Qualcuno, in settimana, di nostra conoscenza, pelato, aveva parlato di quetsa sfida come il meglio del calcio italiano. Beh, come sempre certa gente è meglio che se ne stia zitta. Roma-Milan finisce zero a zero tra gli sbadigli e i fischi. Per noi bene così, teniamo tre punti sui giallorossi e conserviamo il secondo posto. Per il big-match che vale il secondo posto ma forse anche qualcosa di più Leonardo sostituisce l’infortunato Pato proponendo a sorpresa Huntelaar accanto a Borriello. In mediana subentra Flamini accanto agli inamovibili Pirlo e Ambrosini. In difesa il gradito ritorno di Antonini sulla sinistra. E’ il 4-3-3 recente. Per la Roma invece un 4-2-3-1 con Cassetti su Ronaldinho, davanti alla difesa il recuperato Pizarro accanto a De Rossi. Esterni d’attacco brasiliani con Taddei e Julio Baptista, Vucinic di punta.
E’ un primo tempo tattico e decisamente poco spettacolare quello cui assistiamo. La Roma parte forte tenendoci lunghi e schiacciati. Non troviamo le giuste distanze tra i reparti e favoriamo le conclusioni dal limite causa anche una scarsa precisione negli appoggi che ci causa non poche ripartenze a squadra squilibrata. Huntelaar fa l’ala destra, decisamente fuori ruolo ma ammirevole per lo spirito di sacrificio in fase di non possesso palla. Ronaldinho è chiuso nella morsa Cassetti-De Rossi-Taddei, la gabbia orchestrata da Ranieri funziona. Il Gaucho giostra meglio quando si accentra e vede i due uomini d’attacco da servire, Huntelaar infatti fa il possibile per sostituire Pato almeno nei tagli in area visto che nell’uno contro uno il confronto è impietoso ed improponibile. Il nostro punto di forza è la solita coppia centrale Thiago Silva-Nesta che alzando la linea difensiva allontana i giallorossi da Abbiati portandoci a conquistare metro su metro conducendo così una seconda parte di primo tempo con un certo dominio territoriale reso però sterile dalla pochezza tecnica di Bonera in fase di cross, però si sovrappone eccome; e dal pressing asfissiante su Ronaldinho che non riesce a lanciare un Antonini versione treno alta velocità. Si va al riposo.
Nella ripresa sembriamo padroni del campo nel primo quarto d’ora. Sale in cattedra un Flamini reattivo più che mai, Ronaldinho che si accentra più spesso lasciando libero Antonini di attaccare lo spazio, Huntelaar che è più bravo ad entrare in area dando man forte a Borriello. Siamo corti, alti e compatti. Ranieri capisce che ci vuole un uomo che tenga palla davanti e faccia alzare la squadra ed infatti toglie Baptista per inserire Toni, Vucinic va a sinistra. La partita si fa bruttina e piena di ticchete tocchete improduttivi, tante palle perse, altrettanti errori in fase d’impostazione della manovra. Ronaldinho è definitivamente trequartista dietro alle due punte ed intanto entrano Abate per Antonini, Beckham per Flamini. Pochi sussulti da qui alla fine, nervosismo e lanci lunghi a saltare la mediana, squadre allungate, pochi schemi e tanta improvvisazione. L’ultimo jolly calato da Leonardo è Inzaghi nel tentativo di creare un certo scompiglio nei centrali giallorossi non certo irresistibili contro uomini rapidi in area piccola. Non servirà nulla. |Redazione DNA Milan - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 144 volte