Catania, pareggio tollerabile. Primo tempo regalato all'Atalanta
Un risultato, miriadi d'interpretazioni. La colpa del Catania, quella più grande, stavolta l'ha in groppa Mihajlovic. Regalare un tempo ai bergamaschi rende onesto il pareggio finale. E' l'assetto che non quadra: Morimoto esterno destro è una soluzione inguardabile che nuoce tanto alla squadra che al giapponese stesso, utile solo quando procura l'ammonizione di Manfredini, frustrato al momento di concludere a rete l'occasione più ghiotta avuta dai rossazzurri in tutta la partita.
Che senso abbia mettere i teloni impermeabili sul campo alle 9 del mattino, o giù di lì, è invece la domanda più interessante da porre a società e comune; perché certamente non mancheranno di far ping-pong con le responsabilità. Tant'è, il terreno di gioco è ai limiti del praticabile , con la fascia adiacente alla tribuna B simile più ad una palude che ad altro. Condizioni che avvantaggiano da sempre la squadra ospite, ed ancor più l' Atalanta che ha piena familiarità con questo tipo di terreno .
Di contro, la volontà dei padroni di casa d'imporre gioco e chiudere gli avversari in difesa naufraga , è il termine esatto, dentro le tante pozzanghere che, costellando il rettangolo verde, impediscono ai rossazzurri di sfruttare la velocità ed i movimenti palla al piede dei vari Izco, Ricchiuti e Mascara. Certo che Mihajlovic immaginasse un'altra gara; stavolta però avrebbe fatto bene ad adeguare le sue scelte in funzione delle condizioni reali , e non perseverare un tempo intero sull'immaginario.
Non è facile stravolgere quanto provato per sei giorni in allenamento, è vero anche questo, ma qualcosa di più i rossazzurri l'avrebbero potuta fare soprattutto negli ultimi 15' di gara, quando la superiorità numerica consentiva, più ad Alvarez che a Capuano, di spingere sulle fasce. Tattica fino a quel momento sfruttata, in maniera devastante, dall'Atalanta. In quei momenti i padroni di casa avrebbero dovuto far la voce grossa ma, probabilmente, il raziocinio ha preso il sopravvento sulla foga di voler vincere a tutti i costi, che portava come controindicazione, seppur remota, l'eventualità di subire un goal che , fino all'ultima azione, ovvero all'ultimo errore di Trefoloni, è rimasto spauracchio per tifosi, giocatori e non solo.
Errori su errori, della squadra, di alcuni elementi, dell'allenatore, dell'arbitro, uniti ai meriti dell'avversario ed alle condizioni del terreno rendono questo pareggio se non benaccetto almeno tollerabile ; sintesi di due squadre che dal primo all'ultimo minuto si sono scambiate colpi a viso aperto, senza mai riuscire l'una ad abbattere l'altra, nonostante ripetuti e reciproci barcollamenti, il Catania nel primo tempo, l'Atalanta nel secondo.
Nel paradosso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto la scelta è sempre influenzata dall'animo, ottimista o meno, col quale si affronta il quesito. Il pareggio non varrà quattro punti per il Catania, come sostenuto dal Direttore Lo Monaco in caso di vittoria, ma di là da quanto detto dal campo, pur nella sua minima positività rappresenta un passo avanti importante che da' continuità di risultati e consente al Catania, pur superato dalla Lazio, di agguantare l'Udinese e staccarsi almeno di un punto dal Livorno. In uno scontro diretto , il pareggio, è sempre tacciato come il risultato più utile per le concorrenti , ma per sé stessi è sempre più utile di una sconfitta; e se, poi, com'è prevedibile che sia, la lotta salvezza coinvolgerà ormai tutta la zona sinistra della classifica, volendo tirar fuori la Fiorentina, ecco che anche un punto, col senno di poi, può diventare d'importanza capitale.
Una cosa è certa, pareggio è stato, frutto di una concomitanza d'eventi negativi dai quali il Catania è comunque uscito indenne; ma d'ora in poi in casa serve , necessariamente, la vittoria. |di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 126 volte