De Sisti a Tutto Napoli: "Napoli-Fiorentina 1X. Hamsik seguito dal Man Utd".
Per gli amici "Picchio" (in romanesco trottola, ndr) per gli altri semplicemente "Maestro". Giancarlo De Sisti, ex bandiera viola e allenatore di un giovane Mazzarri, ci presenta il big match Napoli-Fiorentina in programma sabato sera alle ore 20.45 allo stadio San Paolo.
La Fiorentina avrebbe avrebbe meritato di passare il turno in Champions. Un colpo di genio di Robben, il fuoriclasse necessario in competizioni simili, ha dato invece il pass al Bayern… Quanto pesa aver perso Mutu?
“Direi tantissimo, troppo. E’ vero che una squadra poggia la sua forza su un concetto d’assieme, ma un giocatore come Adrian è un valore aggiunto notevole sotto il profilo della qualità, della convinzione e soprattutto è il campione che ha quell’ascendente forte sui compagni tale da generare rispetto e considerazione negli avversari. La sua assenza si sente molto sia in partite singole che in campionato, anche perché un sostituo vero non c’è. Jovetic è un ottimo calciatore, ma non è ancora un Mutu sia per completezza sia per esperienza”.
Una grande amarezza per i viola se consideriamo il clamoroso errore dell’arbitro Ovrebo (gol di Olic in netto fuorigioco, ndr) nella partita di andata. Al San Paolo si aspetta una Fiorentina stanca e delusa o arrabbiata e pronta a ripartire?
“I ragazzi di Prandelli devono metabolizzare in fretta la cocente delusione. E’ arduo tenere a bada i sentimenti, ma in tal caso è necessario altrimenti si corre il rischio di presterare il fianco alla voglia di rivalsa di un Napoli affamato di vittoria dopo le ultime partite non certo esaltanti. Se la Fiorentina avesse superato il turno sarebbe stata difficile da battere: i sucessi danno coraggio e limano la stanchezza. Purtroppo non è andata bene e per di più il ritardo in classifica non ammette ulteriori passi falsi”.
Il club toscano, al pari di altre realtà del calcio italiano, non ha alle spalle un impero finanziario. Difficile reggere sia in campionato che in Coppa. Il tempo delle “favole” è finito?
“Il calcio è bello perché c’è sempre spazio per sognare. Certo, come dice Catalano, personaggio delle trasmissioni di Arbore, “meglio due stipendi che uno” (ride, ndr), cioè per assonanza concettuale meglio avere due giocatori forti che uno. La Fiorentina meritava e credeva di poter andare avanti, ma non penso avesse la speranza di vincere la Champions. In questo sport però nulla è scientifico e può capitare che anche una corazzata come l’Inter possa avere difficoltà in tal senso. Le sorprese o favole, coma ha detto Lei, di solito si possono verificare in anni particolari, quando ad esempio c’è un mondiale e i giocatori decidono di dosare le loro energie".
Napoli – Fiorentina. Le sue previsioni…
“Se fossi bravo a fare previsioni avrei ancora oggi un’occupazione nel mondo del calcio (ride, ndr). Partita importante in chiave quarto posto perché Palermo e Juventus non mollano la presa. Dovendo azzardare un pronostico direi 1X. Il Napoli, reduce dalla sconfitta di Bologna, gioca davanti al suo pubblico e al San Paolo difficilmente cede il passo. La Fiorentina, come dicevamo, è stanca e con l’impellente necessità di ritrovarsi: ecco spiegato il mio pronostico. Ai viola occorrerebbero tre vittorie consecutive per rientrare, al Napoli serve una scossa: è una partita che si presenta da sola”.
La squadra di Mazzarri, in mediana, avrebbe bisogno di un calciatore alla De Sisti. Gargano è una trottola come lo era lei, ma non ha spiccate qualità tecniche; Cigarini, invece, ottimi piedi, ma poca consistenza. Esperimento da laboratorio, cioè proviamo a fondere i due giocatori, o cosa bisognerebbe inventarsi?
