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2010-03-11

Milan, il grave equivoco della costruzione: urge chiarezza, oggi...


L'umiliazione subita dal Milan a Manchester è stata crudele: le assenze fondamentali di Nesta e Pato non possono essere un alibi per una squadra che, occorre ricordarlo per onor di verità, la qualificazione se l'era giocata a San Siro, con i due in campo, non ieri sera all'Old Trafford, dove solo una "mission impossible" o un miracolo avrebbe potuto cambiare il destino già scritto. Leonardo, a fine partita, ha rifiutato ogni commento sui singoli episodi della partita, difendendo in toto con l'esterno, quella che ha definito una "costruzione": una mossa giusta per chi, come lui, è stato architetto del progetto, ma che lascia evidente perplessità ai clienti (i tifosi) come al mandante dei lavori (il Presidente), preoccupati in buona fede dell'effettiva riuscita della "costruzione". Sotto accusa, o almeno in discussione, ci sono dunque le tappe di avanzamento dei lavori: nell'equivoco di un Milan già competitivo, un'eliminazione maturata in queste circostanze non può che avere il sapore della disfatta, tanto da giustificare anche eventuali misure drastiche... Nell'ottica di un Day-0 tecnico, tattico ed amministrativo, allora la stagione dei Rossoneri può essere definita, provocatoriamente, anche trionfale. Sul piatto della bilancia occorre depositare diverse questioni: non quella dei "pochi soldi" messi a disposizione della Presidenza, una debole quanto demagogica annotazione che l'eliminazione del Real Madrid di Florentino Perez ha polverizzato ancora prima della sua esternazione. Il primo aspetto, in favore di Leonardo, è quello di un'evidente ed intrigante disegno tattico che a sprazzi sta dando frutti ed entusiasmo: sin dalla prima amichevole contro il Varese, il Mister ha dimostrato di voler provare una squadra innovativa, dando un'identità precisa al suo undici che forse neanche il primo Milan di Ancelotti, nato un po' per caso, aveva. Incoraggiante poi che questo disegno abbia fatto dei passi in avanti per applicazione dei singoli in "dettagli" fondamentali come il pressing alto, i movimenti senza palla, le transizioni difensive ed offensive: il tutto con umili interpreti esaltati dal sistema anche oltre i limiti delle proprie abilità. Chapeau. Innegabile però che il Milan abbia dovuto pagare spesso anche lo scotto dell'apprendistato del paulista: portato a scuola da Mourinho all'andata come al ritorno, stuzzicato da Ferguson per la posizione di Beckham nel dopo gara di San Siro, ingabbiato come il suo faro (Pirlo) nella gara di ieri, dove l'esperimento di lanciare, per la prima volta in carriera, un Ambrosini in serata disastrosa come difensore centrale, è costato il 2-0 ed il passaggio dalla fine dei sogni all'inizio degli incubi. Inserire Favalli sarebbe stato sicuramente meno traumatico e non solo con il "senno di poi": se poi il buon "Beppe" non viene riputato all'altezza, occorrerebbe chiedersi il perchè della sua presenza in panchina ed in rosa. Insomma il rischio, quantomeno da un punto di vista tattico, è che Leonardo possa distruggere i suoi progressi con l'inesperienza: abbiamo visto, in questi anni, affidare progetti da tabula rasa a grandi allenatori (vedi Arsenal-Wenger) o, viceversa, grandi disegni a mister alle prime armi (vedi Barça-Guardiola)... Il connubio della doppia crescita è sicuramente più pericoloso, ecco perchè il Milan dovrebbe, a mio parere, inserire una figura di grande spessore, carisma, di polso, nel suo organigramma: una persona di campo, ma che non faccia la formazione all'apprendista, uno che sappia costruire una squadra tagliandone i rami secchi, capendone i margini di sviluppo e contenendo i costi senza far peso sulla qualità. Questo, l'acquisto migliore che la Presidenza può fare: non tanto un centravanti ed un difensore (pedine comunque indispensabili per dare un seguito a questa squadra), ma chi sia in grado di discernere cosa, dove, chi e come comprare per soddisfare le esigenze di Leonardo senza spolpare le casse di Arcore. Il mercato estivo sarà uno spartiacque importante per capire la valenza di questo progetto: è a marzo, massimo aprile, che una società con criterio definisce tutte le operazioni per rinforzarsi in maniera pertinente e cinica, dando fiato ad esempio ad un centrocampo che non ha capacità di inserimento, sostegno ad una difesa che ha bisogno di un nuovo titolare, non di un centrale per far numero e così via. Occorre sopperire ad una falla importante del progetto ambizioso, ovvero l'età anagrafica e calcistica discutibile dei perni del gioco Nesta, Pirlo, Ronaldinho, fuoriclasse insostituibili che non possono però più trascinare da soli i compagni per 60 partite. Il tutto, ovviamente, dando per scontato che lui, l'apprendista, rinunci al ruolo che sembra tagliato su misura per sè, di uomo immagine di un Brasile che si avvicina al Mondiale più importante della sua storia... Che la politica dirigenziale ed i suoi responsabili ad altissimi livelli, non subiscano un rinnovamento già programmato ma rimandato a data da destinarsi... Che la famosa "costruzione" insomma, sia un progetto di una fortezza da portare avanti ad ogni costo per onorare un patto tra gentiluomini e non un castello di sabbia da abbattere alla prima (grave) defaillance... Perchè sarà tutto così, vero, Milan?
|di Francesco Letizia - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 118 volte


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