"Milan ridimensionato nel derby ?", si chiede un noto portale Internet a strisce rossonere. No, più semplicemente tornato alla sua dimensione. Il Milan è nettamente inferiore all'Inter di Mourinho, come ha attestato il duplice confronto stagionale. A dispetto delle frasi di circostanza del tipo "Siete più forti, avete meritato la vittoria", la sconfitta di domenica rode tantissimo. Pazienza. Non è lo scudetto la nostra dimensione. Vediamo ora di difendere con il coltello fra i denti almeno il terzo posto, perchè Roma e Napoli non hanno nulla da perdere e la moribonda Juventus non so fino a quando resterà nella pozza di sangue. Abbiamo già detto del miracolo Leonardo e abbiamo già detto che questo Milan non può prescindere dalla sua dorsale: Nesta-Ambrosini-Borriello. Il resto, per ora è contorno. Salvo il giovane Pato, che come sottolinea l'amico Alessio nel suo ultimo editoriale, resta un giocatore con le stigmate del fuoriclasse, quindi può inventarsi la giocata che salva la partita. Salvo Thiago Silva, un giocatore che può nei prossimi anni diventare il "miglior difensore del mondo (cit.)". Il derby di domenica era il primo da titolare per Ignazio Abate, il giovane esterno ritornato a furor di popolo in estate in maglia rossonera. Abate è stato fra i peggiori, ma ora non possiamo bruciare il ragazzo. Per diventare un grande giocatore, bisogna conoscere il sapore della sconfitta più amara, bisogna avere la forza di rialzarsi dopo ogni caduta. Diamo al ragazzo il tempo di crescere. Non è colpa di Abate e di Antonini se abbiamo perso il derby. E' colpa di un Pirlo mai decisivo nelle partite che conta, di un Ronaldinho incapace di segnare la partita dopo i mille fantastici colpi esibiti però contro formazioni derelitte (Siena in primis), di un Beckham da apprezzare per le sue qualità morali e per la sua intelligenza calcistica, ma purtroppo in declino; di un Favalli che non può essere il capro espiatorio, senza dubbio, ma resta un pericolo pubblico soprattutto per la sua tendenza a legnare e a ricevere cartellini gialli, di un Dida che a 50 anni continuerà a fare parate impossibili, ma a prendere goal da pollo, di un Gattuso che a dispetto dei proclami merita di essere considerato solo la riserva della riserva (non si può sacrificare Flamini per un Gattuso così). Se questi giocatori di fama, valore ed esperienza non girano, non possiamo pretendere la luna da Abate e Antonini. Detto questo, da una parte complimenti alla società, perchè non immaginavo il Milan a questo punto della stagione in quella posizione in classifica. Dall'altra, ripeto il solito ritornello: Dida, Favalli, Kaladze, Oddo, Jankulovski, Zambrotta, Onyewu (e ahimè, l'ultimo Gattuso) non sono giocatori da Milan. Manca un forte terzino che faccia crescere Abate e Antonini, manca una grande alternativa a Nesta e Thiago Silva, manca un attaccante esterno che dia il ricambio a Pato e Dinho (a meno che Adiyah sia veramente un fenomeno, ma dubito). La differenza con l'Inter purtroppo è questa. Se all'Inter si fa male Chivu, si va a prendere Kolarov. Se all'Inter serve una punta, si prende uno dei migliori giocatori in circolazione, Pandev. E' uno strapotere economico e fisico, quello dei neroazzurri. Altrochè potere politico e complotti. Amen. Ripeto, l'imperativo è arrivare almeno terzi. Fare con i soldi della Champions il mercato non fatto a giugno e gennaio. Sperando che sia la volta buona. E' un ritornello che ripeto da 4 anni ormai.
P.s. A fine derby, Marco Materazzi ha festeggiato indossando una maschera raffigurante il Presidente del Milan Silvio Berlusconi, un gesto che probabilmente gli costerà una multa. Sinceramente, preferisco Materazzi che festeggia prendendoci apertamente per i fondelli, piuttosto che sentire le frasi del post partita di Moratti e Paolillo (Mourinho è un provocatore ad arte, quindi non conta). D'altra parte, chi vince ha sempre ragione. Il Milan dei Dida e Favalli purtroppo può solo stare zitto. |di Riccardo Giannini - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 162 volte