Dedico un pezzo a quella che ritengo la nostra sfida madre in campo europeo: A.C. Milan 1899 contro Manchester United Football Club. Perché uso il termine “madre”? Per una serie di motivi. Innanzitutto l’Inghilterra può dirsi davvero la nostra terra madre, avendo noi papà inglesi (Kilpin e Edwards), nonché avendo vinto là, a Wembley, la nostra prima Coppa dei Campioni (la prima vittoria italiana in assoluto), nel lontano 1963. In secondo luogo i simboli e i colori sociali delle due squadre: i diavoli rossi da una parte e il Diavolo rossonero dall’altra. Infine per l’estrema somiglianza delle due metropoli di riferimento. Milano e Manchester: i due poli del nord dei rispettivi paesi, i due motori industriali di Italia ed Inghilterra, in perenne rivalità con le lontane “cities” di Roma e Londra. Gli operai e i minatori di Manchester contro i laboriosi “casciavit” milanesi: quando la classe operaia sale nel Paradiso del calcio, insomma. Esattamente all’Old Trafford, soprannominato “il teatro dei sogni”, e per noi dei dolci ricordi, oppure a San Siro, ovvero alla Scala del calcio mondiale.
Venendo alla cronistoria di questo scontro, sembra quasi di celebrare una rievocazione storica ripercorrendo le date, i punteggi e i protagonisti delle sfide tra noi e i Red Devils. Partiamo ovviamente dalle gare casalinghe, riservandoci la rievocazione delle gare in trasferta fra qualche settimana. Correva l’anno 1958 e le due compagini si incontrano a San Siro in data 14 maggio, in occasione della semifinale di ritorno della Coppa dei Campioni. All’andata il Milan era risultato sconfitto per 2-1, pur passato in vantaggio al 24’ di quella gara con il grande Juan Alberto Schiaffino. Il ritorno capovolge gli equilibri di forza e riusciamo ad imporci per 4-0 con una doppietta ancora di “Pepe” Schiaffino, con un rigore di capitan Liedholm e con la marcatura finale di Danova. Tacendo sul triste esito della finale all’Heysel di Bruxelles contro il Real, passiamo al secondo Milan-Manchester, datato 23 aprile 1969. Un’altra semifinale, questa volta di andata e finita con un bottino per noi sempre in attivo, ma dimezzato nel numero delle reti: un 2-0 firmato Sormani e Hamrin. Tuttavia doppia è la felicità per l’esito della finale che andammo a giocare poi a Madrid (questi incroci continui e piuttosto attuali…) contro l’Ajax di Cruijff, sistemata con un sonoro 4-1.
Più recenti, invece i successi dell’8 marzo del 2005 e del 2 maggio 2007. Nel primo caso, il Milan ospitava la banda di Ferguson, allora come oggi, agli ottavi di finale di Champions League. Tuttavia l’1-0 di Crespo era già un bis dell’identico risultato maturato all’andata con identico marcatore. Il nostro Valdanito batteva al 60’ di una bellissima partita Howard con un colpo di testa a girare e a scendere insieme sul secondo palo, dopo uno dei celebri cross di Cafu. Se ho taciuto sull’esito della competizione del 1958, non intendo certo parlare di quello del 2005… Nel secondo caso, invece, siamo di fronte a quella che la maggior parte dei commentatori - il sempre esigente Arrigo Sacchi su tutti - definì la partita perfetta. Un 3-0 annichilente per il Manchester di Cristiano Ronaldo e Giggs, di Rooney e Scholes, che fino a quella gara aveva avuto un ruolino europeo spaventoso, in cui compare, tra le altre, una pesantissima vittoria casalinga sulla Roma per 7-1. Di Kakà, Seedorf e Gilardino le marcature che portarono il Milan alla splendida finale di Atene, in virtù anche del 2-3 passivo dell’andata.
Con quest’ultima ennesima vittoria casalinga il mio librone della storia milanista si chiude, almeno per qualche ora, fino a quando alle 20.45 di domani non dovrò riaprirlo per scrivere il nuovo capitolo, speriamo anche questo vittorioso. Prima della gara del 2007 Ferguson dichiarava di avere in mente come comportarsi contro quel Milan, grazie anche ad una maggiore maturità che il giovane gruppo del 2005 aveva maturato nei successivi due anni, ma nonostante ciò perse. Oggi quella maturazione di cui parlava Ferguson si è completata visto anche che nell’anno successivo a quello della partita perfetta i nostri avversari sono riusciti finalmente a vincere la loro terza Champions League, battendo ai rigori il Chelsea. Rooney ha recentemente detto che il giocatore più temibile dei nostri è Nesta, definendolo anche il difensore centrale più abile a marcare in circolazione. Da parte mia, ritengo che il loro giocatore più temibile fosse Cristiano Ronaldo ed ora, forse un po’ spavaldamente, credo che, almeno sui singoli, siamo superiori noi. Un in bocca al lupo, per concludere, a David Beckham, lui che incarna simbolicamente un po’ tutti quanti gli incroci tra i due clubs, che ho fin qui mostrato. Non sarà una partita normale per lui, meno speciale solo di quella del ritorno, all’Old Trafford. Sarà infatti il solo milanista a poter dire di giocarlo in casa. |di Sebastiano Molinelli - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 144 volte