Dopo l’Inter, Inler. Il risultato non cambia. Abbiamo perso. Meritatamente. Contro l’Udinese Leonardo ha mandato in campo una formazione assolutamente priva di senso. Imbottita di giocatori demotivati, sfiduciati e fuori ruolo. Il risultato non poteva essere diverso da quello che è stato. 1-0 e tanti saluti alla Coppa Italia. Unica nota positiva il rientro di Abbiati, davvero super. Dicevamo della formazione. A nostro avviso un assurdo tattico e tecnico. A dimostrazione del fatto che Leonardo, in fondo, nonostante le tante dichiarazioni di facciata, a questa manifestazione non ha mai tenuto più di tanto. Peccato. La Coppa Italia sarebbe stata l’unica manifestazione alla quale si poteva puntare con una certa decisione. Leo ha mandato in campo le seconde linee come se pensasse davvero di poter ambire allo scudetto o alla finale di Champions League. Sogni. Utopia. Se non ci fosse stato Abbiati l’Udinese ci avrebbe seppelliti sotto una valanga di reti. Troppi fantasmi in campo. Troppi giocatori scarsi. Spenti psicologicamente. Svogliati. Discutibili le scelte dell’allenatore. Affidare a Gattuso le redini del gioco può significare soltanto cedere il centrocampo agli avversari. Così è stato. Gattuso vice Pirlo è stata una strambalata senza precedenti. Gattuso, oggi, non è neppure il vice di se stesso. Una controfigura. La coppia Inzaghi - Huntelaar è impresentabile. Non può funzionare. In primo luogo perché si tratta di due centravanti d’area incapaci di orientare la manovra e scambiarsi le posizioni in campo. Troppo egoisti. Poi perché, a differenza di Borriello, non fanno filtro e non danno fastidio ai difensori avversari. Due giocatori regalati agli altri. La posizione di Di Gennaro è risultata parecchio incomprensibile. Fuori dagli schemi. Non ha fatto né la mezzapunta, né il trequartista. Una prestazione impalpabile. Lo stesso dicasi per Jankulovsky, ormai alla frutta. O per Kaladze, assolutamente bollito. Chi ci ha messo gambe e polmoni è stato ancora una volta Flamini, sempre più mortificato dalle scelte dell’allenatore. Che non ci si venga a dire che questo Gattuso sia meglio di Flamini. Per piacere! Discreto il rientro di Bonera così come quello di Zambrotta. Leonardo sta cominciando a raccogliere i frutti di talune sue scelte opinabili. Con qualcuno ha seminato vento e sta raccogliendo tempesta. Oggi come oggi può contare soltanto su 11-13 giocatori. Non di più. Il resto della truppa è impresentabile. Ammutinata. Non dare fiducia alle “riserve”, non responsabilizzarle, non affidarsi mai ad un logico, sensato turn over, può significare soltanto imbattersi in giocatori demotivati e sfiduciati nel momento stesso in cui se ne dovesse avere bisogno. Se hai 20-22 giocatori devi farli sentire tutti titolari. Importanti. Partecipi del progetto. Devi farli giocare. Se ti comporti come quegli insegnanti che pensano che il 4 non possa mai trasformarsi in sufficienza, allora è finita. Basta. Tu quei giocatori li perdi. Senza appello. Stando così le cose non basteranno tre anni per allinearsi all’Inter e al suo indiscutibile potenziale tecnico. I nerazzurri hanno due squadre fortissime dove le riserve valgono certamente i titolari. Giocano tutti. Si alternano tutti. Vincono tutti. Ci viene in mente il Grande Milan Berlusconiano, da Arrigo Sacchi a Fabio Capello. Altri tempi. Altri giocatori. Altra mentalità. Rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo. Con una consapevolezza in più: guardiamoci dalla Roma. Il secondo posto non è ancora al sicuro come qualcuno potrebbe pensare. La nostra idea sul Milan non è cambiata. Affatto. Rimaniamo una buonissima squadra in costruzione. Con margini di miglioramento notevoli. Palpabili. Certi. Però è necessario crescere ancora. Maturare. Irrobustire il telaio. Migliorare. Occorre tempo. Tempo per far lievitare bene il gruppo. Tempo per farlo amalgamare. Tempo affinchè questo gruppo diventi squadra e certi meccanismi comincino a girare bene. Con disinvoltura. Con convinzione. Con padronanza. Il derby e la sconfitta contro l’Udinese non hanno aggiunto né tolto nulla alle nostre riflessioni. A quello che sappiamo. Questo è e rimane un anno di transizione. Di rodaggio. Contro l’Inter Leonardo ha ricevuto una lezione tattica e tecnica senza precedenti. In superiorità numerica non puoi subire come se in 10 contro 11 giocassi tu. Non solo. Se manca Nesta, non puoi certo sostituirlo con Favalli che, con tutto il rispetto, oggi non giocherebbe titolare nell’Inter neppure se venissero a mancare in un colpo solo tutti i difensori a disposizione di Mourinho. Giovani della Primavera compresi. Anche questo ha fatto la differenza. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 126 volte