Maurito dalle stelle alle stalle. E pensare che la giornata dell’argentino era partita sotto i migliori auspici. Non solo per il nuovo look. Brillante, reattivo, imprendibile nell’uno contro uno, dopo appena 4’ aveva già portato a spasso in percussione mezza Sampdoria, prima di servire un assist al bacio per Rocchi che a pochi passi da Storari aveva fallito il bersaglio grosso. L’ex Zauri nel mirino, ripetutamente saltato, le serpentine del “Pibe de Haedo” sembravano ricalcare alla perfezione i precedenti contro i blucerchiati (all'Olimpico). Al 7’ minuto il sentore aveva quasi lasciato il passo alla certezza, grazie all’assist calibrato che ha permesso ai capitolini di mettere la freccia per il provvisorio sorpasso. Dopo le due brucianti panchine contro Parma e Fiorentina, l’idolo dei circa 2000 tifosi assiepati sulle gradinate del Marassi aveva suonato la riscossa, era tornato ad incidere come ai vecchi tempi. Poi, complice la reazione dei padroni di casa, ma soprattutto la paura della Lazio, una lenta, ma graduale involuzione. Con il trascorrere dei minuti, è sparito dal campo, costretto ad inseguire, in posizioni poco consone alle sue qualità, le sgroppate di Semioli.. Tanto sacrificio, qualche scivolone di troppo ed un montante nervosismo, esploso indisturbato nella ripresa. In quello sfogo contro la rivedibile decisione dell’arbitro Brighi c’è tutta la rabbia di una stagione maledetta, trascorsa tra buoni propositi ed una frustrazione crescente. Uno sfogo reiterato e senza precedenti che gli precluderà la possibilità di aiutare la Lazio (almeno per due giornate) nel momento più delicato della stagione. Era iniziata con un sorriso, è terminata tra le lacrime nel tunnel degli spogliatoi. |di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 117 volte