Se Pirlo si spegne ... Sogno scudetto, lo snodo cruciale è il centrocampo
Siamo secondi. Secondi ad un solo punto di distanza dalla capolista Inter. Mamma mia che Milan! Posizione di classifica incredibile. Sontuosa. Assolutamente insperata. Contro il Chievo ha vinto il Gruppo. Il suo spirito di sacrificio. L’umiltà. La costanza e la grande determinazione di una squadra che ha cercato instancabilmente la vittoria conquistandola sul filo del rasoio. Aver visto la voglia e la determinazione con cui i ragazzi, seppur in evidente difficoltà per via dei tanti infortuni e della bravura dei veronesi, hanno voluto e conquistato i tre punti contro il Chievo, è stata la migliore garanzia possibile in vista del prosieguo del Torneo. Il Milan c’è. Indipendentemente da come andrà a finire, il Milan c’è. Incerottato, pieno zeppo di infortuni, amareggiato per la recente esclusione dalla Champions League, ma c’è. Vivo e vegeto. Gagliardo. Pronto a recitare la sua parte fino in fondo.
Contro il Chievo abbiamo patito oltre il lecito. Come sempre, specie nel primo tempo. Nella seconda parte della gara, prima Ronaldinho, poi “pantera nera” Seedorf, si sono caricati la squadra sulle spalle e l’hanno condotta al trionfo finale. Apoteosi. Tatticamente abbiamo sofferto. Contro squadre che ci aggrediscono a centrocampo e ci impediscono di fare la partita e di ragionare, accusiamo delle difficoltà evidenti. Il centrocampo è lo snodo cruciale su cui Leonardo deve riflettere se davvero vuole contendere lo Scudetto ai nerazzurri. Troppo spesso Pirlo viene accerchiato e messo in ambasce. Imbavagliato. Se consideriamo che anche Ambrosini ha le sue belle gatte da pelare impegnato a tamponare la manovra altrui e ad impostare la nostra, il quadro è bello e completo. Se si spegne Pirlo, si spegne il Milan. Non è possibile. Una grande squadra non può e non deve dipendere da un solo giocatore, seppur grandissimo come Andrea Pirlo. Confortano i rientri di Oddo e Zambrotta. Sono stati fermi a lungo. Hanno fatto la loro partita. Recuperati. Buona la prestazione di Favalli. Un capitolo a parte merita Gattuso. Ringhio non è lui. Dispiace. Ha le batterie scariche e si vede. I veronesi hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Se Pirlo è sparito troppo presto dalla scena e Ambrosini non ha potuto assumere le redini del centrocampo, la “colpa” è stata anche di Gattuso. Ringhio non ha opposto il giusto filtro in mezzo al campo e si è fatto risucchiare troppo spesso dai centrocampisti avversari. Roba non da lui. Bisogna dargli il tempo di rifiatare. E’ in chiaro ritardo di condizione.
Gli infortuni cominciano a preoccupare. Seriamente. Per Nesta (forse) e Beckham il Campionato finisce qui. Per Onyewu non è mai cominciato. Fuori ci sono anche Bonera, Abate, Antonini e Pato. Gli ultimi due dovrebbero rientrare contro il Napoli. Una lista troppo lunga. Splendida e significativa la partita di Ronaldinho. Ormai leader indiscusso di questa squadra. Veloce, illuminato, particolarmente ispirato. Il solito spettacolo. A Ronnie manca solo il gol. La partita è cambiata con gli innesti in campo di Inzaghi prima e di Seedorf poi. “Panterone” Seedorf ha stupito tutti. Innegabile. La bomba all’incrocio dei pali che ha trafitto Sorrentino e regalato i tre punti al Milan, è stato un capolavoro balistico di rara bellezza, precisione e potenza. Le stesse bombe, per l’esattezza due, le esplose anni fa contro la Juventus. Allora dal vertice sinistro dell’area bianconera. Sempre a San Siro. Clarence giocava nell’Inter. Quei due gol li ricordiamo oggi come se fossero stati segnati ieri. Bellissimi. Indimenticabili. Inzaghi ha avuto il merito di seminare il panico nella retroguardia veronese. I nostri vecchietti stupiscono. Oddo, Zambrotta, Favalli, Inzaghi, Seedorf. A tratti, sembrano più in palla dei giovanotti. Fatto bello ma che impensierisce non poco in prospettiva futura. Il Milan dei “giovani” continua ad avere troppi “vecchietti” in squadra. Bisognerà tenerne conto.
Quando le squadre avversarie accerchiano il nostro centrocampo ostruendo, di fatto, ogni geometria e ogni sbocco sulle fasce, la prima conseguenza visibile è che la squadra si divide in due tronconi. Da una parte la difesa, abbandonata a sé stessa da un centrocampo in balia degli incontristi altrui. Dall’altra l’attacco, privo dei rifornimenti adeguati. Anche su questo Leo dovrà riflettere e prendere provvedimenti. Borriello ci sembra stanco. Non punge come dovrebbe. E’ il momento di motivare il Cacciatore. Ma anche di rispolverare Inzaghi. Pippo fa rima con Primavera. Se davvero vuole rimanere al Milan anche il prossimo anno, sarà bene che si metta a segnare come è solito fare. Tempo per riflettere ne rimane poco. L’Inter di “Arrogantinho” è lì davanti e bisogna fare di tutto per acciuffarla. Dobbiamo almeno tentarci. Crederci. I due organici non sono paragonabili. L’Inter sembra e rimane di un altro pianeta. Il Milan può impensierirla solo con la forza e le motivazioni del Gruppo. Con lo spirito di sacrificio che i ragazzi hanno dimostrato di saper mettere in campo. Contro il Napoli rigiocherà Favalli. Il. Professore. Confermato al centro della difesa con Thiago Silva. Bonera è ai box. Rimarrà fermo almeno altri sette-otto giorni. Anche Antonini dovrebbe essere pronto. In linea di massima il Milan ci sembra squadra destinata a crescere. Scudetto o non Scudetto diremo la nostra fino in fondo. Comunque vada sarà un successo. Lo ripetiamo da tempo. Alla faccia di mr.“Arrogantinho”. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 136 volte