“(Ride, ndr) Facciamo l'esperimento. Battute a parte, sono d’accordo che il Napoli abbia bisogno di qualcosina a centrocampo, ma Mazzarri sa fare bene il suo lavoro e saprà adottare le giuste soluzioni. Io avevo una buona corsa e una discreta tecnica. Indicare oggi chi possa somigliarmi è impossibile. Nils Liedholm amava fare le similitudini; ad ogni giocatore ne associava un altro. Quando però gli chiedevano - “Lei a chi somiglia?” - lui rispondeva sorridendo “A nessuno, sono inimitabile”. Ogni giocatore è figlio della sua epoca, ma di una cosa sono certo: chi era capace di giocare a calcio prima, potrà giocare anche quando questo sport arriverà su Marte. Oggi si punta tutto sulla corsa e in campo ci vanno parecchi portaborse. La tecnica non è più la base, ma un’applicazione alla forza fisica”.
A proposito di Mazzarri, sappiamo tutti che è stato un suo giocatore a Firenze. Nel bagaglio tecnico del livornese anche gli insegnamenti di “Picchio” De Sisti?
“Con i miei sistemi o consigli non sarebbe arrivato dov’è ora. E’ tutto merito suo. Non dimentichiamo quanto di buono ha fatto a Livorno, Genova e il miracolo di Reggio Calabria. Da giocatore Walter aveva un grande temperamento, ma purtroppo l’ho allenato quando aveva davanti a lui un campione come Antognoni il quale, stranamente, ha dichiarato, magari per esser simpatico coi tifosi del Napoli o perché ha bevuto del vino (ride, ndr), mi faccia passare la battuta, che lui e Mazzarri avrebbero potuto giocare insieme. Fortuna per Giancarlo che non ha fatto l’allenatore (ride, ndr). Sono felice però che l’attuale tecnico azzurro si stia riprendendo da mister quanto non ha avuto da calciatore. Al di là di ogni valutazione non credo comunque che considerare un giocatore come l’alter ego di uno come Antognoni sia stata un’offesa, anzi, a mio avviso è un grande attestato di stima”.
... Sulla scìa… Lavezzi – Jovetic. Chi le piace di più? Li vedrebbe bene insieme in maglia azzurra?
“E’ come scegliere tra una sant’honorè e un babà. Buonissimi entrambi, ma se mangiati insieme possono risultare indigesti. Ci vuole equilibrio, sempre. Il calcio quando nacque aveva un solo schema: 1-9. Oltre il portiere e un difensore erano tutti attaccanti. Poi con il passare degli anni si è capito che bisognava trovare gli accorgimenti giusti. Sono due giocatori che apparentemente possono sembrare egoisti nel portare troppo palla, ma sono fondamentali con la loro fantasia per creare superiorità e profondità di manovra”.
Apriamo l’album dei ricordi. Mexico ’70, Italia – Germania Ovest 4 – 3: la partita più bella della storia del calcio. De Sisti c’era… Poi la finale persa col Brasile di Pelè. Italia stanca o nazionale carioca superiore?
“Onorato e orgoglioso di aver preso parte ad un match in cui mi sono sentito un soldatino che difende la sua Patria. Fu una partita infinita, come tutti sanno, che ci portò via molte energie. Certo, è innegabile: Pelè e compagni non erano niente male (ride, ndr). Il risultato della finale fu una miscela delle due considerazioni che ha fatto: Italia stanca, Brasile di un livello impressionante”.
La vittoria dell’Europeo del 1968 e il dualismo con il napoletano Juliano…
“Io e Totonno in maglia azzurra ce la giocavamo. Centrocampisti diversi e utili per esigenze tattiche diverse. Valcareggi, il tecnico di quella nazionale, è stato per me un padre putativo. In quel periodo c’era molta competitività e mi è dispiaciuto sentire nel corso degli anni che la concorrenza tra me e Juliano determinò anche quella a Mexico ’70 tra Mazzola e Rivera. Purtroppo l’Italia è un paese di “allenatori” e spesso si ascoltano anche cose assurde”.
Il pubblico del San Paolo punzecchiato nel tempo da Azeglio Vicini per aver tifato Maradona nella semi-finale Italia – Argentina. Lei quella sera era in tribuna…
“Il pubblico partenopeo è speciale, spettacolare, ma una mia considerazione non toglie e non aggiunge nulla. E’ una di quelle platee che ama visceralmente la sua squadra a prescindere dai risultati. Detto questo, esprimo la mia idea in merito a quella serata. E’ vero, tra i tifosi del Napoli c’era chi teneva maggiormente a Maradona per le emozioni che l’argentino è riuscito a regalare alla città. Questo però non vuol dire che l’Italia avesse lo stadio contro, anzi. I “dissidenti” erano pochi e io avrei messo in campo Ciro Ferrara, altro idolo di casa, a bilanciare il tutto. Il risultato negativo probabilmente amplifica, nei ricordi, la reale portata degli episodi sfavorevoli. Quando giocavo al San Paolo i tifosi azzurri, proprio a causa del dualismo con Juliano, me ne dicevano di tutti i colori… “De Sisti, si n’omm’’e m…” (ride, ndr). Io, però, mi caricavo e rendevo ancora meglio”.
