Il talento della Fiorentina Stevan Jovetic, intervistato da Sport Week, racconta che tipo di rapporto sin da piccolo ha avuto con il mondo del pallone. "Da bambino giocavo sempre a pallone, per strada, ed ogni volta ero costretto a smettere perché era partita la sirena che annunciava i bombardamenti. All'inizio era come il triplice fischio, poi capimmo che non era un gioco. La mia, però, è stata un'infanzia felice: in Montenegro il conflitto è durato un paio di anni, non ho niente di cui lamentarmi. Poi sono partito per la Serbia, mi dicevano di lasciar perdere, ma io avevo in testa di fare il cacliatore. A Belgrado sono rimasto quattro anni, e sono andato via da capitano del Partizan. In cosa devo crescere? Devo diventare più cattivo nel cercare la porta, troppe volte provo il passaggio o un altro dribbling invece di tirare. Firenze? Faccio qualche passeggiata con la mia fidanzata, ogni dieci metri mi fermano per una foto o un autografo ma non mi da fastidio. Cosa mi piace dell'Italia? La pasta, decisamente meglio di quella montenegrina". |Redazione Tutto Mercato Web - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 167 volte