le partite delle altre dirette concorrenti e il nostro calendario nelle prossime tre giornate mette i brividi, tre trasferte difficili ma non impossibili.
A Bologna una vittoria ci farebbe rimettere i piedi sulla banchina di slavataggio, un pareggio rimanderebbe di qualche settimana il nostro destino, una sconfitta.... Non mettiamola in preventivo.
Poi ci aspettano due trasferte a Genova con Genoa e Sampdoria e se con la squadra di Gasperini sarà dura poter vincere, con l'attuale Sampdoria potrebbe essere l'occasione buona per conquistare un po' di punti in trasferta che saranno il passaggio obbligato per la salvezza.
L'Atalanta non potrà basarsi solo sulle partite casalinghe per slavarsi, non saranno sufficienti, sono obbligatori almeno due o tre colpacci in trasferta, uno potrebbe essere con la Samp, uno a Catania e l'altro una bella impresa memorabile in qualche tempio del calcio....
Si chiedeva una squadra con gambe, cuore e testa e ieri questi tre elementi magici li abbiamo visti tutti e tre insieme in una miscela esplosiva e vincente, a quanto pare la cura omeopatica Mutti ha dato in pochi giorni più risultati della terapia intensiva fantascientifica di mister Conte.
P.S-Fatemi aggiungere una nota proprio su mister Conte, mi sembra che i commenti sentiti nelle ultime ore siano molto ingenerosi nei confronti di un mister che comunque ha dato il massimo impegno per l'Atalanta portando avanti le proprie idee fino in fondo a costo di rimetterci in prima persona com'è successo.
L'errore grande di Conte è stato quello di non essersi lui adattato agli uomini a disposizione, volendo imporre il proprio credo senza i giocatori giusti. Se si voleva assecondare Conte bisognava prendergli i due esterni che chiedeva prima di Natale, mentre con il Napoli c'era ancora la stessa Atalanta con i soldati ormai a braccia incorciate, stanchi, feriti e sfiduciati, situazione poi sfociata nella grande contestazione.
P.S.nr.2- Sono davvero contento della prestazione di Cristiano Doni, come tutti voi e forse con una motivazione in più, sono arrivato quasi alla commozione, mi ha fatto enorme piacere vederlo di nuovo con gli occhi della tigre e con quella condizione fisica fin qui mai avuta, una condizione e cattiveria agonistica che ci porterà alla grande impresa chiamata salvezza.
|di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 119 volte


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