La Juventus reagisce al meglio allo stop casalingo di domenica scorsa, conseguendo una preziosissima quanto importante vittoria a Firenze, contro l’avversaria che forse, più di ogni altra, e in particolare in questo periodo, era accecata da furore contro tutti e naturalmente contro l’odiata squadra bianconera.
Partita ostica, difficile, come c’era da aspettarsi, ma che ha dato segnali positivi sotto molteplici aspetti, sul piano del gioco, e anche sul piano del carattere: la squadra ha tenuto bene il campo, ha ben neutralizzato le fonti di gioco degli avversari, soffrendo solo nella seconda parte del primo tempo le iniziative d’attacco sul fronte destro, ha anche avuto la giusta calma nella gestione della gara quando è tornata in vantaggio.
Certo, non è il massimo, e soprattutto non può ritenersi che le lacune del passato siano state colmate, ma è già confortante vedere il rientro di alcuni degli infortunati cronici, e, diciamolo pure, qualche buona trama di gioco.
Notazione polemica: io, come tanti juventini presumo, ho sentito distintamente dei “buu” razzisti indirizzati a Sissoko: speriamo li abbiano sentiti pure i nostro moralisti della carta stampata e delle televisioni, sempre pronti a fare le pulci alla tifoseria juventina per meno, molto meno.
LA TATTICA - La Juventus si schiera con un modulo inedito, 4 – 3 – 2 – 1, Zebina a destra e Legrottaglie centrale al posto di Cannavaro, linea di centrocampo che presumo si avvia ad essere quella definitiva, Marchisio – Felipe Melo – Sissoko, Diego e Candreva avanzati a supporto dell’unica punta; Fiorentina con un modulo direi quasi speculare, 4 – 2 – 3 – 1, la coppia Zanetti – Montolivo davanti alla difesa, la linea avanzata di centrocampo con Marchionni – Jovetic – Vargas a supporto della unica punta Gilardino.
Dunque di fatto Montolivo e Zanetti a fronteggiarsi con Diego e Candreva, ma con Marchionni e Vargas vere ali offensive, e Jovetic centravanti arretrato.
Parte benissimo la Juventus, con un Candreva molto motivato, che a primo affondo lancia in verticale Diego, che tutto solo evita l’uscita di Frey e segna a porta vuota.
Fiorentina che reagisce immediatamente, attaccando soprattutto sul lato destro, ed avrebbe la palla buona per il pareggio, da un fortuito rimpallo esce un assist per Gilardino tutto solo in area di rigore, l’attaccante tira a colpo sicuro ma Manninger compie un miracolo deviando in angolo.
Tuttavia non è una Fiorentina che punge a dovere, anzi la Juventus si fa preferire per come controlla la gara, riparte in modo ordinato, tanto che potrebbe anche raddoppiare, lancio perfetto da Marchisio a Trezeguet, che scatta bene ma al momento opportuno si impappina facendosi anticipare da Comotto.
Il gol del pareggio arriva in modo inaspettato, da uno spiovente di Gobbi, da meta campo addirittura, che trova impreparati De Ceglie prima e Manninger dopo, lasciando dunque a Marchionni, non certo un gigante, di colpire di testa ed insaccare senza difficoltà.
Dopo il gol subito, i bianconeri perdono un po’ di sicurezza, le azioni viola si fanno più insistenti, ma la difesa, pur vacillando in alcune occasioni, riesce a tenere.
Nella ripresa Grosso al posto di De Geglie, e Juventus nuovamente più sicura ed intraprendente, va vicina alla segnatura con Trezeguet, che però conclude male e consente a Frey di deviare in angolo, poi una punizione ben calibrata di Diego, ma poco potente, viene parata da Frey; il tutto mentre dall’altro lato i viola non riescono più ad affondare le loro azioni come nel primo tempo, rimanendo Manninger quasi inoperoso.
Gol nell’aria, che arriva puntualmente, ottima combinazione sulla sinistra tra Grosso e Diego, questi serve Sissoko che di prima intenzione lancia nuovamente Grosso in area di rigore, e il nostro difensore fa pochi passi e tira una bordata sotto la traversa, sulla quale Frey non può fare nulla.
Zaccheroni opera un altro cambio, esce Sissoko, non ancora al meglio, entra Poulsen, e poi Iaquinta al posto di un evanescente Trezeguet, e in questo modo la gara viene ben canalizzata dai bianconeri che di fatto non rischiano più nulla, sfiorando anzi la terza segnatura con Marchisio, autore di una bella azione personale e dribbling secco in area, il suo tiro angolato viene però deviato da Frey in angolo.
