Atalanta: da bidoni a campioni, il verdetto può attendere
Tre giorni, due partite vinte con 3 gol all’attivo, sono bastati per cambiare radicalmente giudizio tra i tifosi, trasformando, nel giro di 72 ore, l’Atalanta da squadra senz’anima e formata da bidoni, in una squadra di campioni.
Finché questi giudizi, arrivano dai tifosi va benissimo, fa parte del gioco, il tifo non è obiettivo ne razionale, vive di emozioni, ragiona di pancia, vive perennemente sulle montagne russe, il problema è quando questi giudizi arrivano dagli addetti ai lavori e dalla stampa, che dovrebbero analizzare la situazione con molta più attenzione, andando oltre all’analisi semplicistica del risultato che commenterebbe anche il macellaio sotto casa.
ASPETTI POSITIVI - Due vittorie in tre giorni, 6 gol fatti, gioco spumeggiante, tiri in porta a pioggia come non era mai accaduto nell’intero campionato, entusiasmo e forma fisica straripante.
Una doppia vittoria che ricorda molto le due vittorie consecutive ottenute nel girono d’andata con Udinese al Friuli e con il Parma in casa, dopo quelle due vittorie l’Atalanta iniziò ad avvitarsi su se stessa, fino a toccare il fondo il 6 gennaio contro il Napoli, coincisa con l’esonero di Conte.
In due giorni l’indice di entusiasmo intorno alla squadra ha raggiunto i massimi storici di quest’anno, un entusiasmo straripante che non fa più vedere come solo una leggenda la vittoria di Davide contro Golia, l’Atalanta di oggi può giocarsela contro tutti, ad iniziare dalla Juve domenica prossima.
MENTALITA’ DA PROVINCIALE - Finalmente i giocatori si sono resi conto che è finito il tempo del fioretto ed è arrivato il momento della sciabola, dell’umiltà, cominciando a giocare con l’acqua alla gola, nessuno d’ora in poi regalerà più niente, ogni passo falso è uno scivolone nel terreno friabile di un burrone. Il tempo è scaduto, i tifosi lo sapevano da parecchie settimane, finalmente anche i giocatori l’hanno capito. Meglio tardi che mai, sperando non sia troppo tardi.
VALDES-PELUSO - Non ho mai parlato, in positivo, di nessun giocatore singolarmente, ma stavolta voglio fare un eccezione per il cileno Valdes e per Federico Peluso.
Valdes ieri, per movimenti e giocate mi ha ricordato (se pur lontanamente), Lionel Messi, baricentro basso, palla attaccata al piede come in un videogioco, avversari saltati come giocatori di categoria, corsa, facilità di tiro impressionante. La domanda sorge spontanea: ma dov’era fino ad ora? Vedere giocare così l’Atalanta, aumenta fortemente il rammarico per la posizione di classifica.
Per quanto riguarda Federico Peluso, mi soffermo solo poche righe. Smettiamola di criticarlo, definendolo un giocatore da serie C. Federico ha dimostrato con grandissima professionalità e umiltà, in questa squadra ci può stare benissimo, ricoprendo più ruoli difensivi (lo preferisco centrale personalmente), dimostrando sul campo uno spirito guerriero, cercando di andare oltre ad alcuni suoi limiti tecnici, comuni a molti difensori. Un giocatore così lo sosterrò sempre, un giocatore che vale 6 e mi da 8 lo loderò in eterno, a differenza di molti che viceversa valgono 8 ma danno 6 portando a termine il loro compitino.
NOTE NEGATIVE - Stiamo parlando dell’Atalanta, non del Real Madrid, per chi non se ne fosse accorto.
Nel calcio si gioca in due e fatalmente i meriti di uno finiscono dove iniziano i demeriti dell’altro.
Il Livorno di Bergamo è stato il peggiore della stagione (per fortuna), una squadra spaccata nello spogliatoio e con giocatori messi fuori rosa, insomma, una squadra decisamente più scarsa dell’Atalanta.
Il Cagliari, come valore assoluto, era decisamente un impegno più importante. Fin dall’inizio della partita si è visto che il Cagliari aveva la partita sotto controllo e in contropiede poteva far male all’Atalanta. Poi è arrivata l’espulsione per un fallo sciagurato di Dessena su Valdes e da li la partita si è aperta a favore dell’Atalanta. Un episodio che fino ad oggi ci aveva condannato, oggi ci ha favorito, ma questo non deve certo far cantar vittoria o farci sedere sugli allori.
LA CLASSIFICA - Attendevamo il 24 marzo come data per sapere i destini dell’Atalanta, se avessimo raggiunto, o almeno avvicinato la quartultima posizione, le speranze salvezza sarebbero rimaste ancora vive, in caso contrario la fiammella si sarebbe affievolita.
Due vittorie rotonde ci hanno fatto perdere di vista la cosa più importante: La classifica. La Lazio è ancora li a 4 punti sopra di noi, hanno vinto due partite fondamentali, involandosi più che mai verso l’obiettivo salvezza, con un calendario più favorevole del nostro.
C’è da dire però, che all’orizzonte qualcosa si è mosso, l’Udinese pareggiando in casa con il Chiedo è li a 4 punti e la corsa ora la possiamo fare su due squadre. “Two è meglio che One” recita una pubblicità. L’Udinese però ha un calendario in discesa, affronterà nelle ultime 5 giornate di campionato squadre retrocesse (Livorno e Siena) e squadre già in vacanza (Cagliari, Chievo, Bari).
Il Catania, con la vittoria di ieri ha preso il volo.
La squadra che invece nel branco corre con affanno verso la salvezza e potrebbe da un momento all’altro torvarsi a portata di mano è il Bologna che dovrà affrontare nelle prossime due partite Palermo e Inter fuori casa, la Lazio in casa in uno scontro diretto, poi dovrà venire a Bergamo. E’ pur vero che anche i rossoblu avranno un finale in discesa in cui dovranno affrontare Parma, Catania, Cagliari e a 35 punti attuali andrebbero con tre vittorie a 41 che vorrebbe dire salvezza.
PROCESSI - Chi voleva il verdetto definitivo per l’Atalanta dovrà aspettare ancora qualche domenica e sinceramente preferisco vivere un finale di stagione così emozionante rispetto a quelli degli anni scorsi, dove invece di guardare la classifica si sfogliavano i giornalini delle agenzie viaggi. Chiaro, il finale dev’essere uguale a quello dell’anno scorso. |di Luca Ronchi - Fonte: www.atalantanews.com| - articolo letto 219 volte