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2010-01-18

Chievo - Juventus: analisi e commenti


Prendiamola con un po’ di amara ironia: questa doveva essere una stagione “storica” per i colori bianconeri, dopo anni di purgatorio, e in un certo senso lo sarà per la tifoseria bianconera e anche per le altre tifoserie.
Il Napoli non ci batteva a Torino da venti anni, ed è tornato a vincere a Torino, il Bari non ci batteva dalla notte dei tempi, ed è tornato a batterci, il Catania non vinceva a Torino da 46 anni e non ci batteva da 44 anni, ed è tornato a vincere contro i bianconeri e per giunta a domicilio.
Con queste premesse, non era difficile prevedere che anche il Chievo, mai vittorioso contro la Juventus, non dovesse trovare quest’anno il suo momento di gloria, dopo avere lo scorso anno conquistato il primo punto in assoluto contro di noi a Torino: ed in effetti la vittoria “storica” dei clivensi è arrivata puntuale, molto più facile del previsto, con il minimo sforzo, un golletto nel primo tempo, difeso senza troppi sforzi, con Sorrentino che per toccare pallone ha dovuto aspettare il ventesimo della ripresa.
E, in una situazione del genere, nessuno che prova a dare la scossa, anzi le dichiarazioni dopo partita sono state ancora una volta imbarazzanti, si va avanti così, nella speranza che prima o poi la fortuna possa volgere a favore dei colori bianconeri.
Si, perché è stato questo il messaggio emerso dalle dichiarazioni di fine gara, che a mio giudizio sono ancor più inquietanti della pochezza vistasi in campo.
LA TATTICA
Questa volta sarà davvero telegrafico, dato che la cronaca della gara è davvero scarna.
Squadre con moduli speculari, 4 – 3 – 1 – 2, Juventus con Grygera al posto dell’infortunato Caceres, centrocampo d’emergenza, con De Ceglie a fungere da interno sinistro, Diego dietro le due punte Del Piero e l’esordiente Paolucci; Chievo con centrocampo pure a rombo, Rigoni vertice basso, Pinzi vertice alto dietro le due punte, e Luciano nell’inusuale ruolo di mezzala. La gara si può davvero sintetizzare in poche battute, Chievo che trova il gol nel primo tempo con un tiro da fuori di Sardo che sorprende Buffon, e Juventus che prova a fare gioco, senza tuttavia imbastire una azione offensiva degna di nota, e non a caso la prima vera conclusione a rete arriva solo intorno a metà ripresa, su calcio di punizione dal limite di Del Piero, conclusione poco potente e parata tranquillamente da Sorrentino.
Per il resto confusione tecnico – tattica a centrocampo, palloni sprecati a ripetizione, gioco bloccato, e naturalmente difesa clivense a nozze, potendo sempre schierarsi a tempo, ben coperta dal centrocampo. Tutta qui la partita, una delle più brutte in assoluto disputate dalla Juventus a mia memoria.
IL FATTO
Seconda sconfitta consecutiva dei bianconeri, seconda gara senza gol e soprattutto senza azioni da rete che possono essere qualificate come tali, e settima sconfitta complessiva su venti gare disputate, come dire più di un terzo delle gare.
Sono numeri che parlano chiaro, che dicono di una Juve ormai in caduta libera, già adesso in una posizione di classifica che la esclude dai posti utili per la CL, insomma di un fallimento ormai irreversibile della stagione, che a questo punto va vista solo nel senso come avevo detto a commento della gara contro il Milan, ossia di cercare di salvare il salvabile, e cioè almeno il piazzamento per uno dei posti in CL, anche a costo di sacrificare totalmente le altre competizioni, Europa League e Coppa Italia.
Indubbiamente più si va avanti e più diventa inutile e dannoso pensare al cambio della guida tecnica della squadra, anche se la tifoseria si sarebbe aspettata da Ferrara il gesto forte delle dimissioni per dare la scossa all’ambiente.
Invece Ferrara dice di credere ancora a questo gruppo, che si uscirà prima o poi dal momento di crisi, che c’è ancora una emergenza infortuni, insomma le solite cose che ormai stanno diventando stucchevoli, dato che il problema non sono gli assenti, bensì i presenti in campo, il modo come non sembrano avere voglia di reagire, e di come subiscono ogni situazione negativa in modo quasi fatalistico, come se ci fosse già un destino negativo che si sta realizzando senza che nulla si possa fare per cambiarlo.
Una squadra che sta perdendo prova a reagire, soprattutto prova a cercare la via della rete in qualsiasi modo, se non entrando con azioni in linea, in area avversaria, almeno provando le conclusioni da fuori, o le soluzioni su calcio piazzato: invece no, per oltre un tempo la Juventus ha mostrato uno stucchevole gioco per vie orizzontali, con palla a terra su un campo sciagurato, nel quale a terra non si poteva affatto giocare.
Una squadra che non corre, che perde palla perché i giocatori cincischiano e sono puntualmente anticipati dagli avversari, che non ha idee, che soprattutto non mostra di volere onorare una maglia che rappresenta la grande storia del calcio italiano e internazionale, insomma il fallimento definitivo di un progetto, sempre ammesso che questo progetto sia mai esistito e i dirigenti lo abbiano mai elaborato e portato avanti, almeno a volere ricordare la storia di questi ultimi anni.
Quello che preoccupa non è la sconfitta odierna o la striscia negativa, ma l’assoluta carenza di elementi che possano far supporre una qualsiasi reazione d’ora in avanti.
Serie negative la Juventus ne ha avute e tante, ricordo ad esempio quella della scorsa stagione, o in anni più lontani, la striscia di otto gare senza vittorie nella stagione 2001 – 02, o la striscia negativa della stagione 1998 – 99, che portò alle dimissioni di Lippi, per rimanere al periodo più recente.
Ma erano momenti sostanzialmente isolati, nei quali le cose giravano negativamente, ma la squadra si mostrava comunque viva e in grado di potere uscire dalla crisi, non a caso lo scorso anno si recuperò la seconda piazza nel finale, nel 2001 – 02 addirittura si vinse lo scudetto, e nel 1998 – 99, tutto sommato si recuperò qualcosa in campionato arrivandosi ad un passo dalla finale di CL.
Proprio perché c’era un gruppo solido, compatto, con leaders e gregari tutti disposti alla lotta, con una guida tecnica autorevole, ed una società vicina a tecnico e giocatori.
Ossia tutto quello che sta mancando adesso. E Blanc a spiegarci che il progetto va avanti. Quale?
|di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 144 volte


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