Il più cinico tra i cinici, quello che vorrebbe stroncare ogni forma di linguaggio metaforico attorno ad un pallone, potrebbe farci notare come vince sempre chi segna un gol in più dell’avversario. Conclusione tanto frettolosa quanto scomodamente veritiera. Altri “filosofi” pallonari prendono come punto di partenza quando costruiscono una squadra il dictat “primo, non prenderle”. Difficile collocarsi tra le correnti di pensiero, probabilmente ancora una volta la verità sta nel mezzo. Una cosa però è certa. Segnare tanti gol aiuta. Lo dicono i numeri, che ci siamo divertiti a consultare, sul ruolino di marcia del Napoli nei campionati del ritorno nella massima serie. Numeri che non saranno Verità imposta, ma possono aiutare a formare un pensiero. Spazio proprio ai numeri allora. Partiamo dalla stagione 2007/08, anno del ritorno degli azzurri in serie A. Alla fine del campionato la squadra che allora era di Edy Reja raggiunse un insperato 8° posto con un bottino di 50 reti segnate, 8° attacco, e 53 subite, per un non certo esaltante 14° posto (con l’Udinese) nella speciale graduatoria. Passiamo alla stagione successiva, quella della diarchia Reja/Donadoni e dell’inglorioso girone di ritorno. Il 12° piazzamento in classifica fu frutto di 43 reti segnati, 13° attacco della A in coabitazione con il Bologna, ed appena 45 reti subite ed un ottimo 7° posto in questa categoria. Numeri piuttosto indicativi di una tendenza sempre più marcata da quando nel nostro campionato vige la regola dei 3 punti per vittoria. Serve coraggio per puntare in alto. La prudenza alla fine non paga. Qual’è la situazione quest’anno a 9 gare dal termine? Il Napoli ad oggi è andato a segno 37 volte, 9° attacco con l’Udinese, ed ha subito 35 reti, ottava difesa del torneo in un gruppone che comprende Palermo, Catania e Bari. C’è quindi un maggiore equilibrio che tiene comunque il Napoli ancora in lizza per l’Europa. Chiaro però come un problema che si trascina da anni questa squadra è la difficoltà di segnare molto. Di chi la colpa? Negli anni passati Reja è stato spesso tacciato di essere un difensivista. Verissimo. Mazzarri ha proposto qualche novità interessante ma non ha certo superato il problema. Al di là dei tecnici però non possono essere trascurate le caratteristiche dei calciatori. Evidenti i problemi di Lavezzi in zona gol. In 87 partite in massima serie il Pocho ha gonfiato la rete appena 19 volte. Lo stesso Quagliarella, risposta di Pierpaolo Marino al problema del gol, in serie A vanta 174 presenze e 48 reti. Anche dal centrocampo non arriva aiuto. Walter Gargano dopo le 2 reti della prima stagione non ha più provato la gioia del gol negli anni successivi. Pazienza è andato anche oltre i propri limiti con le 2 reti in stagione, le sue prime in A. Denis fatica, Hamsik e Maggio sono gli unici ad andare oltre le aspettative per i ruoli che ricoprono. Insomma se i numeri non sono tutto, aiutano a capire perché questa squadra, spesso acclamato per il gioco, raccoglie meno di quello che meriterebbe. Il gol è una dote innata, Inzaghi a nostre spese ne è la dimostrazione, ma forse proprio perché siamo alla fine del campionato, maggiore coraggio da parte del tecnico potrebbe essere decisivo in questa fase. E magari anche una nuova visita a qualche santuario, visti gli innumerevoli legni colpiti in stagione! |di Arturo Minervini - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 154 volte