Gli uomini di Ferguson schiantano il Milan di Berlusconi con micidiale cinismo grazie ad un secondo tempo magistrale mettendo più di una pietra sopra sul discorso qualificazione. Mai come stasera si è sentita la differenza tra un Milan con Kakà ed uno senza di lui. Il Milan affronta il Manchester United con il 4-3-3 che prevede, purtroppo ed inspiegabilmente, la conferma del sig. Dida in porta. Bonera terzino più difensivo a destra con Antonini a sinistra, in mezzo la coppia-diga Nesta e Thiago Silva. Terzetto di mediana con Pirlo regista e Beckham-Ambrosini accanto. Tridente con Pato e Ronaldinho ai lati di Huntelaar. Nello United Ferguson punta al contropiede con un 4-5-1 con Rafael a sorpresa sulla destra difensiva, Nani e Park come ali, Rooney unica punta, Evans che sostituisce l’infortunato Vidic.
E’ un Milan positivo, corto e compatto, di ritmo ed intensità che trova in Ronaldinho e Bonera i suoi punti di forza. Il bresciano ridicolizza Park nelle chiusure facili e tranquille mentre il brasiliano crea più di qualche problema a Rafael, gol a parte. La nostra coppia di centrali riesce a stare alta non dando campo alla profondità di Rooney mentre entrambi i nostri terzini sono aggressivi al punto giusto cioè quando le ali avversarie stanno per partire palla al piede. Per togliere pericolosità a questi avversari serve inoltre un pressing sui loro portatori di palla di mediana che non hanno una tecnica eccelsa ed in questo Ambrosini il capitano è maestro salendo in cattedra più di una volta. Ai punti meriteremmo di più di un pari ma il primo tempo si conclude su un uno a uno figlio di due reti fortunose di Ronaldinho su deviazione di Carrick e di Scholes che vuole colpire di destro e la prende di sinistro mettendola nell’angolino. Da segnalare il dodicesimo uomo degli ospiti: Dida.
Nel secondo tempo gli inglesi prendono campo e noi perdiamo le distanze fra i reparti. L’uscita di Antonini per infortunio sul finale del primo tempo con l’ingresso di Favalli consegna la fascia destra allo United che infatti da lì confezionerà il gol del meritato vantaggio sull’uomo migliore degli avversari che non esce, sapete a chi mi riferisco. D’altronde se si debbono giocare partite come questa o il derby con Favalli la colpa non è dell’allenatore ma di chi tra le ville e “l’affare di cuore” sceglie le prime. Leonardo deve invece spiegare bene a tutti i rossoneri umiliati stasera perché Dida e non Abbiati, questa è una colpa tutta sua. Non ci siamo più, siamo lunghi e prevedibili quando prendiamo palla, ogni volta che loro recuperano palla hanno praterie davanti in cui lanciarsi, ci sfiancano. Noi attacchiamo slegati con azioni solitarie ed estemporanee mentre loro si riversano in quattro o cinque occupando bene gli spazi per poi ripiegare immediatamente ad azione conclusa. In questo contesto desolante per noi si arriva al terzo gol avversario, meritato perché loro raccolgano quanto meritano in questo secondo tempo tutto loro mostrando cinismo mentre noi abbiamo mancato di letalità nel primo dove abbiamo condotto la partita. Non possiamo reggere alla lunga certi ritmi perché non abbiamo uomini né in fascia né in mezzo che possano garantire ciò, le promesse non mantenute di reinvestire il ricavato di Kakà pesano come un macigno nel vedere la differenza tra il Milan del 2007 e quello di oggi. La vergogna di subire le prime reti a San Siro nella storia rossonera da parte dello United resterà indelebile segno del declino e del disinteresse di questa proprietà. Il gol di Seedorf non cambierà i destini dell’ennesima stagione passata alla ricerca di un posto Champions come una Fiorentina qualsiasi. |di Giuseppe Aramini - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 126 volte