E così la Juve torna alla vittoria, che peraltro è la seconda consecutiva in campo esterno.
IL FATTO - La vittoria di Firenze fa aumentare i rimpianti per quello sciagurato secondo tempo di domenica scorsa, dato che anche giocando non benissimo ma con la stessa intensità del primo tempo, la Juventus poteva quantomeno portare a casa un pareggio che adesso si rivelerebbe più che prezioso, quarto posto ben consolidato, avversarie sempre distaccate e Fiorentina fuori gioco per il piazzamento CL.
Purtroppo i 45 minuti peggiori della gestione Zaccheroni, frutto di calo fisico e di cappelle a ripetizione, di Cannavaro prima e soprattutto di Grygera nel finale, hanno compromesso il cammino verso quel traguardo, che appare sempre in salita.
Dunque le considerazioni fatte la settimana scorsa non cambiano più di tanto, se non per evidenziare che è confortante avere visto intanto una reazione d’orgoglio del gruppo, e inoltre una squadra che adesso tiene meglio il campo, anche in fase difensiva.
Non inganni il solito gol da polli incassato: certo questi erroracci alla lunga possono pesare eccome, ma è evidente che la Juventus vista a Firenze ha rischiato pochissimo nelle ripartenze avversarie, è apparsa più corta e compatta, dunque meglio capace di chiudere ogni spazio agli avversari, anche se ha avuto qualche momento di sbandamento, e qualche sofferenza di troppo, nel finale del primo tempo.
Il modulo schierato da Zaccheroni potrebbe anzi essere la soluzione tattica definitiva, modulo che sposa bene la filosofia di gioco del tecnico con le caratteristiche dei giocatori: nel tridente, Diego e Candreva non sono veri attaccanti ma giocando più avanzati combinano bene assieme e creano spesso la superiorità numerica; il centrocampo a 3 dà molta copertura alla difesa e garantisce supporto al gioco offensivo, soprattutto con Marchisio, e le cose potrebbero andare anche meglio con Sissoko a pieno delle sue capacità, e così anche gli esterni di difesa potrebbero avere maggiore libertà di avanzare, almeno uno dei due.
Tutte cose che a Firenze si sono delineate, anche se non al meglio, ma è già un passo avanti, tenuto conto del momento in cui è arrivata questa gara.
Al contrario, ritengo per l’ennesima volta che la gara abbia detto alcune verità, smentendo certi luoghi comuni nei quali è caduta anche parte della tifoseria bianconera.
Prandelli è un allenatore bravo, ma non è certo quello che può farci fare il salto di qualità, al confronto ha nettamente perduto la sfida tattica con Zaccheroni, ben oltre il punteggio, non ha saputo cambiare la squadra in corsa o correggere i difetti, insistendo anche nella ripresa sulla stessa direttrice di gioco, quando ormai la Juventus aveva capito che solo dal lato sinistro della propria difesa gli avversari potevano pungere, e da quel lato aveva chiuso a dovere.
E credo si ridimensiona definitivamente il mito di Corvino mago del mercato.
Come dire, la Fiorentina ha costruito le basi per un futuro sempre di squadra da classifica medio – alta, ma non certo da squadra leader del nostro campionato, ed anzi, per la prima volta credo, i critici verso lo scambio Melo – Marchionni e successivamente cessione di Zanetti, forse saranno in calo.
Chiudo infine con l’angolo della polemica.
A fine gare i viola si sono, come al solito, lamentati dell’arbitro.
Dimenticando intanto che ogni contrasto di gioco nella metà campo bianconera era calcio di punizione a favore della Fiorentina, e dimenticando che (ma questo è un mio cattivo pensiero) con D’Amato la Juventus quest’anno ha perduto due volte su due, e qualcosa mi fa supporre che nella mente del designatore c’era il classico “non c’è due senza tre”.
Poi spuntano le moviole, anche quelle ostili di Mediaset che dicono:
- gol di Diego regolare;
- rigore negato alla Juve, il mani di Zanetti era volontario;
- non c’erano rigori per i viola, al limite ci poteva stare, ma solo in modo più che fiscale, una punizione dal limite su Keirrison.
Una volta tanto l’equazione Juve che perde = calcio pulito, Juve che vince = calcio falsato, non è passata. |di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 132 volte