La fiera dell'indecisionismo: panca ad orologeria per Ciro
Tutto secondo copione: in corso Galfer non sanno minimamente cosa fare e allora, anzichè prendere una decisione, hanno rinviato tutto a dopo il match di Coppa Italia con l'Inter. In poche parole, a San Siro andrà a sedersi in panchina ancora Ciro dopodichè si deciderà il nome del nuovo tecnico. Ferrara è insomma un "dead man walking" ma il nome del successore ancora non è stato scelto, anche perchè non è ancora chiaro se sarà un traghettatore oppure un allenatore nuovo di pacca con cui impostare un nuovo progetto. Ma da quanto si capisce, si propende per la prima, perchè adesso il nome su cui starebbe puntando la dirigenza sarebbe quello di Rafa Benitez.
E’ una corsa contro il tempo quella che la Juve ha intrapreso sulla scelta del sostituto di Ferrara ma è improbabile che si possa risolvere prima di giovedì, quando i bianconeri andranno a San Siro per affrontare l’Inter in Coppa Italia: nonostante John Elkann e Jean Claude Blanc abbiano lavorato fianco a fianco per tutto il giorno esaminando le candidature, in serata nel lungo summit con Bettega e Secco non erano ancora giunti alla soluzione più idonea per rilanciare la squadra e rattoppare la stagione. L’idea, maturata nell’incontro di domenica sera, era di scovare un traghettatore fino a giugno, nella convinzione che l’organico abbia le qualità per rimontare qualche posizione e qualificarsi per la Champions League: un po’ come successe quando la Juve era allo sbando con Ranieri e dopo la sua sostituzione infilò le due vittorie che la portarono al secondo posto.
L’altra ipotesi, cioè affidarsi a un tecnico che cominci subito un ciclo pluriennale, è stata parzialmente accantonata per il timore che la fretta non sia la miglior consigliera nella scelta di un allenatore cui legarsi per lungo tempo. La pista di Hiddink si è raffreddata per l’ingaggio dell’olandese e per la sua difficoltà a sganciarsi dai russi. Inoltre a giugno il ventaglio di candidature si allargherebbe, dagli italiani (Giampaolo, Allegri, forse Antonio Conte) agli stranieri come Laurent Blanc e soprattutto Rafa Benitez. Lo spagnolo è ai ferri corti con il Liverpool, su cui pesa l’ombra di debiti devastanti: innamorato del calcio italiano, che ritiene il più evoluto tatticamente, Benitez è interessatissimo ad un grande club della serie A e anche il prezzo non sarebbe alto come si favoleggia.
Dall’Inghilterra infatti rimbalzano cifre più contenute di quelle che mettono in giro i procuratori: Rafa guadagna circa 2,4 milioni di sterline, cioè meno di tre milioni di euro netti. Non sono pochi ma la Juve ne pagava di più a Capello. Anche l’altro problema (la pletora di collaboratori che si è portato in Inghilterra) è un falso ostacolo. A Liverpool, Benitez trovò un club disorganizzato e portò i suoi uomini persino negli uffici amministrativi e della comunicazione: alla Juve la squadra dei collaboratori si ridurrebbe allo staff tecnico, come per ogni allenatore. La pista è praticabile per l’anno prossimo, più difficile concretizzarla adesso. Benitez dovrebbe dimettersi dal Liverpool con cui ha un contratto fino al 2014 e poi perché calarsi a freddo in una situazione delicata com’è quella juventina, con giocatori che non ha scelto? La Juve tuttavia ci sta provando e non ha perso le speranze.
Il punto è come è arrivare a giugno senza altri danni ed è l’interrogativo attorno al quale si lavora. Trapattoni, contattato, ha risposto con un «ci penserò» che lascia uno spiraglio poco incoraggiante anche per i problemi con la Federcalcio irlandese; Zoff ha declinato l’idea; Zaccheroni è giudicato affidabile ma il dubbio, come ha detto una voce, «è che non si può proporre alla Juve chi è stato esonerato dal Toro»; Vialli trova resistenze. La lista è esangue, il timore di cadere dalla padella nella brace impone prudenza. In serata il nome di Gentile trovava qualche approvazione senza troppi entusiasmi. Come ct dell’Under 21 ha vinto un Europeo e il bronzo olimpico, ha un marchio juventino indelebile e un carattere che non guarda in faccia nessuno: i “nei” sono di non avere un’esperienza importante in un club e di non allenare da 4 anni.
Altre voci reclamano Sven Goran Eriksson che si è proposto (come Van Basten) ma ci si può affidare a un ex tecnico che oggi fa il direttore generale del Notts County, quarta serie inglese? Il rebus è tosto anche perché Ferrara è ormai sfiduciato e mandarlo in panchina a San Siro per mancanza di alternative immediate sembra un atto sadico: innanzitutto i giocatori sanno di trovarsi con un allenatore in scadenza e poi, se dovesse vincere, con quale spirito si potrebbe esonerarlo dopo poche ore o prolungarne l’agonia fino alla Lazio? Eppure sembra l’unica soluzione in attesa dei tempi necessari a definire una trattativa, magari quella con Benitez. Ad interim contro l’Inter: per don Ciro è un triste gioco di parole. |di Marco Ansaldo - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 123 volte