Siamo a sei. Per il sesto anno consecutivo il Real Madrid si arena agli ottavi, stavolta contro un Lione che, nel computo delle due sfide, non ha assolutamente demeritato, mettendo di fatto a nudo i problemi di una compagine galattica, che ha speso ben duecentocinquantaquattro milioni (94 Ronaldo, 66 Kakà, 35 Xabi Alonso, 41 Benzema, 10 Raul Albiol, 8 Arbeloa) per rinforzare una rosa già competitiva, che però è andata perdendo calciatori di primo piano come Sneijder e Robben, comprati rispettivamente a ventisette e trentasei milioni di euro e rivenduti a undici di meno - a cranio.
Intendiamoci, il Lione ha un'ottima squadra e grandi interpreti, basti pensare a Lisandro Lopez, Miralem Pjanic (autore del gol decisivo), Jean Makoun, Aly Cissokho - sempre più rimpianto, per il Milan - o Jeremy Toulalan, però i Galacticos avrebbero dovuto vincere, considerando anche la potenza da fuoco di una corazzata come quella merengue. Anche perché Florentino Perez considera la Liga come un'appendice, seppur importantissima, della Champions League.
Quali sono i problemi del Real? Diciamo che, nelle sfide decisive, sembrano avere il braccino, un po' come l'Inter - per fare un esempio nostrano.
In ogni caso, con ogni probabilità, Pellegrini verrà sostituito a - se riesce a rimanere in sella fino ad allora - fine stagione. Anche Kakà, esempio di correttezza al Milan, ha bollato il cileno come "incompetente", a sancire ulteriormente un rapporto che pare finito: le scuse di oggi appaiono di circostanza, anche se sentite. Pellegrini avrà il compito, quindi, di vincere la Liga, e poi, tanti saluti e ognuno per la sua strada.
Ora bisogna pensare anche a chi può sostituirlo: si parla di José Mourinho che, come l'anno scorso, appare fra i papabili. Lo Special One difficilmente lascerà l'Inter, ora che proprio i nerazzurri sembrano plasmati a immagine e somiglianza del portoghese: ipotesi corroborata anche dalle parole dello stesso Mou, voglioso di rimanere ad Appiano Gentile fino alla fine del contratto, anche se un'esperienza in Spagna completerebbe il quadro.
C'è poi Arsene Wenger, tecnico dell'Arsenal. Seguo i Gunners praticamente sempre, essendone tifoso, e quello che posso dire è che - per ora - è pura fantascienza. Il transalpino, l'anno scorso, era stato contattato dai dirigenti merengue, rispondendo con un sincero "No, grazie". Concetto ribadito oggi: "Il Real Madrid? Lasciate perdere. Ho sempre intenzione di finire il mio contratto qui - scade nel 2011 -, non ci sono possibilità. Sono concentrato sull'Hull City: magari sarà meno affascinante, ma è molto più importante nella mia vita".
Terza opzione, la più probabile: un ritorno in Castilla per Rafa Benitez. Il ciclo al Liverpool è oramai finito, e sembra il tecnico giusto - un po' come Ancelotti - per vincere la decima Champions League con i Galacticos. L'ha già vinta, quella coppa, nel 2005, e l'ha persa in finale nel 2007: l'esperienza non manca, e Benitez direbbe subito di sì al progetto di Perez, anche perché è cresciuto - come tecnico - nelle giovanili proprio del Real Madrid. |di Andrea Losapio - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 150 volte