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2010-01-18

Impalpabile, apatica e senza idee: umiliata dall'Atalanta, la Lazio ripiomba nel letargo...


A Bergamo per confermarsi, contro l’Atalanta per dare continuità a quanto di buono fatto vedere fin qui nelle prime tre uscite del 2010 e per tirare fuori la squadra biancoceleste dalle sabbie mobili della zona retrocessione. La truppa di Davide Ballardini , in questa domenica di metà gennaio, è chiamata ad un compito piuttosto arduo e complicato data la situazione non certo tranquilla e serena che vige nell’ambiente orobico. Con quattro tecnici in appena cinque mesi di campionato, l’ambiente della Dea rappresenta, ormai da diverso tempo, una vera e propria polveriera. Bortolo Mutti è il tecnico scelto dalla dirigenza nerazzurra per traghettare squadra e società fuori dalla crisi. Di fronte, però, c’è la Lazio, una formazione che sembra aver tratto grande giovamento da uno dei colpi più importanti del mercato di riparazione, Sergio Floccari, capace di presentarsi ai suoi nuovi tifosi con la bellezza di 4 reti in 3 partite.
Il tecnico ravennate, per l’occasione, decide di schierare i suoi uomini con il modulo già sperimentato la settimana scorsa a Udine: un 3-4-3 abbastanza spregiudicato con il trio d’attacco composto da Rocchi, l’ex Floccari ( al quale i tifosi hanno regalato un fiasco di vino ed un’accoglienza da eroe…), e Mauro Zàrate, ancora alla ricerca di una vera e propria identità in questa stagione piuttosto sfortunata per l’argentino e con Fabio Firmani preferito a Christian Brocchi al fianco di Baronio nel settore nevralgico del campo. Punta, invece, su Simone Tiribocchi al fianco del veterano Cristiano Doni, il neo tecnico dell’Atalanta , Bortolo Mutti, senza modificare sostanzialmente l’assetto tattico già utilizzato dai suoi predecessori e relegando Ernesto Chevanton in panchina.
Dopo appena 23 secondi i padroni di casa si fanno subito arrembanti con il capitano Doni che incoccia di testa su un cross di Padoin dalla sinistra ma la palla termina sopra la traversa. Un minuto più tardi sono ancora i nerazzurri a rendersi pericolosi dalle parti di Muslera prima con Guarente e poi con Ferreira Pinto che da distanza ravvicinata cerca il tiro ma l’estremo difensore sudamericano si distende e respinge. Dopo 5 minuti il forcing iniziale degli orobici trova compimento: punizione dalla destra calciata dallo stesso Guarente, Doni, lasciato colpevolmente solo in mezzo all’area di rigore da Stendardo e Siviglia, non ha difficoltà a colpire di testa e ad insaccare nella porta biancoceleste per l’1-0. Ottavo minuto e l’Atalanta è già sopra di due reti: fallo laterale dalla sinistra, ancora una volta il numero 72 nerazzurro gode di fin troppa libertà e con uno splendido destro al volo firma la doppietta personale. La Lazio nei primi minuti non riesce minimamente ad entrare in partita e la difesa soffre in maniera spropositata le offensive di Doni e Tiribocchi oltre alla costante spinta di Ferreira Pinto e Padoin sulle fasce. Emblematico il conteggio dei tiri scagliati dalle due squadre verso le porte avversarie, che per ciò che concerne l’11 di Ballardini segna, dopo circa 18 minuti, l’inesorabile numero 0. Timida reazione da parte della squadra capitolina al 19’ ma capitan Rocchi non riesce ad agganciare a dovere un buon suggerimento di Baronio. Al 25’ arriva, finalmente, la prima conclusione verso la porta difesa da Coppola: ottima iniziativa di Zàrate sulla sinistra, palla servita allo stesso centrocampista bresciano che ci prova con un insidioso tiro di sinistro da fuori area che termina la sua corsa di poco a lato. La Lazio comincia timidamente ad alzare il proprio baricentro, anche se le occasioni per i capitolini continuano a scarseggiare. Cambio tattico alla mezzora, con il ritorno all’antico rombo con Lichtsteiner arretrato sulla linea di difesa e con il talento di Haedo a fungere da trequartista, libero di svariare su tutto il fronte offensivo, dietro a Rocchi e Floccari. E tale accorgimento