Le novità di questi ultimi giorni riguardano da un lato i risultati poco soddisfacenti della squadra, dall'altro il post mercato di gennaio. Ultimo acquisto rossonero è Amantino Mancini, ulteriore brasiliano arrivato alla corte rossonera; in prestito con diritto di riscatto è stato acquistato come alternativa a Ronaldinho e Pato, oltre che per cercare di dare maggiore vivacità al reparto offensivo. Si conclude così la sessione invernale del mercato con gli innesti di Beckham, Adiyiah, Mancini e le partenze di Storari e Di Gennaro. Solo il campo dirà se le scelte societarie saranno state all’altezza, se i nuovi acquisti sapranno dare un contributo positivo alla causa rossonera. Se si considera gennaio come un mercato di riparazione, senza clamorosi acquisti o scambi, di certo non si poteva pretendere chissà quale operazione. Resta la sensazione però che la politica societaria sia ormai sempre più improntata al risparmio, a salvaguardare il bilancio e poi eventualmente a rinforzare la squadra.
Il dubbio poi viene leggendo le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Silvio Berlusconi riguardo l’acquisto di Mancini: "Non l'ho capito proprio - ha detto incontrando la comunità italiana a Gerusalemme - è un altro trequartista quando a noi magari serve qualcuno che finalizza il gioco". Dichiarazioni condivisibili o meno, resta il fatto che a questo punto non sia ben chiaro da chi e come vengano fatte determinate scelte; che Berlusconi sia sempre meno presente all’interno del Milan è assai evidente, in questi anni chiunque ha notato una certa lontananza da Milanello, da San Siro e da Via Turati. La battuta del Presidente sugli ultimi risultati del Milan, "La domenica vado allo stadio e ultimamente ho visto gente che ha pianto... Figuratevi che io devo piangere ma anche pagare...", lascia la convinzione che ormai la sua figura sia solo quella di “metter mano” al portafoglio.
Maggiore chiarezza ed uniformità di idee all’interno dell’ambiente rossonero sarebbero il migliore acquisto possibile. Si dirà che non sono dichiarazioni ufficiali, che sono state fraintese, rilasciate in un momento particolare...certo è che lasciano una sensazione di poca sintonia e chiarezza tra proprietà e società. Non era sempre stata la comunicazione il punto forte del Milan? In questi ventiquattro anni di presidenza Berlusconi alla proprietà non si può rimproverare nulla sul piano dei risultati, dell'immagine, dei valori sportivi, degl'acquisti. Risulta tuttavia difficile accettare un certo ridimensionamento e la sensazione di non essere più competitivi sul campo e sul mercato. Certo, non è lo scudetto della campagna acquisti l’obiettivo della società, ma ormai certi obiettivi di mercato non risultano più alla portata dei rossoneri...di conseguenza aumenta sempre più il rischio di vedere la propria rosa sulla carta nettamente inferiore agli avversari (vedere ciò che accade sull’altra sponda di Milano). Ormai ad ogni lettura delle più importanti trattative di mercato il nome del Milan compare sempre meno; si leggono lunghi elenchi di obiettivi, nomi caldi, novità, ed il pensiero è sempre quello: “ma il Milan dov’è?”, “ma il Milan non acquista nessuno?”. I rossoneri puntualmente spariscono da ogni trattativa, salvo poi presentarsi con qualche acquisto dell’ultimo minuto alquanto discutibile o limitato alle esigenze momentanee e non collocato su un progetto a lunga durata.
Sia chiaro che, viste le premesse dell’estate, la stagione sin qui disputata dai rossoneri può considerarsi positiva. Ciò nonostante, a parte qualche titolare (Nesta, Thiago Silva, Pato e Borriello), la rosa necessita di ulteriori rinforzi di primissimo piano, di affiancare ai nostri buoni giovani (Antonini, Abate) giocatori di valore in grado di rinforzare la squadra; la rosa attuale non da la sensazione di essere costruita per aprire un nuovo ciclo. Finito l’effetto sorpresa, assimilato il nuovo modulo fantasia, capito il metodo Leonardo, saprà la squadra riproporsi con costanza e competitività anche nella prossima stagione? Credo che più di qualche tifoso rossonero nutra forti dubbi al riguardo. Chissà che l’ultima speranza stagionale non sia ancora una volta il nostro habitat naturale, la Champions League, la musichetta iniziale, la cornice di San Siro prima e dell’Old Trafford poi. Tempo due settimane e sapremo la soluzione! |di Piergiorgio Danuol - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 198 volte