"Tranquillo è morto": ecco perchè un punto è meglio di tre
Sono d'accordo con Mihajlovic, sia sul quel che pensa e dice, sia su quel che pensa ma non dice a riguardo della gara pareggiata contro il Cagliari. Tutto giusto, tutto logico nonostante suoni come ossimoro accostare “Occasione sprecata” con “soddisfatto della prestazione”. Come sempre la realtà sta in mezzo, tra le righe.
Il tecnico serbo conosce il suo Catania, adesso quasi alla perfezione. Pregi e difetti questa squadra li dimostra con coerenza e puntualità . Amplificare i primi, correggere i secondi, è compito tattico ma anche psicologico quando questi riguardano l'indole del gruppo, la mentalità.
Così, dalla gara di Cagliari, se il pareggio non è il risultato più lusinghiero ottenibile è probabilmente il risultato migliore che ci si potesse aspettare, poco evidente sul piano pragmatico, parecchio di più su quello psicologico. Un punto che potrebbe portarne tanti di più di quanti messi in palio nella sola trasferta sarda.
Il perché è presto detto, essendo corroborato peraltro da quanto accaduto in campo proprio contro i rossoblu. Difetto del Catania, lampante, è quello di venire a mancare “in cattiveria” (come dice Mihajlovic) allorquando senta ormai proprio un traguardo ancora virtuale, o di contro si veda già sconfitto mentre potrebbe ancora combattere, e conquistare.
Cos'è accaduto nella gara di Roma ? Mihajlovic disse “In svantaggio ho visto i miei accontentarsi dell'1-0”, ed in seguito Ricchiuti: “A Roma c'è mancata la cattiveria”. I rossazzurri affrontarono quella trasferta certi di non poter strappare la vittoria, e persero.
Cos'è accaduto della gara di Cagliari ? In vantaggio d'una rete e col Cagliari ridotto in 9 uomini, visto l'infortunio che ha costretto Lazzari a rimanere in campo “pro-forma” e l'espulsione di Canini, il Catania concede una ripartenza ai sardi che porta alla rete del pareggio di Cossu. In tutto il secondo tempo si contano due azioni pericolose dei rossazzurri , una prima ed una dopo la rete del pareggio. Troppo poco, e negli spogliatoi ancora il ritornello: “C'è mancata la cattiveria”.S'è dato per scontato un risultato che non lo era , e per il quale bisognava ancora combattere.
Si concessa quindi un riflessione . Se un Catania sfiduciato è riuscito a precipitare fino all'ultimo gradino della classifica ed un Catania appagato ha ceduto senza colpo ferire tre punti alla Roma ed uno al Cagliari (l'anno scorso dopo lo 0-4 di Palermo cedette 0-3 in casa contro il Siena, ndr), allora la dimensione giusta per il Catania è quella del “passetto” , che da' fiducia ma non solleva da responsabilità e doveri.
“Tranquillo - come dice Mihajlovic (ed anche l'a.d. Lo Monaco, ndr) - è morto” . Proprio per questo il Catania non ha bisogno di una classifica che possa sembrare “tranquilla”, non ad 11 giornate dal termine del campionato. Da Cagliari si può quindi ritornare fiduciosi per la continuità di risultati trovata (“soddisfatti per la prestazione”) ma non certo appagati (“serve più cattiveria”)
La forza con la quale questa squadra è riuscita a cavarsi fuori dai bassifondi è tutta concentrata nella testa, nella voglia di riscatto e di non arrendersi. Guai quindi ad essersi ribellati alla miseria per cadere poi vittime del benessere . Un punto, a Cagliari, basta per allontanare un po' di più la zona calda pur facendone ancora percepire il calore , necessario a mantener vivo e combattivo l'animo d'ogni giocatore, chiamato a migliorarsi sempre.
La Salvezza è ancora tutta da conquistare e per farlo il Catania dovrà provare a far proprie tutte le gare da qui alla fine: 11 Finali da vincere. |di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 222 volte