tattico sembra poter dare i propri frutti: al 31’, infatti, Del Nero centra un interessante pallone dalla sinistra, ma Floccari non riesce ad imprimere la giusta forza alla sua conclusione. Al 33’ è ancora la Lazio ad andare vicinissima al gol grazie all’ennesimo colpo di testa, stavolta di Stendardo su un calcio di punizione calciato da Baronio, ma è prodigioso l’intervento di Coppola a terra. Al 35’, però, la formazione biancoceleste capitola nuovamente: ingenuità di Siviglia che si fa anticipare da Bellini in scivolata, la sfera termina a Doni che la serve su un piatto d’argento al proprio compagno Padoin: il 25enne ex laterale del Vicenza con una conclusione a giro porta i suoi sul 3-0 e manda letteralmente in visibilio il pubblico di casa. Finale di tempo appannaggio dei calciatori romani che chiudono l’Atalanta nella propria metà campo alla forsennata ricerca del gol che possa riaprire il match prima dell’intervallo, ma questo non arriva e dopo 4 minuti di recupero Trefoloni manda tutti a bere un thè caldo.
Ad inizio ripresa Ballardini opera il secondo cambio di giornata ( nel primo tempo il rientrante Dabo aveva sostituito Fabio Firmani), inserendo Stefano Mauri al posto di uno spaesato Del Nero con il conseguente spostamento del rumeno Radu nella posizione di terzino sinistro. Dopo appena un minuto di gioco, con un intelligente colpo di testa, il neo entrato numero 5 biancoceleste prova a servire Floccari che però non può raggiungere la sfera e va a scontrarsi involontariamente con Coppola. La Lazio sembra essere rientrata in campo con il giusto piglio e con la giusta convinzione anche se 3 gol da recuperare sono davvero tanti. All’11’ Floccari viene fermato ingiustamente dal collaboratore dell’arbitro Giachero in posizione di fuorigioco che, come dimostrano le immagini, non c’è nella maniera più assoluta. Al 16’, invece, è Zàrate (che da pochi minuti ha cambiato i propri scarpini) a scagliare verso l’estremo difensore nerazzurro un destro dai 25 metri che però si perde sopra la traversa e, dopo pochi secondi, prima Tommaso Rocchi e poi Ousmane Dabo si portano ad un soffio dalla realizzazione con due conclusioni che sfiorano di un nonnulla i pali della porta difesa da Coppola. La Lazio ci crede, vuole la rimonta, è molto più viva rispetto alla prima frazione di gioco, ma il gol stenta ad arrivare. Durante i successivi 15 minuti nessuna delle due compagini crea particolari grattacapi ai due estremi difensori: da segnalare solamente un colpo di testa di Stendardo alla mezzora che finisce alto ed un po’ di nervosismo che comincia a serpeggiare tra i giocatori ospiti (Lichtsteiner “passeggia” letteralmente sul collo di Peluso senza peraltro essere pizzicato dal fischietto di Siena). Ballardini getta nella mischia anche un altro ex di turno, Simone Inzaghi, al posto dello stremato Floccari, ma la musica non cambia: la partita volge mestamente al termine sul risultato di 3-0 per l’Atalanta e per la Lazio è nuovamente notte fonda. Apatica, impalpabile e senza idee: è questo lo specchio di una squadra che in quel di Bergamo fa riafforare i fantasmi del passato. L’ennesimo, e quanto mai preoccupante passo falso dei biancocelesti deve far riflettere l’allenatore ma soprattutto la dirigenza: l’attacco è tornato in letargo, la difesa ha mostrato tutti i suoi limiti contro un Doni in giornata di grazia ed è sempre più evidente che questa rosa necessiti assolutamente di rinforzi per poter portare a termine, positivamente, una stagione tra le più brutte degli ultimi anni. Mercoledi c'è la Fiorentina in Coppa, mentre domenica all'Olimpico arriva il Chievo di Mimmo Di Carlo, che quest'oggi ha sconfitto la Juventus in casa...due ennesimi banchi di prova sia per i giocatori che per il tecnico romagnolo...con le unghie e con i denti bisogna assolutamente tirar fuori la Lazio da questa situazione alquanto angusta e sconcertante...
|di Riccardo Mancini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 149 volte


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