Il Bologna non si ferma più. + 11 sulla terz'ultima e una squadra da sogno
Sotto a chi tocca. Il nuovo Bologna targato Colomba non si ferma più, batte anche il Napoli (2-1) e si assesta in classifica a quota 34, ben 11 punti sopra il Livorno attualmente terzultimo.
La vittoria contro i partenopei è un po' il quadro, il riassunto, della metamorfosi rossoblu. Da pseudo squadra-materasso a compagine con gli attributi, capace di abbattere in rapida successione grossi calibri come Fiorentina, Genoa e Napoli, nonché in grado di reggere l'urto dei panzer Milan e Juve.
I gol lampo di Zalayeta e Adailton sono arrivati in maniera un tantino fortunosa, o forse fortuita è la parola giusta, ma nulla toglie ai novanta minuti di prestazione del collettivo messo sul campo da Colomba. Gli azzurri di Mazzarri hanno attaccato spesso con cinque-sei uomini, e nel secondo tempo -con l'ingresso della terza punta Denis- anche con otto. Il Bologna non si è mai scomposto, ha mostrato i denti a chiunque si presentasse dalle parti dell'area di rigore e ha cercato il raddoppio ogni qualvolta l'avversario prestava il fianco. Tutti hanno dato il loro contributo, "panchinari" compresi, annullando di fatto il gap tecnico che nomi e classifica assegnavano al Napoli.
Difficile trovare pecche in questo gruppo che fa quadrato, che si aiuta, che se perde un pallone lo rincorre fino all'ultima stilla di fiato. La difesa non sbaglia niente o quasi, che giochino Britos, Moras o Portanova poco cambia poiché tutti di grande valore. Sugli esterni il rigenerato Lanna ha finalmente trovato in Raggi un contraltare degno di questo ruolo così delicato. Guana e -soprattutto- Mudingayi arrivano con i polmoni dove i piedi non ce la fanno, ma tanto e intenso è il loro sacrificio che tanto basta per ritenerli indispensabili. I nuovi arrivati Buscè e Modesto hanno dato un senso alle idee di Colomba, che voleva -sì- i gol delle punte, ma anche traversoni dalle fasce e inserimenti centrali per cercare gol dal centrocampo. E che dire di Zalayeta e Adailton? L'uruguaiano è apparso l'Andersson dei tempi belli, stop di petto in bello stile e giocate d'alta scuola per i compagni, mentre Adailton si è ricostruito una carriera a 33 anni suonati strabattendo il suo record di segnature in serie A. Fa un po' ridere pensare ai tanti bolognesi che all'uscita dello stadio si chiedevano: e quando rientrerà Di Vaio come si fa? Semplice, farà gol Di Vaio.
Dove potrà andare questo Bologna? Si fosse messo in marcia con qualche settimana di anticipo forse ora staremmo a dissentire su zona-champions e zona Europa-League, ma la realtà è che una squadra storicamente imballata e traballante si è messa a correre a ritmo-scudetto portandosi nel giro di un mese fuori dal gruppo delle pericolanti. Tant'è e tanto basta.
Poi -nel calcio- mai dire mai. Dovesse vincerle tutte da qui alla fine (San Siro sponda Inter compresa…) allora potrebbe dire la sua per un posto europeo. Ma allora anche perderle tutte significherebbe rientrare nella bagarre-salvezza fino all'ultima giornata.
Può questa squadra, con questo organico, vincere sempre da ora in avanti? Direi proprio di no.
Può questa squadra, con questo piglio e con questo coraggio, perdere tutte le prossime partite? Neanche per sogno.
E allora godiamoci questo finale di campionato che si prospetta all'insegna del bel gioco e della tranquillità senza curarci troppo del piazzamento. Andare allo stadio contro il Napoli, contro la Sampdoria (prossimo scontro) o contro la Roma (tra poche settimane) con la concreta speranza di fare bottino pieno o comunque di ben figurare è un prospetto mica da ridere di questi tempi. Sì perché questo di Colomba l'è propri un gran bèl Bulaggna! |di Roberto Zerbini - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 134 volte