Livorno - Una settimana fa spiccava nella lista dei giocatori con il rendimento più basso. Adesso è l’eroe di Livorno, con i suoi tre gol fatti alla Roma, un paio di giorni fa. Cristiano Lucarelli, come scrive Sebastiano Vernazza sulla Gazzetta dello Sport, non è un tipo da mezze misure. Tutto o niente, bianco o nero. Anzi, amaranto. Perché Lucarelli, nonostante tutto, è un poster vivente del Livorno e del calcio livornese. Alla fine, che sia la Spagna o l’Ucraina, torna sempre a casa, allo stadio d’Ardenza o nei suoi dintorni. Lui è come il cacciucco, le triglie, il ponce, la beffa dei falsi Modì ed i film di Paolo Virzì. Calcisticamente parlando, a Livorno, solo due giocatori, secondo Vernazza, sono più leggendari di lui e di Igor Protti, suo ex gemello del gol ai tempi della storica promozione in Serie A nel 2004. Il primo è Armando Picchi, libero della grande Inter di Helenio Herrera, prematuramente scomparso nel 1971. Il secondo è Miguel Vitulano, detto El Merendero, nato in Puglia ma cresciuto in Argentina, idolo del Livorno negli anni oscuri della Serie C, entrato nella storia amaranto per un gol fatto a Pisa nel 1979 e scomparso lo scorso anno, anche lui anzitempo, mentre faceva footing sul lungomare. Ma Lucarelli, aggiungiamo noi, è ancora in piena attività e ha tutto il tempo per scalare ancora questa eventuale classifica, fermo restando che, secondo noi, nella storia dei "leggendari" figurano quantomeno altri due giocatori, Mario Magnozzi e Alfredo Pitto, entrambi azzurri d’Italia, oltre che simboli di un calcio d’altra epoca e di un Livorno gagliardo che contendeva ad Inter e Torino lo scudetto tricolore, squadra di pirati che il Balpaese del pallone faceva tremare, ai tempi in cui Berta filava. |di Tony Faini - Fonte: www.amaranta.it| - articolo letto 138 volte