La vittoria di Genova è un’impresa che entra di diritto nella storia del club e rimarrà per lungo tempo impressa nella mente di chi c’era. Una di quelle partite epiche che capitano una volta in dieci anni, un’altalena di emozioni completamente fuori pronostico e condite dal successo finale di un Bologna maturo e sicuro di sé. E a cui perdoniamo anche le tante pecche difensive perché quando vinci così a Marassi sei un idolo e basta. Sotto tre volte, e ci può stare contro la squadra più bella della serie A quando attacca, raggiunti tre volte i Grifoni, ciliegina sulla torta finale. Adailton che per la prima volta in vita sua (la seconda, contando i sei gol che fece alla Corea nel mondiale U20 del 1997) fa tripletta, nel suo ex stadio, che non ha digerito il match surreale che Genoa e Bologna hanno presentato. E si vola dunque verso una classifica tranquilla e invidiata da tanti, segno che l’arrivo di Franco Colomba – e gli innesti importantissimi del mercato di gennaio, altro plauso a Baraldi e Salvatori – ha determinato un netto cambio di marcia e di direzione della squadra, che ora si gode quota 31 e 8 (9) punti di vantaggio su un Livorno che ha fatto harakiri in casa col Siena. Benissimo così, ma finchè il Bologna gira è bene approfittarne e il prima possibile raggiungere la quota 40 che metterebbe la parola fine alle nostre sofferenze. Nel nostro cammino incontriamo adesso al Dall’Ara (dove ultimamente raccogliamo meno che in trasferta) in sequenza Napoli e Sampdoria, ma è bene concentrarsi su un impegno alla volta ed evitare voli pindarici. I partenopei, squadra che negli ultimi anni ci ha spesso regalato beffe e rimpianti – vedasi ad esempio il gollonzo di Denis al 90’ il campionato scorso, o anche la gara di andata quest’anno – sono, insieme a noi, il team che ha più tratto giovamento dal cambio di tecnico in panchina. Accantonata la gestione Donadoni, gli azzurri hanno puntato forte su Mazzarri che esordì proprio con la clamorosa rimonta ai nostri danni, rimonta che è diventata il marchio di fabbrica del Napoli. Sembra quasi infatti che si divertano ad andare sotto anche di due gol per poi raggiungere gli avversari nel finale dopo assedi clamorosi, ed è già successo con spaventosa costanza. Ad ogni modo Walter Mazzarri sulla panchina campana in 19 partite esatte, un girone intero, ha perso una volta sola, peraltro con rimpianti ad Udine, e ha totalizzato 34 punti. Numeri importanti, specie se vi aggiungiamo il dato delle gare senza subire gol, ben 11 su 19. In compenso ultimamente il gioco degli azzurri è in calo, il successo manca da un po’ e anche i gol realizzati sono diminuiti, complice il momento non felicissimo dei pur ottimi attaccanti. Contro la Roma il Napoli ha ripreso in pugno la partita proprio per i capelli, e per di più con un calcio di rigore generoso che a parti invertite non sarebbe stato assegnato. Si presentano al Dall’Ara senza tifosi in curva Ospiti ma con il consueto manipolo due-tremila affezionati della nostra regione, cercando di alzare così la media spettatori di uno stadio che quest’anno sta facendo registrare la quota più bassa degli ultimi 50 anni in serie a (meditare, società…). Ballottaggio in attacco tra un Quagliarella col broncio e un Denis scalpitante, non si tocca Lavezzi che all’andata con noi era alle prese con la simpatica questione della sosta prolungata in Argentina. Mazzarri avanza Hamsik (il vero campione del Napoli) sulla linea del sudamericano, alle spalle dell’unico centravanti, mentre sui binari esterni del centrocampo a 4 Maggio e Aronica (non propriamente un gigante) sembrano non avere rivali. Attenzione agli inserimenti di Gargano, duttile e utilissimo interno di mediana che a noi farebbe molto comodo, magari in un prossimo futuro. L’assenza di Grava in difesa consegna al tecnico poche possibilità di scelte alternative. Noi cercheremo di frenare la corsa Champions del Napoli con il tandem offensivo Ada-Zalayeta, confermatissimi dopo la grande prova del Ferraris. La gradita sorpresa è il ritorno anticipato sui tempi di Modesto, che torna padrone della fascia mancina e relega Mingazzini e Casarini in panchina. Dall’altra parte Monumento Buscè, cuore napoletano, con Mudi e Guana ormai indiscussi pilastri del centrocampo, a cui la grande capacità di lottare perdona piedi da censura. C’è un dubbio in difesa, tra Britos e Moras, e considerato che il greco ha giocato mercoledì in nazionale ci potrebbe anche stare un ritorno dal 1’ dell’uruguaiano, che da tempo giace nel dimenticatoio. Forza Bologna, avanti così.
Probabili formazioni:
Bologna (4-4-2): Viviano; Raggi, Portanova, Britos, Lanna; Buscè, Mudingayi, Guana, Modesto; Adailton; Zalayeta.
A Disp: Colombo, Casarini, Moras, Zenoni, Mingazzini, Gimenez, Succi.
All. Franco Colomba
Napoli (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Rinaudo; Maggio, Gargano, Pazienza, Aronica; Lavezzi, Hamsik; Quagliarella.
A Disp: Iezzo, Zuniga, Rullo, Bogliacino, Cigarini, Hoffer, Denis.
All. Walter Mazzarri |di Federico Frassinella - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 118 volte