Le ultime campagne acquisti del Milan, lo abbiamo visto tutti, non sono apparse di quelle oculate e mirate a risolvere dei problemi ben precisi, quanto uno spendacchiare in giro con motivazioni che noi possiamo immaginare, ma mai conoscere con certezza.
Certo, se ce le spiegassero, probabilmente noi tifosi non le condivideremmo comunque, ma questo perché, appunto, siamo tifosi e non manager, e quindi, sotto alcuni aspetti, è comprensibile l’atteggiamento di assoluto silenzio che la società ha assunto nei riguardi del calciomercato.
Tenendo presente che una buona fetta della tifoseria è ancora in preda allo sconforto per la perdita della propria anima il giorno in cui Kakà fu ceduto al Real Madrid, diviene ancora più complesso riuscire a trovare dei giocatori che possano dare un apporto, anche solo lontanamente simile, a quello del brasiliano, che tra l’altro è messo in discussione a Madrid spesso e volentieri.
Tuttavia, come quando un lutto fa irruzione in casa senza chiedere il permesso, e nonostante questa parentesi negativa in campionato con la sconfitta nel derby che ha riportato con i piedi per terra tutto l’ambiente, è necessario tentare di pensare a delle soluzioni per dare una maggiore varietà e qualità al centrocampo rossonero.
La zona nevralgica, la spina dorsale , la cabina di regia di ogni squadra è il centrocampo, e in questo momento il Milan apparentemente sembra coperto in questo senso, ma proviamo per un attimo ad analizzare i nostri uomini : Ambrosini, Gattuso, Flamini, Beckham, Seedorf, Ronaldinho, Pirlo, Abate. Come ben possiamo notare questi sono giocatori che hanno di molto superato la trentina e sui quali, oggettivamente, non si potrà contare ancora per molto, se a ciò aggiungiamo che gli unici due ragazzi sono utilizzati rispettivamente uno per riscaldare la panchina (Flamini), chiuso com’è dai senatori Gattuso e soci, e l’altro come terzino (Abate), comprendiamo bene come un paio di innesti, l’anno prossimo, non sarebbe male effettuare.
Personalmente due sono i nomi che ho avuto modo di apprezzare ovvero Riccardo Montolivo della Fiorentina e Christian Maggio del Napoli.
Montolivo ha dimostrato, a mio giudizio, una buona capacità di interditore unita ad una buona visione di gioco, doti di corsa e organizzazione del gioco. Sin dai tempi nei quali militava nell’Atalanta ha dimostrato dinamismo e doti tecniche che ben si adatterebbero alla nostra amata squadra. La capacità di essere ordinato e pulito anche nelle situazioni più intricate risultano essere, a mio avviso, la carta vincente di questo ragazzo.
Christian Maggio a me appare come un diavolo della Tanzania, ha sofferto tantissimo la presenza di Donadoni in panchina che gli relegava troppi compiti difensivi legandogli la furia con la quale spesso affronta le partite. A prescindere dalle sue doti tecniche e di corsa, che sono sicuramente notevoli, Maggio rappresenta quel giocatore che lotta in campo con tutto sé stesso, non mollando mai su ogni pallone e percorrendo km e km sulla fascia: come non vederlo perfetto nel nuovo modulo di Leonardo?
Alcuni quesiti si affacciano in queste occasioni concernenti ovviamente il mero lato economico: potrà mai la nostra dirigenza permettersi acquisti di questi levatura che richiedono un certo sforzo monetario? E in secondo luogo : siamo improvvisamente diventati così poveri, tanto da avere quasi timore nell’investire o proporre investimenti? Dobbiamo rassegnarci, quando questa rosa giungerà al capolinea conclusivo, a includere in squadra giocatori di seconda fascia tali da ridimensionare definitivamente le nostre ambizioni? Ma soprattutto: che cosa sta accadendo alla nostra società? Ha una visione degli eventi sicuramente diversa dalla nostra, sarà quindi il tempo a svelarci la verità sui bilanci e sui conti? Sono quesiti che sicuramente solleticano la mente di tutti i tifosi da diverso tempo. |di Francesco Zonni - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 163 volte