Lei ha allenato l’Ascoli. In questi giorni è scomparso il mitico inviato Tonino Carino, appunto, da Ascoli…
“Mi è dispiaciuto molto. Era un giornalista spontaneo. Il suo successo era il frutto del viso pulito di un bel giovanotto di provincia. E’ riuscito ad entrare nel cuore di tutti gli appassionati di calcio per la semplicità con la quale intervistava i vari personaggi. Altri tempi, un giornalismo più narrativo che da… sapientoni”.
Le faccio dei nomi. Aggiunga un pensiero…
Costantino Rozzi… “ha fatto tanto per Ascoli, ma con lui non mi sono trovato bene”.
Pierino Prati … “avrei voluto incontrarlo prima e non sul finire delle nostre carriere da calciatori. Gran giocatore. Entrambi i piedi, potenza e colpo di testa”.
Pelè… “come Prati, ma all’ennesima potenza. Fenomenale. Lui e Maradona accarezzavano il pallone: al posto dei piedi le mani”.
Lino Banfi… “hanno concorso a farmi conoscere più i tre minuti del film insieme a lui che le 478 gare in serie A. Sono felice di aver avuto un pizzico di notorietà in un film che a mio avviso rimane il migliore, il cult per eccellenza di questo genere”.
Continuando idealmente con Banfi e guardando a ritroso la sua carriera, a chi spezzerebbe la noce del “capocollo”?
“(Ride, ndr) Senza dubbio a coloro che lanciarono una bomba carta nella mia villetta quando allenavo ad Ascoli. Il momento più brutto della mia vita calcistica. Non sono mai stato trattato bene in questa città. Mi fecero sentire un intruso ed io non potevo uscire nemmeno a prendere un caffè: avevo sei uomini della digos che mi seguivano passo passo per proteggermi. Le bombe carta non si dovrebbero usare mai, nemmeno in guerra. Un ordigno contro di me che sono cresciuto con veri valori, quali la lealtà, la famiglia, il rispetto. Una vicenda assurda”.
Suo figlio Marco è un osservatore del Manchester United… Ha seguito anche Hamsik?
“Il lavoro di osservatore è un’attività molto delicata e, come tale, “omertosa”. Parliamo raramente di ciò che fa, ma so che ha seguito anche lo slovacco. Chi svolge questo ruolo non può non seguire un giocatore talentuoso come lo slovacco. Non conosco i dettagli, ma credo che mio figlio l’abbia anche segnalato. Il giocatore del Napoli è entrato in Italia dalla porta di servizio: la serie B. Ora sta imparando cosa significa giocare in A. Ha corsa e qualità tecniche davvero notevoli. Deve solo migliorare sotto il profilo della continuità”.
A chiudere, il parere di “Picchio” De Sisti sui fischietti d’Italia…
“Prima abbiamo citato l’errore clamoroso di Ovrebo che ha danneggiato la Fiorentina. E’ un problema generale ed io sono per la moviola in campo, non vista come supporto all’arbitro, ma come necessità. I tempi sono maturi ed è doveroso intervenire. La FIFA, non so perché, continua a bocciare l’idea. L’anno scorso ho allenato la nazionale dei parlamentari italiani e abbiamo partecipato, nel giugno 2009, ad un esagonale in Turchia. Nella finale per il terzo ed il quarto posto, contro i turchi, una terna di colore ha convalidato un gol assurdo: la palla, uscita di poco a lato, battendo sui tabelloni pubblicitari è tornata indietro infilandosi in rete attraverso un foro. Mi sono arrabbiato molto perché avevo visto bene. Mi sono tolto il badge avvicinandomi ad una scrivania dove c’erano monitor, una sorta di moviola in campo. I responsabili, raccogliendo il mio disappunto hanno comunicato all’arbitro l’irregolarità. Ho ripreso così il badge ed abbiamo anche vinto. Mettete che accade una cosa del genere in una competizione dove ci sono notevoli interessi in gioco. Il parlamentare più forte? Luca Bellotti”. |di Luca Cirillo - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 180 volte