La sfortuna del n. 10. Da Possanzini a Dica.. e Barrientos
Sarà quasi certamente colpa del fato, ma negli ultimi anni il numero 10 del Catania non ha portato molta fortuna a chi ha avuto “l'onore” d'indossarlo. Se guardiamo al recente passato la grande delusione della scorsa stagione fu proprio Nicolae Dica , giocatore che volle assolutamente la maglia numero 10, tanto da costringere “gentilmente” Mascara, precedente proprietario, a cedergliela; Gli esiti furono, Mascara in Nazionale a fine stagione, Dica tre presenze in campionato ed addio.
Preso su consiglio di Zenga agli Europei del 2008, il suo cartellino costò alla società 2 milioni di euro, alla presentazione ufficiale il presidente e il direttore parlavano di lui come “il salto di qualità” del Catania; tante aspettative alla fine tutte deluse. Dica, scende in campo la prima partita del Campionato, contro il Genoa, poi a poco a poco sparisce, sembra non trovare spazio, non riesce ad ambientarsi, non gioca e se non gioca non ha stimoli per allenarsi; al la prima rottura , sanata a dicembre, segue quella definitiva dopo la gara di coppa Italia persa contro la Juventus (3-0).
Alla fine del campionato tanta è la delusione del direttore da non voler nemmeno più ripeterne il nome, "il rumeno" viene dirottato ben presto all'Iraklis Salonicco. Lontano dagli occhi e dal cuore, indipendentemente dall'addio dato da Zenga al Catania.
La parentesi di "Ronaldica" finisce così; ma altro avvenimento che ha un po' dell'incredibile è ricordare come, quando quello stesso anno venne tributata una maglietta rossazzurra col numero 10 al Presidente del Provincia Castiglione, il PDL in Sicilia iniziò a frammentarsi, fino ad arrivare alla spaccatura dei giorni nostri.
Facciamo qualche altro passo indietro nel tempo, e notiamo che nemmeno a Peppe Mascara il 10 ha portato così fortuna: lo indossa per l'ultima volta con Baldini allenatore; in quella stagione occupa un ruolo non suo, spesso costretto a fungere da difensore aggiunto, riuscendo a segnare solo 4 reti , è il punto più basso della sua carriera. Mascara litiga anche con i tifosi, mandati a quel paese perché fischiavano in Catania – Cagliari; poi fortunatamente lo strappo fu ricucito.
Anche la stagione con mister Marino non fu per Mascara un'ottima stagione, si adatta perfettamente al ruolo che il mister gli assegna, ma si fa espellere più volte per atteggiamenti poco consoni al calcio.
Indimenticabile il rosso inflittogli in Catania - Messina quando segna il pareggio e si toglie la maglia, cartellino rosso per doppia ammonizione (arbitro Farina). In tutta la stagione resterà fermo 7 turni per motivi disciplinari ed andrà a rete solo sei volte.
Nella stagione 2003/2004 Mascara non indossa il numero 10 bensì il 20 e con questo riesce a realizzare 13 goal . Anche la stagione 2005/2006, quella della Promozione, è proficua per Mascarinho, indossa la maglia numero 9 e sfonda la rete 14 volte.
Questo numero 10 ha perseguitato anche altri giocatori…
Roberto De Zerbi , numero 10 l'anno della promozione in A, non gioca una stagione fortunata, spesso vittima d' infortuni viene sostituito 24 volte. Riesce comunque a segnare 7 reti, prendendosi anche la soddisfazione di segnare al suo Brescia, su calcio di punizione. A Promozione avvenuta, per qualche motivo sconosciuto, decide di andare via, al Napoli, in B.
Altra grandissima delusione che indossava il numero 10 è Davor Vugrinec , arrivato a Catania con la fama di giocatore di grande tecnica e potenzialità si rivela, in maglia rossazzurra, quello che si può definire oggi “un pacco”…”un pacco vuoto”. Il numero 10 non riesce a esprimersi,fino ad esser messo fuori squadra per lungo tempo, addirittura non figura nemmeno nella foto di gruppo, quella di inizio stagione.
Il direttore Lo Monaco lo reintegra nelle ultime partite che gli servono solo per mettersi in mostra e volare altrove, infatti, a fine stagione torna in patria, al Rijeka. A Catania gioca 20 partite e segna due reti sarà quella la sua peggior stagione in carriera.
Altro numero 10 importantissimo fu Lulù Oliveira indimenticabile ricordo Catanese, qualsiasi tifoso rossazzurro porta con sé un ricordo col suo nome. Anche Lulù indossò il tanto ambito numero 10 (che poi ambito perché??), in quella stagione viene messo fuori squadra nelle ultime 6 giornate di campionato, perdendo anche la fascia di capitano. Ma le disavventure del bomber non finiscono li nella partita contro la Ternana dopo 2 reti viene raggiunto negli spogliatoi da alcuni “supporter” della curva sud e picchiato, così pensa d'andar via, ma poi resta segnando 15 reti il primo anno e 13 il secondo, quando il direttore gli offre il rinnovo, lui non accetta e va via.
E per finire Possanzini , diventato famoso ai tempi più per "allaghiti possanzini", urlato dalle tribune, che non per quanto mostrato in campo. Un giocatore che ha sempre giocato come prima punta, per ragioni calcistiche viene fatto agire da esterno sinistro. Segna solo 4 goal, tra gli anni più neri della sua carriera è secondo solo a quello vissuto a Palermo, dove si infortuna dopo appena 2 apparizioni.
Nella stagione in corso il numero 10 sarà indossato dal neo acquisto, Barrientos , sarà perché a sei mesi dal suo arrivo a Catania, l'argentino che doveva far fare “il salto di qualità” al Catania non ha ancora esordito in rossazzurro: colpa di una ricaduta dell'infortunio patito al ginocchio che ha posticipato di 6 mesi il suo rientro in campo , previsto addirittura per l'Agosto scorso. Tutto avvenuto dopo l'investitura a nuovo numero 10 del Catania, s'intende.
Finisce così la storia degli sfortunati numeri 10 rossazzurri, e speriamo finisca proprio con la perseveranza di Barrientos , un ragazzo che nonostante abbia vissuto più di un anno senza toccare pallone non ha mai smesso di credere nella possibilità di ritornare in campo, e ritornarci da leader, da numero 10. Sua intenzione è esordire col Catania già in questa stagione, nonostante sembrasse quasi impossibile dopo quanto accadutogli. Bene, e se è vero com'è vero che la fortuna aiuta gli audaci, forse la maledizione dei numeri 10 deve proprio finire, adesso! |di Manuela Leonardi - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 306 volte